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(4 Aprile 2011) Enzo Apicella

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Marino: il corteo contro i rifugiati? Una inutile sceneggiata

I nostri sei punti duri e risolutivi

(26 Maggio 2015)

adrianopalozzi

Adriano Palozzi

Dopo il corteo contro l’ospitalità ai rifugiati Marino deve mostrare il proprio vero volto.
Ormai lo scenario è chiaro. E ad ognuno tocca dire chiaramente in quale ordine mette e persegue le priorità morali ed etiche, sociali ed economiche, politiche ed istituzionali.
E’ chiarissimo, perché non smentito, secondo le ricostruzioni giornalistiche, che il Comune di Marino, cioè la Giunta di destra, cioè il vicesindaco De Santis e l’assessora Arianna Esposito, cioè la maggioranza dominata dai voleri del capo provinciale di Forza Italia Adriano Palozzi, sapevano che dovevano recarsi ad una riunione sulla questione migranti a metà aprile e non ci sono andati. Quindi sono colpevoli di mancata trasparenza, di mancato coinvolgimento (dei cittadini e della realtà sociale politica ed istituzionale) e delle conseguenze sopraggiunte.
E’ accertato che a inizio maggio un fax è stato inviato in Comune, ed anche in questo caso la Giunta, De Santis, la Esposito e Palozzi, hanno tenuto tutto nascosto.
E’ evidente che per uscire da questo vicolo cieco in cui si erano cacciati hanno fomentato allarmismo subito alimentato con paure xenofobe e razziste (che subito qualche manina ha trasformato in gravissimo attacco devastatore).
E’ altrettanto evidente che i cavilli cercati e buttati in pasto a frastornati cittadini in campo urbanistico, altro non sono che accertamenti che potevano (dovevano) essere fatti quando Palozzi è stato Sindaco, quando Palozzi è stato rieletto Sindaco e poi ha lasciato; quando Silvagni è stato eletto Sindaco: con stessa maggioranza e stesse persone.
Denunciamo ipocrisia e strumentalizzazioni (della destra e dei seguaci palozziani) perché è evidente che se non ci fosse una regia (abile a ricattare sulla paura), quei cittadini strumentalizzati, usati come scudi umani, dovrebbero essi per primi prendere a calci nel culo Palozzi e il resto della sua compagnia. Tirargli dietro pietre e moccolotti. Invece sono sotto ricatto di “soluzione” da trovare contro le paure.
Paure di che? Di non volersi sentire xenofobi e razzisti? E’ facile: basta dire che si è favorevoli all’accoglienza.
Paure di che? Di stare a spalleggiare il “ragionamento” dei costruttori che temono che i prezzi delle case non ancora vendute si svalutino? E per effetto di cosa? Che un tot quantitativo di persone per metro quadro in un quartiere è un nuovo modo di calcolare il costo/vendita di immobili? E questo non è razzismo?
Per non dire della “preoccupazione umanitaria” di vedere tante persone ammassate in spazi stretti. Davvero questi solerti cittadini e i palozziani sono così interessati agli spazi angusti in cui “ora vivono”, non solo i rifugiati attesi, famiglie che risiedono da tempo in garage trasformati in mini appartamenti, in cantine trasformati in monolocali con sovraffollamento? E che cosa dicono in proposito? Cosa hanno fatto? Cosa hanno scritto al Prefetto? Quale corteo hanno indetto? O, non sono, queste, come quelle di via Colizza, costruzioni private? Allora questo umanitarismo che sapore ipocrita ha?
I cittadini di via Colizza, così come gli altri che si sono sentiti in dovere di protestare non si capisce contro cosa – se si esclude, appunto una base razzista e xenofoba – devono (non solo possono, ma eticamente, moralmente e socialmente, per l’oggi e per cosa dire ai loro figli domani) scegliere un’altra strada che è quella di dare senso alle parole che li preoccupa. Dicono che non vogliono essere considerati razzisti? Bene. Si comportino di conseguenza! Dicano che vogliono conoscere i diversi, chi non conoscono, che, quindi sono favorevoli alla accoglienza. Così si è “non razzisti” sia con le parole che con i fatti.
Vogliono legalità? Bene. Chiedano, magari anche incazzandosi, a chi ha retto il comune per anni e anni e anni (Palozzi e compagnia) di spiegare o di pagare per gli errori (se non di peggio) che hanno combinato!
Chi non dice queste semplici verità anche a “muso duro”, ma con trasparenza ed onestà ai cittadini, fa loro solo del male. Trattandoli da “clienti” o da oggetto da ammaliare. Per questo, noi comunisti, condanniamo sia Palozzi e compagnia, che il comportamento mellifluo di Comandini perché le dichiarazioni che abbiamo letto "Vogliono soltanto vivere la loro vita tranquillamente - dice - queste palazzine non sono strutture idonee ad accogliere gli extracomunitari. Riteniamo necessario trovare soluzioni alternative"; sono portatrici di confusione, reticenza ed ipocrisia, lasciando lo spazio proprio al razzismo (non detto, invece che urlato), pessimo modo di interpretare un ruolo di progresso. Oppure si pensa ad altro?
Per concludere: 1. Farebbe un pessimo servizio alle istituzioni un eventuale passo indietro della Prefettura rispetto alla responsabilità condivisa che anche il Comune di Marino deve assumere nell’impegno dell’accoglienza dei rifugiati. 2. Farebbe bene, anzi benissimo, la Giunta a chiedere scusa alla città, ai cittadini di via Colizza e ai rifugiati per l’incapacità dimostrata, accompagnando le scuse da immediate dimissioni. 3. Farebbero bene le forze di questa maggioranza che non vogliano essere dipinte tutte uguali (F.I. uguale a liste civiche, uguale ad API, etc.) a smarcarsi e mostrare il loro volto moderato che non è quello dell’ipocrisia. 4. Farebbero bene le forze di progresso a non concedere “mediazioni” sull’etica e sulla morale della giustizia sociale: i valori non si mediano né si scambiano con quattro voti! 5. Farebbe un’ottimo espletamento delle proprie funzioni, il Prefetto, se, visto che oltre le mille denunce politiche ed istituzionali sulla vicenda dell’arresto del Sindaco Silvagni ed altri; ha potuto ora toccare con mano quale poca considerazione istituzionale (in situazioni emergenziali) ha questa giunta dei rapporti con gli organi istituzionali e di governo sovraordinati; scegliesse di promuovere lo scioglimento anticipato del consiglio comunale. 6. Farebbero bene i cittadini, specialmente quelli più attivi e non strumentalizzati, a promuovere incontri aperti per affrontare un percorso di conoscenza reciproca, sarebbe occasione di emancipazione per tutti, capace di allontanare paure inesistenti e fare comunità (anche in presenza di idee differenti).
Naturalmente, a tutti questi impegni, siamo disponibili a rispondere in prima persona perché i comunisti che operano a Marino sono totalmente disinteressati a giochi economici sottobanco, a schifezze varie, a giochini politici e, soprattutto abituati a non tirarci indietro da difficoltà e impegni faticosi.

Maurizio Aversa, segretario del Partito Comunista d’Italia – sezione di Marino

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