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    Roma, Nido Ama: lavoratrici tra orgoglio e incertezza

    (8 Marzo 2015)

    Proseguendo il nostro viaggio all'interno delle strutture educative rivolte alla prima infanzia, questa volta ci confrontiamo con l'Asilo Nido Aziendale in Convenzione Ama, collocato nel quartiere Laurentino 38. Ci aiuta a comprendere la storia e il futuro (non privo di incognite) di questa realtà Ramona Pompei, educatrice e Rappresentante Sindacale USI.

    nidoama

    Intanto, ci interesserebbe qualche cenno “storico”, a partire dalla nascita del Nido…
    Il Nido AMA inizia le sue attività nel 2005-2006: io ci lavoro da allora. In principio, il Comune ne aveva affidato la gestione alla Farmacap, ma successivamente, tale Convenzione non venne confermata e l’Azienda Speciale Socio-Sanitaria si ritrovò a gestire unicamente il Nido dell’Infernetto. Nel 2009-10, la Struttura venne affidata in Convenzione all’Ente IPAB-Conservatorio di S.Caterina: una situazione rimasta invariata fino a luglio 2012, quando, in seguito a un nuovo bando AMA, subentrò un altro gestore, MODAVI Onlus, un Ente di Beneficenza, che “riassorbì” il personale, in linea con una clausola del Bando stesso. Il 29 agosto di quell’anno, l'Ente ci ha contattae e, con l’aiuto dei Sindacati, siamo riuscite ad ottenere il mantenimento del contratto nazionale FISM (Federazione italiana scuole materne), utilizzato nelle scuole materne non statali per il personale addetto ai servizi per l’infanzia e secondo, per condizioni di lavoro, solo al Contratto dei Comunali. Per quanto riguarda gli stipendi, inizialmente vi sono state delle difficoltà, ma la situazione si è sbloccata: ciò soprattutto in seguito ad un incontro avvenuto in Via dei Cerchi, presso il Dipartimento alle politiche scolastiche ed educative, con la partecipazione di AMA, di MODAVI e delle Organizzazioni sindacali, durante il quale si è chiarito che ulteriori ritardi dei pagamenti da parte di AMA avrebbero messo l’Ente gestore nell’impossibilità di erogare gli stipendi, con conseguenti malumori nel personale che ogni giorno presta servizio all’Asilo.

    Puoi spiegarci che tipo di Convenzione ha il Nido?
    Il Nido è soggetto a Convenzione diretta del Comune, cui AMA deve attenersi prima di emettere il Bando nei confronti dell’Ente che, poi, andrà a gestire la Struttura. Il Nido, ad ogni rinnovo da parte dell’Amministrazione Comunale, deve essere accreditato come Nido comunale; ciò che però non si capisce è perché, a fronte del carattere triennale delle Convenzioni comunali, i Bandi dell’AMA abbiano la durata di un anno.

    Il Nido è solo aziendale o aperto anche al territorio?
    L’offerta educativa della nostra struttura è rivolta ai dipendenti AMA, ma contemporaneamente aperta al Territorio (siamo in Via G.Lucini 16, al Laurentino 38), e i genitori dei bimbi residenti nel Municipio possono accedere ai nostri servizi attraverso la relativa Graduatoria. La capienza del Nido è di 69 bambini e bambine; attualmente i piccoli utenti sono 66. Va sottolineata, però, una delle differenze tra noi e le lavoratrici dei Nidi pubblici comunali (anche se non si ripeterà mai abbastanza che il nostro è un servizio pubblico a tutti gli effetti!): l’accettazione dei bimbi dei dipendenti AMA da noi è possibile fino a Giugno, e non limitata all’inizio dell’anno scolastico come nelle strutture gestite direttamente dal Comune.

    Com'è composta e quali titoli di studio ha la vostra équipe di lavoro?
    Noi Educatrici siamo in tredici. Ci sono, poi, due Ausiliarie, una Cuoca, un aiuto-Cuoco, una Coordinatrice e un Segretario. Otto delle Educatrici sono diplomate (io, ad esempio, ho conseguito la maturità al Liceo socio-pedagogico), sei sono laureate (Psicologia o Scienze dell’Educazione).

    Prima hai accennato alla vostra situazione contrattuale, puoi entrare nel merito?
    Le Educatrici hanno il contratto nazionale FISM a 32 ore settimanali; da ottobre, siamo a tempo indeterminato, ma si tratta di un “indeterminato” fittizio, giacché il Gestore MODAVI Onlus può assicurarci la continuità del servizio fino alla scadenza del Bando (31 luglio 2015). Qualora il Bando non gli fosse rinnovato, l’Ente si troverà nella necessità di licenziarci. E quest’anno scade anche la Convenzione triennale tra il Comune e l’AMA: solo nel caso in cui tale Convenzione venga rinnovata, l’AMA potrà rinnovare il Bando, altrimenti sarà nelle condizioni di garantire il servizio esclusivamente ai 20 bimbi dei dipendenti AMA. A ben vedere, tale scenario sarebbe incompatibile con il mantenimento di una struttura delle dimensioni del Nostro nido.

    Quali Organizzazioni sindacali sono presenti nel Vostro nido?
    La CGIL, firmataria dei Contratti sin dai tempi della Gestione FARMACAP, e l’USI, il sindacato per il quale sono Rsu, già presente anch’essa fin dalla prima fase. I rapporti con l’Ente gestore sono, al momento, discreti: vi è un interesse comune a mantenere i contratti attualmente in vigore.

