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(4 Agosto 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

Padova: quant'è difficile non usare l'automobile

(15 Aprile 2005)

Il biglietto degli autobus urbani Aps passa da 0,85 a 1 euro, mentre s’intensificano nuovamente le voci di un possibile futuro stop ai ciclisti lungo il tracciato del Tram. A leggere i giornali sembra proprio che a Padova chi non voglia usare l’auto privata sia sempre più penalizzato.

E’ vero?

Per quanto riguarda la ciclabilità, mi si obietterà, è pronto un piano comunale per la realizzazione delle piste ciclabili. Ma d’altro canto la peculiarità del suddetto piano sembra quello di non voler contendere spazio dove passano le auto. La grave questione sollevata da Gino de Pauli e dagli infortunati lungo il tracciato del metrobus è grave e non può, né deve essere ignorato. Tuttavia non può condurre al risultato di vietare il transito della biciclette – il mezzo pulito per antonomasia- permettendo invece il passaggio delle auto, a cui si deve la produzione della gran parte dell’inquinamento atmosferico. Padova è una città congestionata ed inquinata dal traffico e la risoluzione del problema sta nel contenere quest’ultimo, non nel candidarsi, unica città italiana, a cancellare la ciclabilità dal suo cuore.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico il problema è identico. Aps e Comune dicono: perdiamo tre milioni di euro bisogna aumentare il biglietto. Ma è proprio APS, ad aver detto, in tante altre occasioni, che per ogni chilometro di velocità commerciale guadagnato dai bus si risparmierebbe un milione di euro all’anno. Ovvero tre chilometri in più significa annullare il deficit. Ma la velocità commerciale degli autobus padovani, che non è tra le più altre d’Italia non aumenta perché i mezzi sono costantemente ostacolati del traffico automobilistico.

Parcheggi scambiatori e corsie preferenziali non vengono realizzate per lo stesso motivo per cui si diceva delle piste ciclabili. Se un aumento del biglietto ci deve essere sia almeno accompagnato da un miglioramento della qualità, dell’affidabilità, e della frequenza del servizio.

Insomma, ci vuole una politica più netta nel campo della mobilità.

Insomma: bisogna scegliere, o si inizia gradualmente, ma decisamente a togliere auto per dare spazio a bus tram e bici oppure nessuna reale politica a favore del trasporto pubblico, della ciclopedonalità della scurezza stradale e dell’aria pulita è possibile a Padova. E questa è una constatazione fisica: è la legge dell’incompenetrabilità dei corpi.

Lucio Passi, Coordinatore Legambiente Padova

Commenti (2)

Infortunati causa binario Metrobus e sconessione pavimentazione

Il Comitato Vittime Metrobus desidera commentare l'articolo del Sig. Lucio Passi.

elenchiamo alcuni punti,

1) ci chiediamo, e' stato fatto uno studio di fattibilita', per l'inserimento di un tram?, metrotram?,metrobus?nel centro di Padova? ed in particolare nella tratta delle riviere? se si da chi e' stato fatto? e se non e' stato fatto come si puo' nel 2000 lanciarsi in una simile avventura?

2) decine e decine se non centinaia sono i ciclisti, motociclisti e pedoni caduti a causa delle buche della pavimentazione sconnessa e dell'insidia e trabocchetto formato dall'incavo della fossa che misura da bordo a bordo ben cm.13,5 con solo 2,5cm. di superficie del binario e ben cm. 4,5 di fossa per parte, una trappola mortale e se fino ad oggi non c'e' scappato il morto e' solo questione di tempo, forse domani? dopodomani? tra una settimana? le persone che si sono ferite in maniera grave come il sottoscritto, si chiedono: ma in termini di costi sociali operazioni,ricoveri giornate di lavoro perse INAIL,INPS,etc. etc. a quanto ammontera' il costo? chi paghera' questo scempio?senza contare i danni fisici subiti da noi e quelli relativi ai postumi futuri che rimarranno sui nostri organismi? chi paghera'chi?

3) ci sembra gia' di sentire l'Italico scaricabarile dove nessuno si riterra' responsabile, ma siamo ben decisi ad andare fino in fondo e cercheremo di fare di tutto perche' cio' che e' capitato a noi non succeda ad altri, questo ci impone la nostra coscienza di cittadini e di esseri umani.
4) personalmente ho abitato 6 anni a Milano dal 1970 al 1976 c'era il tram e nel periodo in questione ho attraversato la citta' con bici e moto ricordo che avevo un Solex una sorta di bici con un motorino posato sulla ruota anteriore NON SONO MAI CADUTO mi chiedo ancora oggi come sia stato possibile cadere in questa citta', poi quando ho controllato misurato e filmato tutte le riviere ho capito.

Cordiali Saluti

(22 Aprile 2005)

Gino De Pauli

nightman@hotmail.it

Translohr

Ma insomma, vi decidete o no a finire questo pseudotram? Anche se presumibilmente darà un mare di fastidi, è pur sempre meglio degli autobus.

(8 Marzo 2006)

V. Formigari, Roma

vformigari@alice.it

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