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Independence Day

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(5 Luglio 2010) Enzo Apicella
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La guerra imperialista avanza a grandi passi
Solo la mobilitazione operaia e popolare
può fermarla!

(8 Febbraio 2015)

natoisawarmachine

La situazione che si sta sviluppando attualmente in Ucraina minaccia di
degenerare in conflitto militare di grande ampiezza. I negoziati trilaterali, svolti sotto la crescente pressione degli USA che mirano al pieno controllo dell’Ucraina dopo aver realizzato il golpe per mezzo di forze fasciste, non hanno portato a un cessate il fuoco stabile.
All’origine dello scontro vi sono le contraddizioni interimperialiste, che la crisi economica e politica capitalistica continua a inasprire.
Queste contraddizioni si esprimono principalmente: a) nella politica bellicista dell’imperialismo USA, che rimane la prima potenza imperialista, soprattutto sul piano delle capacità militari, e che mira a conservare la sua egemonia in declino; b) nel tentativo impresso dall’imperialismo tedesco per rafforzare la sua leadership nell’UE e sviluppare una politica estera più decisa; c) nella risposta
aggressiva dell’imperialismo russo che si vede assediato e privato della sua sfera di influenza in Ucraina, paese che ha una posizione chiave, vaste risorse naturali ed è attraversato da vie di transito energetiche.
La realtà dimostra che l’inevitabilità della guerra fra i paesi imperialisti e capitalisti continua a sussistere.
Il mutamento dei rapporti di forza fra potenze imperialiste, l’implacabile concorrenza per i mercati e il saccheggio delle materie prime, il controllo delle fonti di energia e delle sfere di influenza, i conflitti commerciali, hanno come logica conseguenza un adattamento delle strategie belliche delle potenze imperialiste, per preparare la guerra.
In questo scenario, si spiega la decisione USA/NATO di alzare un nuovo muro in Europa, con lo spiegamento di 30 mila militari della «Forza di risposta» nei paesi dell’Europa orientale, la creazione di nuove basi, il varo di una «Forza di punta» dispiegabile in pochi giorni e l’assistenza militare diretta al governo ucraino.
Si tratta di una escalation militare funzionale allo spostamento degli interessi strategici nordamericani verso est, a sostegno dei loro vasalli nel Baltico, in Polonia, in Ucraina, in Georgia, in Moldova, per circondare e minacciare la Russia, così come per bloccare le ambizioni tedesche.
Allo stesso tempo, la NATO estende la sua azione nel Meditteraneo (dove sono previste grandi manovre navali), in Nordfrica e in Medio Oriente, zona in cui l'ISIS, notoriamente finanziato, armato e addestrato da Zio Sam e dai suoi alleati, svolge una duplice funzione: smembrare gli stati della regione (Siria, Iraq) e essere usato come pretesto per lo scatenamento della guerra imperialista.
Mentre in Europa si torna ad un “guerra fredda”, sempre più accompagnata da quella calda, aumentano le spese militari e si accelera la corsa al riarmo convenzionale e all’ammodernamento di quello nucleare, sotto la spinta dai monopoli del settore militar-industriale, battistrada della politica bellicista e della reazione politica.
I crescenti pericoli di guerra riguardano chiaramente il nostro paese, considerato dagli USA come una piattaforma geostrategica e un tassello fondamentale della strategia militare che punta a un aumento del confronto militare con la Russia.
I piani aggressivi della NATO godono dell'appoggio del governo Renzi, che prosegue la politica borghese di vassallaggio e di sottomissione agli Stati Uniti e alla UE dei monopoli.
La politica di guerra e l’interventismo militare all’estero si traducono sul "fronte interno" nell’aumento dello sfruttamento e dell’oppressione della classe operaia, nei tagli alle spese sociali per finanziare l’aumento del “contributo” alla NATO, nei mezzi di “distrazione di massa” per deviare il crescente malcontento popolare, nella repressione e nelle trasformazioni reazionarie e livello politico-istituzionale.
La denuncia del carattere imperialista dei conflitti e delle guerre locali in corso, che servono gli interessi delle classi dominanti, la denuncia della partecipazione servile dell'imperialismo italiano, lo smascheramento delle menzogne e degli inganni della borghesia e degli opportunisti, sono per noi questioni ineludibili e legate alla lotta per abbattere l’imperialismo e costruire il socialismo.
Nella pericolosa situazione attuale, chiamiamo tutte le forze comuniste, rivoluzionarie,
antimperialiste, gli amanti della pace a intensificare la lotta contro la politica di guerra
dell'imperialismo, per il ritiro immediato delle truppe all’estero, per gettare a mare le basi USA e NATO, per dire no agli F-35 e al MUOS, per la drastica riduzione delle spese militari e l’aumento di quelle sociali, per la solidarietà ai popoli in lotta contro l'imperialismo e la reazione, per una politica di pace e collaborazione fra i popoli.
Denunciamo la presenza militare statunitense in Italia, esigiamo lo smantellamento delle centinaia basi USA e NATO e la chiusura delle servitù militari, l'uscita dalla NATO e il suo scioglimento!
E’ su queste fondamentali questioni che va sviluppato il dibattito e rilanciata l’iniziativa politica per la formazione di un’ampia coalizione popolare, di sinistra, antimperialista e antifascista, più che mai necessaria per sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria di massa contro l’offensiva capitalista, la reazione politica e le minacce di guerra.
7 febbraio 2015

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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