    Il futuro dell’AMA, come di altre Municipalizzate, oggi appare incerto. L’amministrazione di Roma, cavalcando l’inefficienza (invero, creata ad arte) del servizio di gestione dei rifiuti, sembra spingere verso una sua privatizzazione, con conseguenti tagli occupazionali, eliminazione di rami aziendali ecc. Come vivete questa situazione e quali problemi potrebbe comportare per voi?
    Per noi, la questione sarà capire cosa l’AMA – ammesso che esisterà ancora - vorrà fare: l’Azienda in questione potrebbe comunicarci da un giorno all'altro di non essere più interessata al Nido. Entro aprile-maggio il Comune “dovrebbe” rinnovare la Convenzione con l’AMA, e “forse” l’Azienda la accetterà. Vorremmo capire se, a noi lavoratrici, ci stanno “tenendo buone” fino a luglio per poi chiudere la struttura in cui prestiamo servizio: in questo caso ci mobiliteremo, sollecitando l’appoggio dei genitori dei bimbi. La chiusura del Nostro nido avrebbe una ricaduta disastrosa sulle famiglie, sui genitori dei nostri piccoli utenti, annullando anni di sforzi volti a garantire un’offerta educativa e didattica di alto livello, e privando inoltre venti persone del loro posto di lavoro. Lavoratori e lavoratrici che hanno bisogno e diritto di sapere cosa faranno dal settembre 2015. D’altra parte, la situazione in cui versa l’AMA non è un mistero per nessuno, ed il suo futuro è una vera e propria incognita.

    A proposito di ipotetiche battaglie comuni con i genitori: normalmente, che tipo di scambio avete con loro?
    Risulta estremamente difficile sensibilizzare i genitori sui problemi del settore, se noi che ci lavoriamo non sappiamo nemmeno quale sarà il nostro futuro nei prossimi mesi. Momenti di riflessione, di mobilitazione e di lotta comune tra lavoratrici e genitori potranno svilupparsi soltanto quando e se AMA uscirà allo scoperto e rivelerà le proprie intenzioni. Purtroppo alcuni genitori pensano che l’Educatrice sia una sorta di baby sitter: ciò non tiene conto né della nostra formazione, né del faticoso apprendimento che facciamo ogni giorno sul lavoro (che, ci tengo a precisarlo, a mio giudizio vale più di qualsivoglia titolo di studio). Normalmente, le domande che un genitore ci rivolge sono limitate a “Mio figlio ha mangiato? Ha dormito?”. Non tutti si chiedono come facciamo a tenere insieme – tanto per restare al nostro singolo caso - 66 bimbi, divisi in tre sezioni (Piccoli, Medi, Grandi, per 6/7 ore), e non è frequente neppure che ci chiedano qualcosa sulla socialità dei loro figli. Però è vero anche che alcuni papà e alcune mamme, i cui bimbi sono stati da noi, ci vengono a trovare, anche a distanza di anni, esprimendo giudizi molto positivi sul nostro operato. Una bella soddisfazione, per noi che siamo considerate come “educatrici di serie B”, cui ad esempio è preclusa la possibilità di accedere ai Concorsi di Roma Capitale, nonostante lo svolgimento delle proprie mansioni in servizi comunali a tutti gli effetti. Del resto, il Comune ci impone regolarmente di partecipare a corsi di formazione e di aggiornamento assieme alle lavoratrici Comunali, salvo poi riservarci un trattamento di gran lunga peggiore. Ma non finisce qui! Vi faccio un altro esempio per rendere più chiaro il concetto: nel 2014, per la prima volta, i Nidi comunali sono rimasti chiusi nel mese di Luglio, “dirottando” i bimbi in quelli convenzionati, con gravi conseguenze sulla qualità del lavoro da noi svolto... Non è forse la conferma a un tempo del carattere pubblico della nostra attività e di quanto essa sia disprezzata dalle istituzioni? In considerazione di ciò, vorrei che le importanti mobilitazioni svolte dalle colleghe comunali esprimessero in modo più chiaro l’obiettivo di garantire gli stessi diritti a tutte le lavoratrici del Comparto educativo, a partire dalla rivendicazione di una retribuzione mai al di sotto dei 1300 Euro. Ma tornando al rapporto con i genitori e, quindi, con la cittadinanza nel suo assieme, il mio auspicio è che si capisca che il vero problema non è il funzionamento del nostro Nido, in cui si offre un servizio di qualità, grazie alla professionalità del suo personale, educativo e non. La questione è invece che ricopriamo un ruolo estremamente delicato e che, se da una parte non ci facciamo condizionare, nel nostro lavoro a contatto con i piccoli utenti, dalla brutta situazione in cui, come lavoratrici, ci troviamo, dall’altra non si può negare il nostro disagio, dovuto alle tante incognite circa il futuro di questo Nido. Vogliamo che AMA ci rassicuri sul fatto che, per i prossimi tre anni almeno, manterremo il posto di lavoro. Ma il problema non è solo nostro: i genitori, perlopiù lavoratori entrambi, di norma hanno già abbastanza difficoltà nell'accesso alle Graduatorie dei Nidi e, successivamente, a quelle delle Scuole Materne. La chiusura di questo Nido, come di altre strutture del territorio, andrebbe ad aggiungere ulteriori difficoltà nel vissuto quotidiano dei genitori, minando in primo luogo il benessere e la serenità dei bambini e delle bambine.

    A cura de Il Pane e le rose – Collettivo redazionale di Roma

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