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L'agonia del berlusconismo

Cosa c'è sotto la crisi di governo

(17 Aprile 2005)

In Italia non abbiamo avuto né la Riforma né la Rivoluzione (borghese). In compenso, ci siamo sorbiti (e ci stiamo sorbendo tuttora) i miasmi della Contro-riforma; e, invece della Rivoluzione (borghese), abbiamo avuto il Risorgimento e la Resistenza (che però anche sommati assieme non fanno la Rivoluzione...). Risultato, l’Italia di oggi, partorita dal Risorgimento e dalla Resistenza, passata attraverso il regime democristiano prima, il compromesso storico poi, e virata verso neo-liberismo e globalizzazione, si è ritrovata nelle braccia del berlusconismo.

Il secondo governo Berlusconi è da tempo in crisi acuta per la crisi propria del berlusconismo, ma continua a stare in piedi per le difficoltà di ricambio. La crisi del berlusconismo è iniziata con la rovina finanziaria delle classi medie trascinate dal sogno berlusconiano dell’arricchimento monetario attraverso i giuochi di borsa, le speculazioni immobiliari e commerciali (pubblicità, media, spettacoli). Ed è causa ed effetto del riassetto della forma Stato, nodo della crisi politica italiana. Per questo il ricambio è difficile.

La forma Stato dominante in Italia negli ultimi 25 anni è lo Stato reazionario, macchina di potere del blocco parassitario. Questo blocco socialmente si è andato via via restringendo. Ed oggi si basa su pochi gruppi industriali-commerciali-finanziari, su un pugno di gruppi bancari, su una dozzina scarsa di gruppi assicurativi-immobiliari e su una squadriglia di speculatori finanziari. Questi gruppi di potere premono sul marciume politico ed istituzionale affinché la macchina statale intensifichi la razzia del lavoro delle risorse e dei risparmi, ricorrendo a ogni aggressione, a protezione dei loro salassi e rendite.

La crisi del berlusconismo segna quindi il passaggio a un potere più rapace, dallo Stato reazionario allo Stato rentier. Guai comunque a credere che la crisi del berlusconismo renda possibile una politica meno razziatrice e aggressiva. Al contrario, i gruppi di potere, per salvarsi dalla crisi generale e per competere coi loro concorrenti, sono lanciati nelle imprese più brigantesche e assassine, che ci sia un governo di centro-destra o di centro-sinistra.

Il berlusconismo è l’ultima versione di un secolo di mistificazioni ideologiche del potere e del clericalismo. Esso non è il portatore di una cultura di destra se per cultura di destra s’intende un’ideologia autoritaria e ordinista. Esso è un supermarket di viscerale anti-comunismo. La specificità del berlusconismo è quella di avere elevato l’ideologia della politica-affare a sistema di governo. Ma gli affari, si sa, delle volte vanno bene, altre vanno male. Ora, pare proprio, che gli intrallazzi berlusconiani comincino a fare acqua da tutte le parti.
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s.b.

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