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Come diceva Archimede...

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(30 Dicembre 2009) Enzo Apicella
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AUMENTA LA PRESENZA MILITARE STATUNITENSE IN ITALIA

(19 Gennaio 2015)

La profonda crisi di sovrapproduzione in cui si trova intrappolato il sistema capitalista ha inasprito i contrasti tra le principali potenze imperialiste e intensificato la loro aggressività. Assieme alle dispute economiche e politiche si moltiplicano i focolai di guerra, accelera la corsa al riarmo, si rafforzano le alleanze militari.
Sebbene gli Stati Uniti siano ancora la principale potenza economica e militare, la loro egemonia è scossa dall’avanzata di altre potenze imperialiste e capitaliste. La Cina, la Russia, il Brasile, l'India cercano di sottrarsi al dominio delle vecchie potenze imperialiste, di infrangere il dominio del dollaro, di guadagnare influenza su scala globale e regionale. La Germania e la Francia si muovono in maniera più indipendente, entrando spesso in contrasto di interessi con gli USA.
Il mutamento dei rapporti di forza, la feroce concorrenza per i mercati e le materie prime, per il controllo delle fonti di energia e delle sfere di influenza, ha come logica conseguenza un cambiamento delle strategie belliche delle potenze imperialiste.
In questo contesto, si spiega la riorganizzazione delle forze militari USA in Europa, funzionale allo spostamento degli interessi strategici nordamericani verso est, a sostegno dei loro alleati nel Baltico, in Polonia, in Ucraina, in Georgia, in Moldova, per stringere d’assedio e minacciare la Russia, così come per bloccare le ambizioni tedesche.
Questa riorganizzazione interessa anche l’Italia, dove il numero dei militari statunitensi è destinato a salire: sono in arrivo altri 200 soldati, che si aggiungeranno ai 10.700 presenti.
Questo progetto gode dell'appoggio del governo Renzi, fedele lacchè degli USA.
Il nostro paese – considerato dagli USA una piattaforma geostrategica per le loro aggressioni - continua ad essere un tassello fondamentale della strategia militare che punta a un aumento del confronto militare con Russia e Cina.
Da quando furono firmati gli accordi e i protocolli segreti con gli USA, l’Italia ha visto ipotecata la sua sovranità nazionale e la sua sicurezza per la presenza di basi e forze militari statunitensi nel nostro territorio.
L'appartenenza alla NATO - un'organizzazione di guerra e di terrore - è l’espressione di una politica di vassallaggio e di sottomissione agli Stati Uniti, con gravissimi riflessi in politica interna (ad es. i condizionamenti politici, la strategia della tensione).
Allo stesso tempo, la partecipazione delle truppe italiane alle missioni di guerra contro paesi con i quali non abbiamo mai avuto il minimo problema, comporta ripercussioni disastrose.
Le contraddizioni interimperialiste possono sboccare, come avvenuto in passato, in un conflitto militare per una nuova ripartizione del mondo, con incalcolabili conseguenze.
La politica di guerra e la presenza militare statunitense in Italia va contro gli interessi operai e popolari, ci trasforma in un obiettivo militare di prim’ordine in caso di guerra tra le grandi potenze.
Noi comunisti (marxisti-leninisti), assieme a tutte le forze rivoluzionarie, democratiche, agli amanti della pace, denunciamo la presenza militare statunitense in Italia, esigiamo lo smantellamento delle centinaia basi USA e NATO, l'uscita dalla NATO e la sua dissoluzione.
Chiamiamo a intensificare la lotta contro la politica di guerra dell'imperialismo, per il ritiro immediato delle truppe all’estero, per dire no agli F-35 e al MUOS, per la drastica riduzione delle spese militari e l’aumento di quelle sociali, per la solidarietà ai popoli in lotta contro l'imperialismo e la reazione.
Chiamiamo alla realizzazione di un ampio Fronte popolare contro i pericoli di guerra imperialista, l'offensiva del capitalismo e le trasformazioni reazionarie, sulla base dell'unità di lotta della classe operaia.
La libertà, l’indipendenza, la sicurezza e sovranità popolare sono incompatibili con la permanenza in un'organizzazione militare aggressiva, il cui unico obiettivo è servire agli interessi dall'imperialismo nordamericano.
La lotta contro la minaccia di una nuova guerra imperialista è inseparabile della lotta per il socialismo. La borghesia non ha mai voluto mettere in discussione le basi militari straniere e l'appartenenza alla NATO. Senza una rottura rivoluzionaria da cui scaturisca un Governo degli operai e degli altri lavoratori sfruttati non sarà possibile avere una politica estera basata sulla pace, la solidarietà e l'amicizia con tutti i popoli.
19 gennaio 2015

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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