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Cittadella (PD): la proposta politica del collettivo giovanile “Fuser”

(1 Maggio 2005)

Premessa:

il collettivo giovanile “Fuser” nasce dalla premessa che la lotta di classe sia l’unico mezzo possibile per contrapporsi al sistema capitalista e neo-liberista che ormai da troppo tempo domina il mondo.

Essendo tutta la nostra politica, la nostra ideologia, e di conseguenza, la nostra azione basata sulla lotta di classe, non riconosciamo a nessun partito istituzionale la capacità di poter guidare la classe operaia e con essa il proletariato alla presa del poter politico. La nostra avversione ai partiti non è fondata su tesi di tipo anarchico (infatti, alcuni militanti del collettivo, sono iscritti a partiti della sinistra alternativa, e cercano in essi di cambiare la linea politica dettata dalle segreterie) ma deriva da un’analisi politica, fatta all’interno del collettivo, in cui i compagni hanno espresso forti dubbi sulla possibilità di poter cambiare lo stato di cose presenti attraverso partiti che governano dalle stesse posizioni e con gli stessi metodi con cui la borghesia dirige attualmente la società e la produzione.

Perché la lotta di classe?

Ormai il termine “lotta di classe”, non a caso, non viene più usato da nessun apparato della “sinistra di rappresentanza”. Tali organizzazioni vedono nella lotta di classe, un pericolo per il loro potere e la loro istituzione, basati sulla delega e su false promesse di una giustizia conquistata attraverso la pace sociale. Il collettivo vede nella lotta di classe l’unico modo per arrivare al comunismo. La contraddizione tra il capitale e il lavoro non può essere risolta se non con la presa di coscienza da parte di tutti i settori di classe sulle loro condizione materiale. Questa contraddizione, i cui effetti, si risentono nella scuola (attraverso divisioni di classe mistificate da belle parole) nell’ambiente e in tutte le attività della vita quotidiana, non può essere risolta se non attraverso la lotta di classe che non deve rimanere isolata nelle fabbriche, ma deve uscire, mostrando a tutti le contraddizioni di classe che si trovano in ogni rapporto sociale ed economico di ogni proletario e sottoproletario.

Il collettivo, che si rifà al bagaglio storico della sinistra extra-istituzionale, non scarta comunque l’idea di poter cambiare la linea politica dei partiti e dei sindacati confederati, ma non intende aspettare questo cambiamento di linea politica per ragionare e agire in nome della guerra di classe per il comunismo.

Giovani e rapporti di classe

Nel mondo giovanile il rapporto tra le classi è molto ambiguo. I giovani non distinguono la differente appartenenza di classe che c’è tra coetanei anche se in parte riescono a coglierla nel momento in cui esaminano il mondo del lavoro.

Il collettivo giovanile “Fuser” intende attraverso iniziative, ma soprattutto attraverso la dialettica, far cogliere la divisione classista della società e attraverso questa presa di coscienza organizzare e intraprendere iniziative di lotta. E’ chiaro che nell’ambiente giovanile la contraddizione di classe non può essere presentata come una colpa per i figli della borghesia, dobbiamo riuscire però a far venire allo scoperto il nemico, che non sia più filosofico ma reale e tangibile e questo nemico è, da sempre, il sistema borghese dei rapporti umani e non un malessere individuale che molti giovani hanno; il collettivo “Fuser”è infatti pienamente convinto che il malessere di vita che affligge gran parte dei giovani sia una conseguenza della contraddizioni tra il capitale e il lavoro.

E’ infatti molto più alto il disagio giovanile (soprattutto delle fasce giovanili proletarie e sottoproletarie) in quelle regioni e zone dell’Italia in cui lo sfruttamento, da parte del capitale, di risorse umani e naturali si fa più intenso. In queste aree i giovani non hanno alcuna speranza di emancipazione sociale, e oltre tutto la mancanza di punti di riferimento è totale; è logica conseguenza che la paura e il disagio nei confronti della vita prendano il sopravvento. Il collettivo, nato proprio in una zona in cui il disagio giovanile è ai più alti livelli in Italia, ha come obiettivo quello di dare ai giovani un punto fisso, un’ideale al quale affidare le proprie speranze, delle parole d’ordine da seguire la possibilità di organizzare attraverso la loro opera la classe operaia del futuro.

Giovani e lavoro

Il rapporto tra lavoro e mondo giovanile è molto burrascoso.

I giovani che scelgono il lavoro appena conclusa la scuola obbligatoria sono solitamente quelle persone il cui profitto scolastico è assai scarso a causa di problemi di natura sociale, ma il più delle volte familiare, di cui nessuno, o quasi, si preoccupa. Questi ragazzi e ragazze, nel momento in cui scelgono il lavoro, sono in molti casi esclusi dalla società che ormai non valuta più il lavoro fisico come un valore ma come un disonore.

