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A.D. 2010

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(21 Maggio 2010) Enzo Apicella
Creata la vita in laboratorio. Lo scienziato Craig Venter ha creato una cellula a partire da sostanza chimiche.

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ELEZIONI REGIONALI 2015: UN PO’ DI NUMERI PER PREPARARE UNA CORRETTA ANALISI DEI FLUSSI DI VOTO

(8 Maggio 2015)

Il Circo Barnum mediatico che ormai rappresenta l’essenza dell’agire politico e si estende a tutto il sistema svolge una funzione di mistificazione che comprende l’interpretazione degli atti concreti compiuti dalle istituzioni e il senso delle iniziative politiche: il tutto è destinato a ingannare l’opinione pubblica per giustificare confusioni e nefandezze varie (ce ne sono molte in giro proprio in questi giorni) ed esaltare la personalizzazione.

Tutti, proprio tutti, sono coinvolti in questo perverso meccanismo che comprende, prima di tutto, l’occultamento della realtà effettiva dei dati elettorali.

Così sarà nell’occasione della prossima consultazione riguardante 7 consigli regionali (Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Campania, Puglia): l’attenzione, infatti, sarà distolta interamente dall’elezione diretta dei cosiddetti “Governatori” e, di conseguenza, ci si limiterà a osservare il 6-1 o il 7-0 finale, con proclamazione di trionfo per il governo Renzi.

L’analisi del voto deve invece essere sviluppata in profondità, prendendo in esame la forza reale dei vari soggetti politici, i flussi di voto in entrate e in uscita, le aggregazioni di consenso partendo dalle cifre assolute e non semplicisticamente dalle percentuali.

Tanto per fare un esempio: il vantato 40% conseguito dal PD alle elezioni europee del 2014 vale, nelle 7 regioni nelle quali si voterà il prossimo 31 maggio, il 23,15% sul totale degli aventi diritto.

Nelle 7 regioni in questione, infatti, risultavano iscritti nelle liste 18.418.874 elettrici ed elettori: il PD ha conseguito 4.264.691 voti (sicuramente in crescita, come vedremo meglio in seguito) che valgono appunto il 23,15%.

Sul totale dei voti validi, invece, la percentuale è del 42,64%: una percentuale che fornisce una sorta di illusione ottica.

Infatti, il totale die voti validi è stato di 10.273.489 voti, quindi con oltre 8.200.000 astenuti complessivi (non voto, bianche e nulle), di gran lunga la maggioranza relativa.

Del resto il tema dell’astensione sarà quello più importante nell’occasione del prossimo 31 Maggio, anche perché si andrà a votare per un Ente come quello Regionale particolarmente squalificato, sia dal punto di vista della “questione morale” (spese pazze) sia dal punto di vista della negativa gestione dei campi di intervento più importanti (territorio, sanità, trasporti), e ancora dall’imposizione fiscale di diretta competenza.

Nell’occasione delle elezioni regionali precedenti, 2010, si era verificata una percentuale del 62,2% sul totale delle elettrici e degli elettori: 10.945.403 voti validi su 17.570.383; risalita al 72,19% in occasione delle politiche 2013 (12.742.096 su 17.649.746) e crollata al 55,7% alle Europee 2014 (10.273.489 su 18.418.874).

Il PD ha avuto, in queste tre situazioni un andamento comunque in crescita con 2.568.008 voti nel 2010 (una percentuale del 23,46% sui voti validi e del 14,61% sul totale degli iscritti) cui vanno aggiunti 221.159 voti ottenuti da liste di diretta emanazione dei Candidati Presidenti (2,02% e 1,26%) per salire a 3.204.460 voti alle politiche 2013 (25,14%, 18,15%) e salire ancora alle Europee 2014 con 4.264.691 (42,64%, 23,15%).

Il dato però di maggior effetto nel riallineamento verificatosi nell’intero sistema nel corso di questi anni riguarda il M5S. Alle elezioni regionali del 2010, infatti, il movimento che fa capo a Beppe Grillo era presente il sole 2 regioni su 7 ottenendo 94.640 voti (0,86%, 053%) saliti imperiosamente a 3.273.416 alle politiche del 2013 (25,68%, 18,54%) dimostrando di risultare in grado di intercettare la gran parte del recupero dell’astensionismo. Operazione non riuscita alle Europee 2014 dove l’astensionismo è salito e il M5S è calato a 2.211.384 suffragi (22,11% e 12,00%).

Di grande rilievo la perdita di consensi nell’area di centrodestra.

