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8 marzo 2015
DONNE... IN LOTTA CONTRO IL GOVERNO RENZI!

(5 Marzo 2015)

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Le leggi e i provvedimenti del governo Renzi nei confronti della maggioranza delle donne si traducono in un doppio attacco, che unisce licenziamenti, precarietà, mancanza di lavoro a più oppressione nelle condizioni di lavoro e di vita.

Che cosa significa per noi donne una legge come il Jobs Act, per la cui approvazione questo governo si è molto impegnato con tutta una campagna ideologica, mass mediatica per spacciarla come la soluzione a una disoccupazione vergognosa e dilagante nel nostro paese, che colpisce in particolare le donne e i giovani?
Con le nuove regole sulle assunzioni, che cancellano l’art.18, il governo Renzi ha dato ai padroni la libertà di licenziare, ha legittimato la precarietà permanente, altro che risolvere la disoccupazione! Per le donne in particolare, considerate spesso “spese in più” dai padroni per via della maternità per esempio, il Jobs Act ne aggrava la condizione lavorativa con una maggiore precarietà; i padroni possono ricorrere a più contratti a termine o non assumere alla scadenza dei tre anni prima del passaggio a tempo indeterminato, ricacciando a casa la lavoratrice. Nessun provvedimento c'è nel Jobs act per le donne disoccupate, né in termini di possibilità lavorative né di salario garantito. Tutto questo non fa che peggiorare la nostra dipendenza e subordinazione nella famiglia.
Per noi donne aumentano le discriminazioni sul e per il lavoro (la stessa direttrice del Fondo Monetario Internazionale è arrivata a parlare di “sessismo sul lavoro e cospirazione verso le donne”) e la grave introduzione del “demansionamento” nel Jobs act sarà un'arma dei padroni per togliere diritti contrattuali alle donne. Alle vecchie e nuove discriminazioni poi, si uniscono spesso attacchi sessisti alla nostra dignità da parte di padroni e capi e ricattabilità per le donne, costrette a subire anche molestie sessuali.
Si mettono più a rischio diritti come l’indennità di maternità e si colpiscono ancora le lavoratrici madri che con una peggiore situazione di precarietà lavorativa hanno più difficoltà, per es., a rientrare nei requisiti per gli asili pubblici, ecc.
Ma Renzi, dall’alto della sua ipocrisia, dice invece che “lui ci pensa eccome alle donne!”. Ed ecco che, con il consenso delle sue ministre - il cui disprezzo verso noi donne, in particolare le proletarie, non ha limiti - Renzi ha sfornato il “nuovo” vergognoso provvedimento del Bonus Bebè, una misera elemosina di stampo fascista in cambio della “produzione” di figli… Ma quanta benevolenza! Non certo per le donne! Ma solo e ancora una volta per il mercato dei padroni.

Meno figli in questa società significano meno braccia da sfruttare per accumulare il loro profitto ed è un pericolo che le donne si sottraggano a quello che deve essere un loro ruolo funzionale a questo sistema sociale capitalistico: macchina riproduttrice e strumento al servizio del lavoro di cura in famiglia. Se poi i figli non si possono campare, al governo Renzi non interessa un bel fico secco! L’importante è lavorare alacremente per la classe dominante in ogni ambito!

La riforma della “buona scuola”, altro cavallo di battaglia del governo, sempre più a misura degli interessi del Capitale, colpirà tante donne visto che la popolazione lavorativa del mondo scolastico è in maggioranza al femminile.
Dietro termini quali meritocrazia, organici funzionali, sburocratizzazione, digitalizzazione, esternalizzazione dei servizi di segreteria… e dietro i proclami mensili sulla stabilizzazione dei precari, il governo si prepara a ricacciare a casa tante lavoratrici, tagliando ulteriormente sugli organici, eliminando la chiamata dei supplenti temporanei, ecc.

Anche sul piano sociale, il governo Renzi peggiora soprattutto la condizione delle donne. Il provvedimento sul piano casa colpisce moltissime famiglie senza casa in cui tante sono le donne che lottano, contro cui il governo ha risposto invece con una pesante azione repressiva. Gli ulteriori tagli alla sanità, fatti con la legge di stabilità - 3mila posti letto in meno! - scaricano tutto sulle donne il lavoro di cura e assistenza sanitaria e ancora oggi una neonata neanche viene al mondo e muore uccisa dalla mancanza di strutture ospedaliere adeguate.


Il Governo Renzi è, quindi, CONTRO la maggioranza di noi donne.
E non si tratta solo di un attacco alle nostre condizioni di vita, perché questo non fa che aumentare a livello di massa l’humus reazionario, sessista e maschilista, la concezione di subordinazione delle donne sul piano sociale, l’oppressione in famiglia, un clima e condizione che portano più facilmente alla legittimazione della violenza fino ai femminicidi…
E' questo attacco sistemico, continuo contro le donne, la vera violenza!
Renzi, che si è fatto un vanto per aver messo nel governo più ministre, che però si comportano come servette, più realiste del re, una vera offesa per le donne, è in realtà il "primo maschilista"!


Ecco perché questo 8 Marzo scendiamo in piazza contro il governo Renzi dicendo a tutte le lavoratrici, disoccupate...
“Noi donne dobbiamo e vogliamo essere la forza più combattiva per uno sciopero generale per la caduta del governo Renzi, delle sue odiose ministre e dei suoi provvedimenti.
Abbiamo doppie ragioni per farlo!”


Abbiamo dimostrato con lo sciopero delle donne del 25 novembre 2013 quanto possiamo essere forti, unite, decisive per fare dello sciopero una rivolta sociale che metta in discussione tutti gli aspetti odiosi di questo sistema, perché “TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE CAMBIARE”

Lavoratrici, precarie, disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe, Movimento femminista proletario rivoluzionario

Fonte

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