Il collettivo giovanile “Fuser” vuole ridare valore al lavoro, intende far capire ai giovani (soprattutto agli studenti) che dal lavoro deriva tutto compresa la possibilità dello studente di studiare, e quindi che il lavoro fisico è indispensabile e di logica conseguenza anche i lavoratori. Da questo punto di partenza vogliamo scatenare la contestazione giovanile (che in questo momento è solo studentesca) nei luoghi di lavoro, e indirizzare le iniziative di lotta, del mondo giovanile, sulle tematiche del lavoro e sulle lotte per il suo miglioramento. Il collettivo giovanile “Fuser”, a questo scopo, propone e favorisce, laddove sia possibile, la costituzione di comitati di base per l’organizzazione tra studenti e operai al fine di unire le lotte per la rivendicazioni salariali e contrattuali a quelle di miglioramento della scuola pubblica, con il risultato di sensibilizzare i vari settori di classe su tutti i problemi che il proletariato deve fronteggiare, oltre che a dare forza alle lotte.

Giovani e politica

Il rapporto che la maggior parte dei giovani ha con la politica è assai scarso.

I giovani non vedono nella politica mezzo di risoluzione per i problemi che il capitalismo crea, e anche quelli più sensibili ai problemi sociali, preferiscono fare volontariato assistenzialistico che impegnarsi nella lotta politica. Fatto strano si trova molta diffidenza da parte di quei giovani i cui genitori hanno partecipato alla vita politica negli anni passati, subendo notevoli delusioni e trasmettendo il loro disagio, nei confronti della politica, anche ai figli che restano scettici.

L’unica politica che sembra attirare i giovani è quella violenta e inconclusiva dei gruppi dell’estrema destra che giocano la loro partita puntando solo sulla lotta fisica.

Il collettivo giovanile “Fuser”trovando assai difficile attirare i giovani con le parole organizza azioni paraviolente così da attirare l’attenzione dei giovani che avvicinandosi ad esso conoscono un modo di fare politica totalmente diverso da quello che sono abituati a sentire per televisione o attraverso le parole colte nei bar.

Giovani e rapporto con i partiti

I giovani, ma anche molti settori di classe più matura, sono molto restii ai partiti dell’arco istituzionale, compresi i partiti comunisti, che vengono colti dalla classe come compartecipi nelle scelte e nella creazione delle leggi che sono causa del loro sfruttamento e del loro malessere economico.

Infatti, è fatto provato che la maggior parte del proletariato e sottoproletariato (e nell’ambito giovani si supera il 90%) ; non si riconosce in nessun partito istituzionale (questo fatto si può spiegare con il crescente numero dei militanti di Forza Nuovo, soggetto politico dell’estrema destra che raccogli i consensi di quei giovani di destra sociale, cioè la corrente dichiaratamente fascista di Alleanza Nazionale, che non riescono più a esprimersi all’interno delle istituzioni…. per nostra fortuna, ma l’esempio è significativo) . Il collettivo giovani “Fuser” nasce proprio per dare ai giovani una posizione di classe al di fuori delle istituzione e per creare tra le fasce più giovani del proletariato un’alternativa rivoluzionaria non che una coscienza di classe ormai distrutta dai partiti della sinistra storica. Un’altra difficoltà che i giovani, ma anche i meno giovani, incontrano nell’aderire a un partito, sono le regole, e in molti casi il verticismo che l’organizzazione del partito richiede; questo problema non si presenta all’interno del collettivo dove regole e decisioni politiche vengono prese da ogni compagno. E’ chiaro che questo metodo non potrà funzionare in caso di una svolta rivoluzionaria e in seguito di potere per la classe operaia, ma riteniamo sia ottima per creare una coscienza di classe e critica ai giovani.

La centralità della rivoluzione e della sua preparazione ai giorni nostri

La centralità della dialettica e dell’azione rivoluzionaria può sembrare al giorno d’oggi totalmente inutile e inadeguata in quanto non può essere concepita dalle nuove generazioni; secondo il collettivo giovanile “Fuser” l’ottica rivoluzionaria è non solo interessante ma indispensabile pensando che ciò che è rivoluzionario non è vecchio ma ciò che è rivoluzionario è necessario per cambiare lo stato di cose presenti. La nostra politica, basata tutta sul conflitto di classe, vuole attraverso questo conflitto preparare la classe operaia e tutto il proletariato allo scontro rivoluzionario contro la borghesia reazionaria capitalista, che non può in nessun modo essere sconfitta e nemmeno arginata con metodi e organizzazioni istituzionali.

