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(Memoria e progetto)

Stefano Merli. Uno storico militante

(11 Gennaio 2015)

merli

Stefano Merli

I QUADERNI DELL' ITALIA ANTIMODERATA
Un progetto di Attilio Mangano e Antonio Schina
Coordinamento di Antonio Benci.
www.antimoderati.it

E' uscito un nuovo quaderno della collana:
Franco Toscani, Attilio Mangano,
Stefano Merli. Uno storico militante
Centro di Documentazione Editrice, Pistoia 2014 (“I quaderni dell'Italia antimoderata”, n. 4), pp. 88, euro 10

INDICE
Antonio Benci, Prefazione: Il mestiere dello storico
Franco Toscani, Il socialismo etico-libertario di Stefano Merli
Attilio Mangano, Il caso Merli
Andrea Bellucci, Post-fazione: Un proletariato invisibile?
Stefano Merli, La “filantropia” del sistema di fabbrica: dal dott. Ure al prof. Romeo
Stefano Merli, La provocazione di Raniero Panzieri a dieci anni dalla morte
Biografia di Stefano Merli (a.s.)
Bibliografia, a cura di Antonio Schina

Tutta la ricerca storica e teorico-politica di Stefano Merli (1925-1994) è percorsa da cima a fondo dal filo conduttore del socialismo etico-libertario.
Il suo capolavoro storiografico è rappresentato dall'opera in due volumi pubblicata nel 1972-1973 presso la Nuova Italia di Firenze: Proletariato di fabbrica e capitalismo industriale. Il caso italiano: 1880-1900, brulicante delle vicissitudini di lavoro e di vita di una moltitudine di lavoratrici e lavoratori italiani della fine dell'Ottocento.
Accademico fra i più antiaccademici, naturalmente anticonformista, Merli fu docente universitario a Siena, Venezia e Milano. La sua straordinaria attenzione alla soggettività concreta, in carne e ossa dei lavoratori, alle reali condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne, ai temi dello sfruttamento e dell'alienazione nasceva proprio dalla stessa personale esperienza di Merli nel mondo contadino e operaio della sua infanzia e gioventù.
Lo sguardo storico di Merli non era soltanto retrospettivo, perché il suo ritorno indietro, alle origini del movimento operaio voleva essere ed era al tempo stesso un balzo in avanti, un protendersi verso un nuovo inizio, verso l'avvenire della sinistra e del socialismo.
La storia del movimento operaio va per lui sempre riletta alla luce e ai fini di una nuova ripartenza della sinistra. L'autentica cultura storica è dunque rivolta a produrre nuova storia, all'invenzione della realtà storica e politica. Egli è così uno storico militante in senso pieno e forte, come dimostra il suo lungo impegno prima nel Psi, poi nel Psiup e nelle formazioni politiche della nuova sinistra negli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta.
Nei suoi ultimi scritti e corsi universitari, Merli torna a riscoprire figure spesso dimenticate o sottovalutate della tradizione socialista e democratica italiana (come, ad esempio, Silone, Faravelli, Caffi, Matteotti, Buozzi, Colorni, Chiaromonte, etc.) e a riflettere sul rapporto tra correnti politicosociali cristiane e socialiste.
Merli ci lascia in eredità un'idea di socialismo etico e libertario, federalista e autogestionario che prevede - in una duplice direzione polemica nei confronti da un lato del totalitarismo comunista e dall'altro dello pseudoriformismo di piccolo cabotaggio - la partecipazione attiva e concreta del popolo al potere.

COSA SONO I QUADERNI DELL' ITALIA ANTIMODERATA
I quaderni sono il frutto di un progetto di riscoperta, valorizzazione, documentazione di figure di spicco del secondo dopoguerra, scrittori e pensatori irregolari, espulsi o
quasi dallo spazio pubblico intellettuale italiano, che si è pensato di riunire attorno al termine di antimoderati.

Termine che ha necessità di alcune precisazioni: la prima è quella che è stato mutuato da un testo (Massimo Ganci, L’Italia antimoderata. Radicali, repubblicani,
socialisti, autonomisti dall’Unità ad oggi
, Guanda, Parma 1968, poi Arnaldo Lombardi, Palermo 1996), dedicato all'analisi dei contrasti tra Destra e Sinistra
storica, all'indomani dell'unità di Italia, e ad individuare il peso rilevante del trasformismo e del moderatismo sulla società italiana, fino ad influenzare pezzi anche rilevanti della sinistra di allora.