Alle regionali del 2010 l’allora PDL conseguì 3.032.217 voti (27,70%, 17,25%) cui possono essere sommati i 289.265 (2,64%, 1,64%) voti ottenuti dalle liste di diretta emanazione dei suoi Presidenti candidati. Sostanziale la tenuta nelle elezioni politiche del 2013 con il PDL a quota 2.879.621 (22,51% e 16,31%) mentre Fratelli d’Italia (prima scheggia uscita dal partito berlusconiano) aveva conseguito 256.175 voti (2,22%, 1,60%). Calo sensibile, invece, alle Europee 2014, quando già si era verificata la scissione di NCD. Questo il quadro: Forza Italia 1.790.976 voti (17,90%, 9,72%), NCD 438.810 (4,38%, 2,38%) Fratelli d’Italia 385.540 (3,75%, 2,09%). In sostanza a quest’area sono venuti a mancare, tra il 2010 e il 2014, circa 700.000 voti.

Calo verticale, ancora, per l’area più propriamente definibile come “ di centro”. Regionali 2010: UDC 1.326.816 voti (12,12%, 7,55%). Politiche 2013: Scelta Civica 1.020.919 ( 8,01%, 5,78%), UDC 257.818 (2,02%, 1,46%), FLI 69.142 (0,54%, 0,39%). Un dato delle tre liste equivalente, quindi, a quello dell’UDC di tre anni prima. Il risultato delle Europee fa contrarre il residuo di Scelta Civica (presentatosi come Scelta Europea) a 76.267 voti (0,74%, 0,41%), mentre l’UDC si era presentata nelle liste di NCD. In pratica una vera e propria sparizione.

Si può calcolare che tra le Regionali 2010 e le Europee 2014 l’area di centrodestra e quella ritenuta più propriamente di centro, sommate assieme, si siano contratte di circa 2.000.000 di voti. Una delle ragioni della crescita del PD.

Sparita anche l’Italia dei Valori che dai 666.709 voti (6.09%, 3,79%) del 2010 dopo essere confluita nella Lista Ingroia alle politiche del 2013 è riemersa alle Europee 2014 con 65.867 voti (0,64%, 0,35%).

Esaminiamo adesso le complesse vicende interne alla cosiddetta “sinistra radicale” dopo il disastro della Sinistra Arcobaleno alle politiche del 2008.

Regionali 2010: presentazione distinta tra Sel e Federazione della Sinistra (che raggruppava Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) in una posizione comune di prevalente alleanza con il PD. SeL otteneva, in quel frangente, 426.579 voti (3,89%, 2,42%) mentre la Federazione della Sinistra ne conseguiva 308.037 (2,81%, 1,75%). Politiche 2013, ancora presentazione separata con SEL in tenuta al livello di 454.758 voti (3,56%, 2,57%) alleata con il PD, e Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Italia dei Valori che formano la lista Ingroia ferma a 283.426 voti (2,22%, 1,60%). Europee 2014: Presentazione comune di tutta l’area all’interno della Lista Tsipras con 310.363 voti (3,02%, 1,68%). In totale tra la presentazione separata nel 2010 e la lista Tsipras nel 2014 mancano anche qui all’appello circa 400.000 voti.

Calo complessivo anche per la Lega Nord che alle regionali 2010 aveva toccato quota 1.026.982 voti (9,38%, 5,84%) scesi alle politiche del 2013 a 384.184 (3,01% e 2,17%) e risaliti un poco alle Europee 2014 con 513.801 (5,00%, 2,78%).

Fin qui i dati più importanti dei quali tener conto mentre ci si prepara all’analisi dei flussi delle Regionali 2015.

Da ricordare come tutti i dati presentati fin qui si riferiscano alle 7 regioni in cui si vota e che l’andamento di forte volatilità elettorale che si riscontra in ogni tornata autorizza a svolgere comparazioni (sempre sulle cifre assolute) anche in occasione di elezioni di tipo diverso: tanto più che il Barnum mediatico cui si faceva cenno all’inizio punta sempre a far sì che, indipendentemente dal merito dei riferimenti istituzionali fatti oggetto dal voto, le elezioni si presentino sempre come un referendum pro o contro qualcuno: in precedenza Berlusconi, adesso Renzi.

Renzi che forse pretenderebbe un plebiscito, come ha considerato un plebiscito le primarie del PD dove personalmente ha ottenuto 2.800.000 voti (circa il 5,5% dell’intero corpo elettorale) e il PD stesso alle Europee 2014 ha ottenuto circa 11.000.000 di voti (circa il 22,5% sull’intero corpo elettorale). Una minoranza, insomma, che pretende di farsi maggioranza totalitaria. Ed è questo il vero pericolo della democrazia italiana.

Di questi numeri dovremo ricordarci il 2 Giugno, Festa della Repubblica, quando tireremo le somme effettive di questa importante tornata elettorale.

Franco Astengo

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