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(Di lavoro si muore)

Fiumicino: Chi ha deciso la frettolosa riapertura del T3?

Sul Rogo all’aeroporto di Fiumicino e l’incontro in Prefettura

(15 Maggio 2015)

Come fanno Asl, AdR, Enac ed altri da giorni a giurare e spergiurare che non esistono rischi per la salute dei lavoratori?
LA CUB PRESENTA UN ESPOSTO CONTRO IGNOTI
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI CIVITAVECCHIA

cub

“Quasi 130” sono i lavoratori che, entro il 12.5.2015, secondo la stessa AdR, sono ricorsi alle cure del Pronto Soccorso dell’aeroporto di Fiumicino e che sono stati refertati per infortunio sul lavoro: è quanto hanno sostenuto i dirigenti della società che gestisce l’aeroporto internazionale “Leonardo da Vinci” nell’incontro convocato in Prefettura nel pomeriggio del 12.5.2015, alla presenza di Enac di Fiumicino, Asl RmD, responsabili della polizia e le OO.SS. del settore.
Ad essere ricorsi alle cure mediche del Pronto Soccorso aeroportuale sarebbero quindi, stando al censimento del gestore aeroportuale di Fiumicino, oltre il 4,2% dei lavoratori che avrebbero lavorato al T3 dal giorno del rogo fino al giorno del primo sciopero indetto a tutela della salute.
Un dato che già da solo grida vendetta ma che è sicuramente sottostimato considerando che l’incidenza degli “infortuni” è assolutamente più alta visto che i lavoratori transitati al T3 dal giorno del rogo riteniamo siano assolutamente meno dei 3000 dichiarati da AdR. In ogni caso un dato definito per difetto e che non considera quanti siano ricorsi alle cure mediche rivolgendosi altrove.
Imprecisato, infatti, il numero di quelli che si sono recati in altri ospedali o strutture di rapido intervento presenti sul territorio o anche solo dal proprio medico curante: un dato su cui potrebbe far luce sia la Magistratura che il Ministero della Sanità.
Altrettanto numerosi sono, peraltro, coloro che hanno deciso di restare in servizio nonostante si fossero manifestate le stesse sintomatologie: il ricatto della precarietà e la paura di perdere il posto di lavoro costringe anche a questo nella post-moderna Italia del ritorno alla “schiavitù sul lavoro” che oggi Renzi, ieri Monti ed altri stanno conducendo nel baratro totale.
Diverse le sintomatologie: gonfiori, difficoltà respiratorie, eritemi, senso di spossatezza e mal di testa, arrossamenti degli occhi, bruciori della gola ed altro ancora.
AdR fonda la sua “granitica” certezza che nessun lavoratore stia rischiando la propria salute sulla base di quanto si suppone stia asserendo la HSI Consulting, società di consulenza del gestore a cui sarebbe stato affidato il compito di effettuare le analisi ambientali dal giorno 9.5.2015 da AdR stessa.
Peccato che tali dati non siano stati ancora pubblicati e che comunque le analisi siano cominciate dopo la decisione che venisse riaperto il T3, il giorno 8.5.2015 e le operazioni di pulizia degli ambienti arsi, effettuate addirittura la notte tra il 7.5.2015 e l’8.5.2015. Ovvero, solo dopo che cominciasse la processione dei lavoratori al Pronto Soccorso.
Drammatici i ritardi della Asl, le inefficienze delle istituzioni e degli enti di controllo presenti sul territorio, a partire dall’Enac stessa:
una realtà emersa in maniera inequivocabile nella stessa riunione convocata in Prefettura il 12.5.2015, solo dopo il primo sciopero dei lavoratori del comparto aereo-aeroportuale-indotto di Fiumicino.
La Asl ha avviato le verifiche ambientali a partire dal giorno 11.5.2015 e l’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale) ha installato le centraline, a quanto pare, solo il giorno 12.5.2015 ed i risultati delle analisi di tali strutture pubbliche non saranno disponibili prima del 20.5.2015, secondo quanto dichiarato dalla stessa Asl in Prefettura.
Eppure sono molti già i comunicati e le affermazioni di responsabili delle Asl che continuano ad asserire che non ci sono problemi per la salute dei lavoratori e dei passeggeri: purtroppo però non è dato sapere sulla base di quali convinzioni prendano forma tali considerazioni.