La seconda è che è stato usato per la prima volta nel volume di Attilio Mangano,
L'altra Linea. Fortini, Bosio, Montaldi, Panzieri e la nuova sinistra, Pullano,
Catanzaro 1992. Si sarebbero potuti usare altri termini, come non regolare, scomodo, non inquadrato, ma questo è parso il più efficace per individuare coloro che, a partire dagli anni '50 e '60 del '900, hanno in comune alcuni fondamentali elementi metodologici:
“Sono antimoderati coloro che credono e praticano la fedeltà di classe, il primato
del soggetto-classe sul predicato-partito, mai fine e semmai mezzo, la conoscenza concreta attraverso la pratica dell'inchiesta, il lavoro dentro-e-fuori le organizzazioni.
Sono antimoderati coloro che provano a realizzare nuove sperimentazioni teoriche e
pratiche, fuori da quella che è la posizione consolidata e apparentemente inamovibile del togliattismo, fondata sulla convinzione che vada privilegiato il cambiamento dei rapporti di produzione, senza porsi l'obiettivo del cambiamento dei modi di produzione.
Sono antimoderati coloro che hanno la coscienza e la capacità di opporsi a chi vorrebbe depotenziare sempre e comunque tutte le espressioni di antagonismo e di
autonomia dei ceti subalterni, tutte le posizioni di riflessione culturale e politica che non si ritrovano in questa linea di pensiero."

Come porsi nei confronti degli antimoderati e di quello che pare l'irreversibile processo di dispersione e di definitiva perdita della loro memoria? Certo non ha senso l'atteggiamento nostalgico che tende a rimpiangere i bei tempi andati e le conseguenti belle teste che non ci sono più.

Una prima modalità di approccio muove dalla constatazione dell'attualità di molte intuizioni, riflessioni, proposte non solo di natura teorica ma anche di natura politica.
Quando Raniero Panzieri parla del conflitto radicale che è presente nei modi di produzione e attacca, partendo da questa analisi, produttivismo e sviluppismo
dominanti, pone una questione, che percorre, intatta, il nostro tempo. E facendolo da teorico che è, nello stesso tempo, militante politico, assolutamente lontano dai canoni della politica ufficiale del suo e del nostro tempo, esprime una posizione che, di fronte alla attuale irreversibile crisi della politica, può rappresentare una prospettiva credibile per dare ruolo e senso alla intellettualità diffusa.
Militanti politici di base di Danilo Montaldi, riletto oggi, indica l'utilità della inchiesta, come pratica della conoscenza diretta della realtà, dei luoghi e delle persone in carne ed ossa, non per sentito dire o per immaginato ai propri fini o costruito virtualmente.
Oggi che la distanza tra cultura e politica è abissale e l'incultura dimensione essenziale dei professionisti della politica, può servire porre la questione nei termini radicali di Franco Fortini che parla della saldatura necessaria tra teoria e pratica, cultura e politica, non come”trovata provvisoria” ma come “matrimonio di ragione”.
Fino ad arrivare a sostenere che i due termini sono la stessa cosa.
E si potrebbe continuare con molti altri esempi.

La seconda modalità riguarda il rapporto con la storia, e conseguentemente con la teoria, che si è sviluppata e compiuta in rapporto con la pratica politica, provando ad uscire dalla alternativa tra “imbalsamazione del passato e sua cancellazione”, come scrive Giovanni De Luna. Gli anni degli antimoderati sono stati quelli dei forti fermenti sociali, dell'impegno politico di intere generazioni, che vi hanno dedicato
passione ed altruismo.

E' necessario, nei confronti di questa realtà complessa, contraddittoria certo ma ricca di grandi idealità, mantenere, conservare e far crescere una memoria che non sia semplice ricordo, ma costruzione materiale elaborata nel presente, mezzo per acquisire orientamento critico e consapevole rispetto alla attualità, quindi
capacità di analisi per il presente e di progettazione per il futuro.

Vorremmo, con questi quaderni, che gli antimoderati trovassero il modo di riprendere le strade del mondo, per trasmettere le loro idee e le loro sollecitazioni da usare nel presente a più soggetti possibili.

Nei Quaderni dell'Italia antimoderata sono precedentemente usciti:

Giuseppe Muraca, Luciano Bianciardi. Uno scrittore fuori dal coro
Cesare Bermani, Giovanni Pirelli. Un autentico rivoluzionario.
Cesare Pianciola, Il marxismo militante di Raniero Panzieri.

Prossime uscite:
Sergio Dalmasso, Lelio Basso
Diego Giachetti, Guido Quazza
Fabrizio Billi, William Gambetta, Massimo Gorla.

Associazione Centro Documentazione di Pistoia

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