La rivoluzione è per collettivo la pratica del pensiero marxista che guida e fa da faro per l’emancipazione del proletariato e per il superamento della società divisa in classi

Il fine giustifica i mezzi

Per il collettivo giovanile “Fuser” nulla è più importante della conquista del potere politico, da parte del proletariato con cui costruire la nuova società basata sul comunismo; disprezziamo pertanto la linea revisionistica che dilaga negli ambienti della sinistra istituzionale che, mettono prima l’immagine democratica e rispettosa del proprio partito o della propria corrente di pensiero che gli interessi di classe. Con questo non vogliamo assolutamente dichiararci “banda armata” ma vogliamo solo far capire che gli scrupoli di coscienza devono essere messi in secondo piano rispetto al fine a cui si aspira. Consideriamo la violenza e la non violenza due strade percorribili per arrivare a un certo obiettivo e per questo esaminiamo per ogni problema e in ogni occasione qual è la strada da percorrere per arrivare a un buon risultato, considerando sempre , da marxisti, che la rivoluzione , intesa come la conquista fisica e sociale del potere non può essere che armata.

Avanguardie del proletariato del domani

I compagni che militano nel collettivo devono sentirsi parte (perché lo sono non per illudersi) di quelle avanguardie di classe che hanno il compito e il dovere (dovrebbero averlo tutti) di dirigere e guidare il proletariato alla presa del potere; il collettivo insegna, ai compagni, attraverso i dibattiti interni e le proprie iniziative, a tracciare la strada per il superamento del capitalismo e l’instaurazione del socialismo. Il fatto di essere le avanguardie della nuova società, non ci dà però alcun potere ne alcuna delega per poter dirigere il potere conquistato dal proletariato, proletariato che abbiamo il dovere di politicizzare così da renderlo in grado di autogovernarsi

Essere e dover essere le avanguardie di classe, dà molti doveri ai militanti del collettivo che, come viene ricordato dallo statuto, devono approfondire e studiare tutto ciò che può essere arma da usare nel conflitto di classe a favore del proletariato. Un’altra responsabilità, molto più personale ma i cui effetti si ripercuotono su piano collettivo, e la consapevolezza di dover lavorare e di conseguenza adoperarsi non per la propria emancipazione o per fini personali ma per l’emancipazione collettiva e per il benessere di tutti. Proprio per questo all’interno del collettivo tutti i compagni hanno lo stesso diritto di voto, la stessa possibilità di fare proposte e lo stesso spazio e aiuto per lavorare. Per quanto possibile, tutti lavorano, tutti si impegnano e partecipano ai dibattiti e alle azioni cosi che nessuno possa emergere a livello individuale, ma la crescita, le vittorie ma anche le sconfitte, vengano a guadagno di tutta l’organizzazione. Pensiamo perciò che essere avanguardie non ci dia nessun diritto in più di qualsiasi altro proletario ma al massimo molti più doveri e responsabilità come dovrebbe essere per ogni politico.

Essere disobbedienti ma con un fine

E’ innegabile che uno dei soli movimenti a sinistra, che negli ultimi anni è riuscito ad attirare l’attenzione dei giovani è il movimento “Disobbediente”. Il movimento dei Disobbedienti, come tutto il movimento dei movimenti, non ha nessun interesse nella conquista del poter proletario in quanto tale forma di potere non darebbe più nessun senso al movimento.

Il movimento, non può produrre nulla sul piano politico , tanto più il movimento Disobbediente, che trova fofza solo nelle contestazioni che trovano ampio seguito nella stampa e comunque che poco hanno a che fare con la lotta di classe; è vero che il modo di porsi e di agire dei disobbedienti è stato innovativo e sensazionale non che capace di avvicinare molti giovani alla politica. Il collettivo giovanile “Fuser” è e deve essere capace di usare i mezzi da disobbedienti per i fini de marxismo, usare le loro parole d’ordine per creare coscienza di classe nel proletariato impegnandosi a non portare l’organizzazione in una confusione ideologica che la pratica della disobbedienza può creare.

Dare nuovi modelli

E’ innegabile che il disagio giovanile che nei casi più gravi porta all’alienazione, e di conseguenza alla morte sociale (in casi sempre più frequenti si arriva anche al suicidio) dei giovani, è una conseguenza della contradizione tra il capitale e il lavoro . Tutto questo accade perche i giovani non hanno più punti di riferimento, qualcosa di grande su cui questi possono sperare.

Il collettivo vuole dare voce a queste persone, vuole dare un valore alle idee e ai sogni che in questa società, dominata dal pensiero borghese, secondo cui solo quello che produce capitale ha valore, tenta di non ascoltare.
Il collettivo, vuole essere il prototipo della società comunista dove tutti fanno la loro parte per il mantenimento e per lo sviluppo del bene comune.

29-4-2005

Collettivo giovanile “Fuser”

Fonte

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