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Se ero tibetano...

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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    FERMIAMO LA MATTANZA OCCUPAZIONALE NEL COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE-INDOTTO: E’ L’ORA DELLE ASSUNZIONI

    (15 Aprile 2015)

    cubtrasporti

    MANIFESTAZIONE DAVANTI AL MINISTERO DEL LAVORO GIOVEDÌ 23.4.2015 DALLE ORE 9,30 (VIA VITTORIO VENETO 56)
    E’ ORA CHE MINISTRO DEL LAVORO CONVOCHI UN TAVOLO DI CONFRONTO SULLA SITUAZIONE DEL COMPARTO AEREO
    -AEROPORTUALE-INDOTTO:
    continua a crescere esponenzialmente il traffico passeggeri e merci ma si perpetua la mattanza occupazionale, la precarizzazione del lavoro ed il peggioramento delle condizioni di lavoro.
    Le vertenze si susseguono: Alitalia 2014 e 2008, Groundcare, Argol, Duty Free, Meridiana, Sea Handling, pulizie, mense e molte altre ancora.
    Oltre 13.000 nel solo Lazio i licenziamenti nel settore aereo-aeroportuale mentre resta difficile da censire l’impatto sull’indotto delle espulsioni dal lavoro.
    Quasi il 25% dei lavoratori del settore “beneficiano” a vario titolo ed intensità degli ammortizzatori sociali mentre l’abuso di precarizzazione dilaga in ogni azienda del settore.
    A QUESTO BOLLETTINO DI GUERRA, CORRISPONDE UNA VERA E PROPRIA ESPLOSIONE INDUSTRIALE DEL COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE.
    Gli indici di traffico sono aumentati in maniera consistente dal 2008 al 2013 su tutto il territorio nazionale (+10,3% il traffico passeggeri e +10,6% traffico merci).
    Nel 2014 c’è stata una vera e propria esplosione industriale: +4,5% traffico passeggeri e +5% traffico merci.
    Negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino c’è stata una vera e propria deflagrazione industriale e non solo per effetto dell’aumento del traffico low-cost. I primi mesi del 2015 sono di primaria importanza. Su Fiumicino l’aumento del traffico passeggeri è addirittura oltre l’8% sul 2014. L’Expo e il giubileo rilanceranno ulteriormente la crescita industriale del comparto mentre il ribasso sul costo del carburante metterà ancor più al sicuro i profitti delle aziende.
    Non basta evocare la mancanza di regole e la feroce concorrenza tra le aziende per individuare le ragioni di tale aberrante situazione di un settore in ottima salute industriale.
    E’ EVIDENTE CHE È STATO SFERRATO UN VERO E PROPRIO ATTACCO AI LAVORATORI.
    Le responsabilità politiche sono evidenti: l’assenza di un piano di sviluppo industriale dell’intero comparto ha, di fatto, scaricato sulla categoria gli effetti di una concorrenza priva di regole.
    In tale contesto sono particolarmente consistenti gli investimenti pubblici finalizzati, in realtà, a consentire inaccettabili ristrutturazioni aziendali, mirate solo ad espellere migliaia di lavoratori a tempo indeterminato e ad aumentare esponenzialmente l’utilizzo del lavoro precario.
    Anche il Fondo Speciale del Trasporto Aereo, alimentato dalla collettività, è finalizzato ad ammortizzare l’uscita dei lavoratori e non certo a creare occupazione.
    A queste spese ora vanno sommati anche i fondi per i contratti di ricollocazione, con l’affidamento del progetto di riqualificazione/reinserimento a soggetti privati che verranno lautamente ricompensati con denaro pubblico.
    E’ ora che lo Stato intervenga per tutelare l’occupazione.
    Una quantità enorme di finanziamenti che lo Stato sarebbe opportuno che investisse non più solo a sostegno delle aziende ma con l’obiettivo di generare ricadute positive anche per il lavoro.
    Non più sussidi per l’esistenza ma lavoro e crescita professionale per tutti
    Ormai non è più rinviabile un confronto serio ed approfondito per definire una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario, quale strumento di redistribuzione degli interventi finora attuati ad esclusivo beneficio delle aziende.
    Se si resta nell’ambito dei licenziamenti di Alitali-Cai del 2014 (oltre 1600!), ovvero nel bacino di riferimento della sperimentazione dei contratti di ricollocazione (circa 1200 nel Lazio), si consideri che con una spesa annua equivalente (circa 21 mln di euro) a quella degli ammortizzatori sociali (mobilità+FSTA) si potrebbe finanziare la riduzione di orario di lavoro di 1 ora al personale di terra della compagnia, producendo oltre 750 posti di lavoro full-time.
    Con il costo degli ammortizzatori e dei contratti di ricollocazione (circa 30 mln di euro) si potrebbe finanziare la riduzione di 1,5 ore per il personale di terra della compagnia, producendo circa 1200 posti di lavoro full-time.
    Esistono le soluzioni alternative ai licenziamenti, alla precarietà ed allo sfruttamento: È ORA CHE LE ISTITUZIONI SI APRANO AL CONFRONTO SUL FUTURO DEL COMPARTO.
    Altro che precarietà, sfruttamento e licenziamenti. E’ L’ORA DELLE CERTEZZE. Gli ammortizzatori sociali dovranno continuare ad essere erogati in attesa di un reintegro nel posto di lavoro: un obiettivo che le istituzioni devono e possono raggiungere nel settore.
    Non bastano le finte stabilizzazioni DEI PRECARI (…solo oggi che è caduto l’articolo 18!) che alcune aziende, Alitalia-Sai in testa, si accingono ad effettuare pur di mettere le mani sugli sgravi fiscali!
    E’ ora che il Ministero del Lavoro intervenga ed eserciti il suo potere istituzionale per porre un argine alla devastazione inflitta dall’arroganza delle aziende, dall’indifferenza delle istituzioni e dalla complicità dei sindacati firmatari delle intese a perdere nel comparto.
    La Cub Trasporti, così come anticipato già nei precedenti comunicati, ha avviato un percorso di mobilitazioni affinché si rompa il muro di silenzio calato sulle vertenze in atto nel comparto.
    In tale contesto la Cub Trasporti parteciperà anche alla MANIFESTAZIONE DAVANTI AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO, MERCOLEDÌ 15.4.2015 DALLE ORE 10,00.
    Presto rilanceremo anche le mobilitazioni in aeroporto:
    SOLO UNA LOTTA COMUNE TRA LAVORATORI ATTIVI, PRECARI E LICENZIATI A SOSTEGNO DI UNA PIATTAFORMA UNICA ED UNIFICANTE POTRÀ TUTELARE IL FUTURO DELLA CATEGORIA.
    Roma 14 APRILE 2015

    CUB TRASPORTI

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