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il pane e le rose

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Memoria e valori nelle canzoni. QUEI BRIGANTI NERI

(10 Marzo 2015)

Il testo di questa canzone risale al 1944, testo anonimo, diffuso tra i partigiani dell'Ossola, che riprende in chiave resistente alcuni elementi della vicenda di Sante Caserio e della ballata che narra il suo interrogatorio. La citazione del pugnale riporta a Sante, che uccise il presidente francese Carnot con un colpo di pugnale; lo stesso per l'appello alla madre.

Quei briganti neri

E quei briganti neri mi hanno arrestato,
In una cella scura mi han portato.
Mamma, non devi piangere per la mia triste sorte:
Piuttosto di parlare vado alla morte.

E quando mi han portato alla tortura,
Legandomi le mani alla catena:
Tirate pure forte le mani alla catena,
Piuttosto che parlare torno in galera.
E quando mi portarono al tribunale
Dicendo se conosco il mio pugnale:
Sì sì che lo conosco, ha il manico rotondo,
Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo.
E quando l'esecuzione fu preparata,
Fucile e mitraglie eran puntati,
Non si sentiva i colpi, i colpi di mitraglia,
Ma si sentiva un grido: Viva l'Italia!
Non si sentiva i colpi della fucilazione,
Ma si sentiva un grido: Rivoluzione!



8-3-15

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