Palese comunque la mancanza di un coordinamento di intervento in grado di uniformare le disposizioni finalizzate a tutelare la salute dei dipendenti delle diverse aziende presenti in aeroporto: sono state molte le società che hanno rimandato la distribuzione dei presidi minimi individuali di tutela della salute quali mascherine e guanti-grembiuli per i pulitori, la cui adeguatezza, peraltro, è tutta da dimostrare visto che ancora non è dato sapere quali siano gli agenti inquinanti!
Tutto questo mentre il medico competente della Polizia di Stato ha dichiarato inagibile l’ufficio delle forze dell’ordine adiacente alle postazioni di lavoro di numerosi addetti aeroportuali e dell’indotto!
Alla luce di tutto ciò appaiono ancor più assurde le esultanze di Enac (vedi intervista di Vito Riggio sulla stampa) sui rapidi risultati ottenuti in merito alla ripresa del servizio aeroportuale: considerazioni che lasciano il tempo che trovano e che non considerano gli enormi rischi a cui si sono dovuti sottoporre i lavoratori e l’altissima incidenza di infortuni sul lavoro determinatisi a causa delle condizioni ambientali dei locali attigui alla zona incendiata.
Sono decine di migliaia le sostanze nocive che si liberano nell’aria durante gli incendi e che si depositano sulle superfici circostanti dopo un rogo di quelle dimensioni.
Non è solo l’amianto, l’eternit che eventualmente spaventano! Sono risibili le affermazioni per cui negli ambienti arsi la salubrità sarebbe garantita dalla rilevazione di dati che certificherebbero (il condizionale è d’obbligo…visto che i dati di AdR sono rimasti secretati ai lavoratori!) la presenza di sostanze nocive con valori sotto la soglia di allarme: sono tanti e tali le sostanze pericolose che si liberano negli incendi che è la sommatoria degli agenti patogeni a creare rischi e danni alla salute di chi ci entra in contatto.
E’ urgente, quindi, che si faccia luce su tutto questo. La Cub a tale proposito ha richiesto alle parti presenti in Prefettura di riconsiderare la frettolosa riapertura del T3 e di valutare la necessità che tale struttura sia momentaneamente chiusa e radicalmente bonificata: NON È IN PREGIUDIZIO IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ MA IN QUESTO MODO SI TUTELEREBBE IL PIÙ FONDAMENTALE DIRITTO ALLA SALUTE.
La Cub auspica che l’intervento della Procura di Civitavecchia, oltre ad accertare le eventuali inagibilità delle strutture dei luoghi impattati dal rogo e le eventuali “falle” sui dispositivi di tutela della sicurezza pubblica nell’intero aeroporto (la fabbrica di appalti dell’Italia centro-meridionale!), ponga l’attenzione anche su quanto è successo nelle ore e nei giorni successivi al rogo e sugli impatti e gli effetti determinatisi sui lavoratori.
La Cub ha deciso di non sottoscrivere l’intesa firmata da CgilCislUilUgl in Prefettura il 12.5.2015 in quanto nel testo non si spende neppure una parola su quanto stia accadendo agli operatori, rimandando ad interventi di coordinamento e di verifica che, seppur essenziali, non garantiscono la salute dei lavoratori.
LA CUB, OLTRE A CONVOCARE AL PIÙ PRESTO UNA ASSEMBLEA CITTADINA ALLA PRESENZA DI ESPERTI per fornire le corrette informazioni ai lavoratori coinvolti, SI ATTIVERÀ PER LA COSTRUZIONE DI UN DOSSIER da mettere a disposizione anche degli inquirenti: è necessario che i colleghi contattino i nostri delegati e forniscano alla nostra O.S. le informazioni utili e necessarie per ampliare la documentazione a nostra disposizione.
E’ inaccettabile che la fabbrica di profitti per le aziende dell’aeroporto di Fiumicino, oltre a determinare licenziamenti, precarietà, tagli salariali e peggioramenti normativi, abbattimento delle tutele sulla salute e sicurezza dei lavoratori (gli incidenti sul lavoro si moltiplicano di anno in anno…e l’ultimo, grave e rimasto ignoto alla collettività, è del 12.5.2015!) possa diventare un epicentro di malattie e danni per la salute degli operatori aeroportuali e dei cittadini.
Fiumicino 14 Maggio 2015

Cub Trasporti / Flaica-Cub

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