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Falluja

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(5 Aprile 2010) Enzo Apicella
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l'aumento delle malformazioni congenite a Falluja, bombardata con il fosforo nel 2004

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Irak: Bimbi che muoiono di fame sotto occupazione “democratica”

(17 Aprile 2005)

6 aprile 2005 – Chiunque ancora tenti di difendere l’occupazione USA dell’Iraq come un’occupazione in certo qual modo di natura umanitaria, invece di consentire il passaggio del paese nelle mani stesse degli Iracheni, ha ricevuto il 30 marzo un duro colpo da prove contrarie in modo schiacciante: lo specialista per le problematiche della fame presso le Nazioni Unite, Jean Ziegler, ha dichiarato in un documento rivolto alla Commissione ONU sui Diritti Umani che in Iraq si sono raddoppiati i bambini malnutriti, dal momento in cui nel 2003 è iniziata l’occupazione. Per essere precisi, “i tassi di malnutrizione nei bambini sotto i cinque anni si sono per lo meno raddoppiati dopo l’intervento scatenato dagli USA, molto vicino all’8% alla fine del 2004.” Il rapporto dell’ONU afferma che è in aumento il numero dei bambini Iracheni che non hanno abbastanza cibo da mangiare e più di un quarto sono cronicamente malnutriti. La situazione è “un risultato della guerra condotta dalle forze della coalizione”: questo ha riferito Ziegler ai componenti della commissione di 53 nazioni.

“Il massacro silente, giornaliero, a causa della fame è una forma di assassinio. Questo deve essere combattuto ed eliminato,” ha denunciato Ziegler.
Prima della guerra, usando i fondi derivati dal Programma “Petrolio in cambio di Cibo”, il governo Baatista di Saddam Hussein aveva procurato di organizzare la distribuzione di cibo sufficiente alla popolazione dell’Iraq, in modo da alimentare quasi tutta la gente. Al massimo, questo veniva a costare fra 1 e 2 miliardi di dollari$ all’anno.
Il denaro che è scomparso nel guazzabuglio contabile del regime di occupazione è sicuramente molto di più. All’inizio dell’occupazione, l’Autorità di Occupazione della Coalizione aveva messo le mani su 8 miliardi di dollari$ delle rimesse del Programma “Petrolio in cambio di Cibo” e di queste non ne aveva dato più conto. L’impresa “Halliburton e Bechtel” aveva valutato questa quantità come eccedente, più che sufficiente a sfamare gli Iracheni. Ora, molti bambini Iracheni stanno soffrendo la fame dopo due anni di occupazione Statunitense.

La malnutrizione è il più importante, ma non l’unico, fattore che contribuisce all’aumento del tasso di mortalità infantile in Iraq. Accanto a questo, vi è la mancanza di acqua potabile, che provoca letale dissenteria e diarrea, e il completo collasso del sistema sanitario che, prima delle sanzioni del 1990, aveva cura di tutti gli iracheni.
I miliardi confluiti nelle casse della “Halliburton e Bechtel”, che aveva sottoscritto contratti per la ricostruzione di tali sistemi, sanitario e idrico, hanno fornito risultati molto prossimi al nulla per il popolo Iracheno, eccetto il fatto che hanno fornito agli Iracheni ancora di più ragioni per appoggiare la Resistenza.

Le azioni della Resistenza si stanno sviluppando

Rispetto ai mesi che hanno portato al trucco delle elezioni Irachene del 30 gennaio, che alla fine sono sfociate il 5 aprile nella scelta di un presidente, ma non ancora di un qualche governo, di recente vi è stata scarsa copertura dei mezzi di informazione di massa. Questa sembra essere la strada favorita dall’Amministrazione Bush per far fronte al suo dilemma Iracheno: tentare pubblicamente di pretendere che il rebus non esista.
Uno degli ultimi giornalisti veramente indipendenti, Dahr Jamail, ha reso noto in gennaio che una stima per difetto della proporzione della gente comune Irachena che appoggia il movimento della Resistenza si aggira attorno all’80%. Jamail, che ora sta compiendo un giro di conferenze negli Stati Uniti, ha messo in evidenza come anche gli Iracheni, che erano oppositori di Saddam Hussein e che avevano dato il benvenuto alla sua caduta nel 2003, siano ora disgustati dall’occupazione condotta dagli Stati Uniti. Tutti costoro considerano ogni Iracheno che lavora con il nuovo governo o con il Pentagono come un collaboratore, cosa effettiva, e lo tengono nel più profondo disprezzo.
Gli attacchi della Resistenza portati nei pochi mesi passati si sono concentrati sulle forze della polizia Irachena e sulla Guardia Nazionale Irachena, più che contro le truppe degli USA. Notizie dell’ultimo aprile indicano che questa fase della Resistenza sta per concludersi.
Il 3 aprile, un gruppo di insorti composto fra i 40 e i 60 combattenti ha attaccato la prigione tristemente famosa di Abu Ghraib e ha sostenuto una battaglia contro le truppe Statunitensi a guardia della prigione. Questo campo di prigionia, dove le guardie USA hanno torturato i detenuti, contiene ancora 3.000 prigionieri Iracheni. Il Pentagono ha riportato che le sue forze hanno subito 44 perdite, fra morti e feriti.
L’escalation nelle tattiche delle forze della Resistenza significa che i soldati delle forze di occupazione non possono sentirsi più a lungo sicuri, nemmeno nelle loro basi pesantemente armate e protette. Inoltre significa che le forze della Resistenza sentono che possono confidare sull’appoggio delle loro masse, e quindi che possono arrischiarsi a scontri a larghe dimensioni e sopportare gravi perdite della loro parte, con la consapevolezza che molti di più sono pronti a completare i ranghi lasciati scoperti dai loro combattenti caduti.

indirizzo dell'articolo originale in inglese: http://www.uruknet.info?p=11034

John Catalinotto

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