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(15 Gennaio 2010) Enzo Apicella
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    PAROLE DETTE A VITERBO NELLA GIORNATA MONDIALE PER LA DIFESA DELL'AMBIENTE

    (5 Giugno 2015)

    Il primo nemico
    Il primo nemico è la guerra: che tutto devasta, che tutto distrugge, che dove era vita reca morte.
    Il primo nemico sono le armi: macchine il cui fine è uccidere gli esseri umani, macchine il cui fine è ridurre l'essere al nulla.
    *
    Il primo dovere
    Il primo dovere è salvare le vite. Le vite umane, ma anche l'intero mondo vivente.
    Il primo dovere è sentire la responsabilità che è propria di ogni essere umano: la responsabilità di riconoscere, rispettare, difendere, promuovere, accudire, confortare, onorare, salvare la vita altrui.
    *
    Il primo sapere
    Il primo sapere è sapere di essere parte dell'unico mondo vivente, sapere di essere parte dell'unica umanità, sapere di essere parte della civiltà e della natura che sono sia il luogo mentale e fisico in cui abitiamo, sia la trama e la stoffa di cui noi stessi consistiamo.
    Il primo sapere è la coscienza della relazione che tutte e tutti ci lega e sostiene, memoria e progetto, coessenziale pluralità, infinita apertura.
    *
    Il primo miracolo
    Il primo miracolo è l'essere, l'esserci: che qualcosa vi sia anziché il nulla.
    Il primo miracolo è la nascita: che rinnova e preserva e infutura il nostro mondo comune, il mondo comune che noi stessi siamo.
    Il primo miracolo è la solidarietà: senza la quale né io né tu saremmo sopravvissuti all'ingresso nel mondo, senza la quale né tu né io avremmo pensieri e parole.
    *
    Ancora della virtù del limite
    Riconoscere l'altrui esistenza è riconoscere il proprio limite.
    E' la cognizione del limite che fonda la libertà, la giustizia, la misericordia.
    Tutti dobbiamo affrontare la sofferenza e la morte: è ragionevole unirsi a mutuo sostegno; è ragionevole unirsi per salvare le vite; è ragionevole unirsi per condividere il bene.
    La stessa biosfera ha dei limiti: e quindi un modo di produzione fondato sul principio della crescita infinita, della massimizzazione del profitto, dell'asservimento della vita all'accumulo delle ricchezze, della trasformazione in merci inerti di ciò che era vivente svolgimento ed incontro, della frantumazione ai fini dell'appropriazione privata di ciò che era integro bene comune, ebbene, questo modo di produzione rapinatore flagrantemente confligge con i limiti della natura, ed è quindi irrazionale e immorale ad un tempo, insostenibile e mortifero.
    *
    Concreta utopia, realismo operante
    Il "modello di sviluppo" dominante sta imbarbarendo e degradando l'umanità, avvelenando e desertificando la biosfera.
    Ciò che la "globalizzazione" oggi globalizza è la rapina e la distruzione, l'inquinamento e la sopraffazione, il dolore e la morte.
    Non è questa la vocazione, la missione, il compito dell'umanità.
    Compito dell'umanità è realizzare una società giusta che riconosca e garantisca il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
    Compito dell'umanità è realizzare una società giusta che rispetti e preservi quest'unico mondo vivente, che è insieme la casa comune dell'umanità ed il tutto di cui l'umanità stessa è parte.
    Alla violenza che rompe, corrompe ed annienta occorre opporre la nonviolenza che ripara, risana e preserva.
    Alla guerra opporre la pace.
    Al male opporre il bene.
    Abolire la guerra, gli eserciti e le armi.
    Uscire dal sistema dello sfruttamento e delle stragi, ed inaugurare la società solidale della convivenza.
    Una sola umanità, un unico mondo vivente: sii tu a prendertene cura.
    La nonviolenza è la via.

    Viterbo, 5 giugno 2015

    Il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

    Fonte

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