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Argentina: finalmente liberi i disoccupati di Caleta Olivia

(2 Maggio 2005)

Il 27 aprile il Tribunale Superiore di Santa Cruz, capoluogo della Patagonia Centrale, ha ordinato la “immediata messa in libertà” dei sei disoccupati detenuti dallo scorso settembre 2004, per avere partecipato a manifestazioni sindacali in uno degli impianti petroliferi della città argentina di Caleta Olivia, durante le quali avevano rivendicato un lavoro autentico.

I prigionieri politici di Caleta Olivia sono rimasti detenuti per circa otto mesi, durante i quali hanno denunciato maltrattamenti, hanno protestato per ottenere migliori condizioni di detenzione ed hanno anche effettuato uno sciopero della fame per richiedere la loro liberazione.

Durante tutto questo tempo sono state effettuate decine di manifestazioni, ivi compreso una carovana che ha unito le principali città della provincia di Santa Cruz.

Ma la richiesta della liberazione dei prigionieri politici di Caleta Olivia ha oltrepassato le frontiere della provincia di Santa Cruz e della stessa Argentina.

Essa ha ispirato una vasta campagna internazionale di mobilitazione mediante mail e fax, che ha visto impegnate numerose organizzazioni, politiche e sociali, in America Latina ma anche in Europa, particolarmente in Francia, Spagna e Italia (dove la campagna è stata sostenuta dal giornale on line “Il pane e le rose” e dalla casa editrice “Giovane Talpa”).

Anche grazie a tutti questi sforzi oggi Maurizio Perancho, Ugo Iglesias, Jorge Mansilla, Elsa Orozco, Selva Sanchez e Marcella Constancio (quest’ultima peraltro agli arresti domiciliari), hanno ottenuto la libertà.

Secondo quanto ha dichiarato l’avvocato difensore dei prigionieri politici, la sentenza costituisce un precedente giudiziario importante, poiché sancisce il principio che le proteste sociali non possono essere soffocate per via giudiziaria.

In ottemperanza a tale principio dovranno essere liberati al più presto anche tutti gli altri prigionieri politici attualmente detenuti nelle carceri dell’Argentina.

Fonti di informazione: inymedia argentina; argenpress; lavaca; agenzia walsh; rebelion

Gianfranco Coggi

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