">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

(30 Aprile 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

RIVOLUZIONE O SOTTOMISSIONE: VERSO IL NOSTRO OTTO MARZO

(19 Febbraio 2015)

Conegliano
Sala Informagiovani al Biscione
Piazzale Zoppas ore 20:30

rivoluzioneosottomissione

VENERDI 20 FEBBRAIO ore 20:30
proiezione del film “PERSEPOLIS”
(2007) Marjane Satrapi

VENERDI 27 FEBBRAIO ore 20:30
proiezione del documentario “YPJ UN GIORNO IN SIRIA TRA LE DONNE KURDE COMBATTENTI”

GIOVEDI 5 MARZO ore 20:30
Assemblea dibattito
“RIVOLUZIONE O SOTTOMISSIONE: IL NOSTRO OTTO MARZO”
interverranno compagne militanti di partiti e collettivi di sinistra

LA LIBERAZIONE DI UNA SOCIETA' LA SI PUO' MISURARE DAL LIVELLO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA

Nel nuovo disordine mondiale portato dalla globalizzazione capitalistica, per le donne si registra una frenata generalizzata a livello planetario dell'espansione dei diritti. La crisi economica che si è scatenata nel 2008 ha peggiorato la condizione lavorativa, già di per se grave nei periodi di espansione del capitale, del proletariato femminile. Ha determinato, infatti, una crescita della disoccupazione tra le donne proletarie. Oltre alla condizione di mancanza di lavoro, si aggiunge, laddove il lavoro si riesce a trovare, la condizione di doversi accontentare quasi sempre di lavori precari e sottopagati. Emerge in questo clima di disperazione sociale un fenomeno, non proprio nuovo per le donne appartenenti alla classe dei proletari; l’affiancamento della prostituzione al lavoro precario. Lo scambio di natura sessuale, a cui sono costrette le donne proletarie, viene a svolgere un ruolo di mantenimento e di mezzo intermediario per l’ottenimento o la conservazione di un lavoro, quale che sia. I motivi sono sempre gli stessi la necessità di assicurarsi un posto di lavoro, la paura di perdere un posto di lavoro. La regola è il ricatto, spesso accettato sotto silenzio anche dal sindacato e, nel caso di licenziamenti di personale per crisi o per altri motivi addotti dall'azienda, le prime ad essere licenziate sono le lavoratrici, considerate da sempre un elemento da non tutelare o da tutelare parzialmente, in quanto secondo una morale reazionaria possono benissimo tornare ai fornelli di casa. La mancanza di servizi e di assistenza è un ulteriore dramma per i proletari. Anche qui vengono colpite in maniera forte proprio le donne. Le proletarie sono costrette a provvedere alla cura della prole e, quindi, al lavoro domestico oltre a quello da svolgere fuori casa a causa o dell’assenza o del costo dell’asilo nido, sia esso pubblico che privato, spesso insostenibile per molte famiglie. Alla cura della prole si aggiunge quella verso i familiari non autosufficienti (con gravi malattie fisiche o mentali, portatori di handicap, anziani). I continui tagli ai fondi per le politiche sociali hanno sempre più diminuito i pochi servizi di assistenza gratuita o semi-gratuita che esistevano in passato. Conseguentemente, un sempre maggior numero di donne del proletariato sono costrette a rinunciare al proprio lavoro per trasformarsi in badanti/infermiere, o a fare sforzi disumani per gestire contemporaneamente lavoro ed accudimento dei familiari. Il problema non si pone invece per la classe borghese, la quale può ricorrere a cliniche private o allo sfruttamento delle badanti, in maggior parte immigrate e nella stragrande maggioranza costrette a lavorare a nero, sottopagate e senza nessuna tutela. Anche se la condizione femminile e la morale sessuale sono oggi molto mutate assistiamo, poi, a due fenomeni paralleli, apparentemente contraddittori, ma in realtà entrambi figli della stessa morale borghese: l’offensiva continua in difesa dei “valori tradizionali” e la dilagante mercificazione dei corpi femminili. In entrambi i casi le donne vedono il loro stesso corpo diventare strumento e bersaglio dei reazionari e della borghesia in generale. Il diritto delle donne ad autodeterminarsi, a decidere del proprio corpo, é continuamente sotto attacco come testimoniano la criminalizzazione dell’aborto o le restrizioni disumane in materia di procreazione medicalmente assistita (legge 40 del 2004). Ovviamente l’elemento sovrastrutturale della religione cattolica interviene a gamba tesa su tali questioni, comunemente e ipocritamente definite “etiche” in un Paese come il nostro, il quale non tenta nemmeno di essere laico e indipendente dalla Chiesa.
Questo discorso va allargato a tutte le forme di integralismo religioso in cui il patriarcato sviluppa le sue forme più feroci e le donne si trovano ridotte a vivere in condizione di sottomissione all’autorità dell’uomo.

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Treviso

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Questioni di genere»

Ultime notizie dell'autore «Partito Comunista dei Lavoratori»

8736