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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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    (Di lavoro si muore)

    Morte sul lavoro di un altro lavoratore Lsu, ma la famiglia non ha diritto alla pensione

    Un lavoratore precario Lsu è morto mentre lavorava.
    Un ennesimo dramma sul lavoro, ma anche nella morte i precari sono discriminati.

    (7 Maggio 2015)

    Lamezia Terme – giovedì, 07 maggio 2015

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    Aveva 47 anni Giovanni, operaio, lavorava come Lsu (ironia della sorte, era stato appena contrattualizzato per un anno, a partire da gennaio 2015) nel comune di San Lorenzo (RC), da 18 anni addetto all’impianto idrico e ad altre attività utili alla nostra collettività.
    Aveva sempre lottato e sostenuto le lotte con USB e lottava per i propri diritti, calpestati tutti i giorni, a fianco del sindacato che ne ha sempre sostenuto e condiviso le battaglie.
    Era solo durante il suo servizio ed è caduto in un pozzetto, senza che ci fosse nessuno accanto per prestargli soccorso.
    E’ morto così Giovanni ed il suo funerale è stato celebrato (altra ironia) il 1° maggio la festa del lavoro, senza nessuna autorità a rendergli omaggio e nel totale silenzio delle istituzioni e della politica.
    L’infortunio e la morte sul lavoro di un precario Lsu, ha evidentemente meno valore rispetto a casi analoghi, così la famiglia, moglie e figlio di 6 anni, è stata lasciata sola di fronte al dolore e all’incognita del futuro: infatti, dramma nel dramma, i familiari di un Lsu non hanno diritto a nessuna pensione, neppure a seguito di una morte per infortunio sul lavoro.
    Le nostre denunce di sempre, si sono drammaticamente rese attuali: un lavoratore Lsu o Lpu, anche se lavora per lo Stato e lo fa da 18 anni, è comunque un lavoratore in nero!
    Una vergogna indescrivibile.
    Dopo i primi momenti di sconcerto per quanto accaduto e nel rispetto del dolore della famiglia, abbiamo un obbligo morale nei confronti di Giovanni e dei suoi colleghi, quello di continuare a denunciare lo sfruttamento di tutti i lavoratori senza tutele e senza garanzie.
    USB, lista a lutto la sua bandiera, è al fianco della famiglia di Giovanni e si adopererà concretamente per sostenerla, portando il caso all’attenzione dell’Istituto previdenziale, per individuare se e quali strade possano essere percorse perché al dramma della sua scomparsa, non si aggiunga la disperazione di una famiglia senza futuro.

    Confederazione Regionale USB Calabria

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