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Comunità di Capodarco: sul presidio-assemblea del 5 giugno

(8 Giugno 2015)

capodarcopresidio

Si è svolto il 5 giugno 2015, presso la Comunità Capodarco di Roma Onlus a via Lungro, un presidio con copertura di assemblea sindacale, promosso da Cgil, Cisl. Uil, Usi e dalle Rsa interne, nella fascia oraria dalle 10 alle 13.

L’iniziativa che si è svolta pacificamente e indetta in modo congiunto, alla quale si sono alternate diverse decine di lavoratori e lavoratrici, soprattutto dei servizi socio sanitari privati e garantendo comunque le prestazioni indispensabili all’utenza, si è resa necessaria dopo l’infruttuoso incontro sindacale del 1° Giugno 2015, dove l’Ente, accreditato per servizi di riabilitazione e socio sanitari, assistenziali, principalmente per conto di Regione Lazio e Comune di Roma Capitale, ha rappresentato la situazione di non poter rispettare l’accordo sindacale e il piano di rientro, sottoscritti dai sindacati e dalle Rsa interne a marzo, sul recupero di retribuzioni arretrate da dicembre 2014 e la ripresa del pagamento regolare di stipendi e salari, a causa di ritardi e difficoltà burocratiche con le Pubbliche Amministrazioni committenti (e non paganti le fatture a prestazioni lavorative e servizi erogati), con una conseguente mancanza di liquidità.

Durante il presidio e assemblea, si sono succeduti vari interventi dei dirigenti sindacali e di lavoratori e lavoratrici di Capodarco, che hanno approfondito i vari temi ancora rimasti in sospeso non solo sul tavolo di confronto e trattativa sindacale, ma che a partire da una condizione economica e di vita fortemente disagiata da questi ritardi e mancati pagamenti, ha mantenuto nonostante le promesse e gli impegni verbali dei responsabili dell’Ente, una condizione pesante per carenze sull’organizzazione del lavoro, su carichi di lavoro non equilibrati (specie per le lavoratrici che sono ancora addette alle prestazioni lavorative “di genere”, solo con pazienti e utenti donne, nonostante l’aggravio di mansioni e ritmi di lavoro estenuanti), su turni e ritmi di lavoro troppo gravosi e su una situazione, segnalata e comunicata dal Rls interno più volte in via gerarchica e ottemperata parzialmente, su salute e sicurezza sul lavoro. Si sono infatti registrati, 5 infortuni sul lavoro nei primi 5 mesi dell’anno 2015, una media mai avuta nell’Ente in tanti anni.

Dopo diversi approfondimenti e verifiche sul lavoro di informazione e sensibilizzazione tra colleghi e colleghe, che ancora sono convinti che la situazione economica si risolverà come nel passato (eppure il fatto che nessun sindacato abbia firmato un altro accordo per il secondo piano di rientro di salari e stipendi arretrati, fatto unilateralmente dell’Ente con scadenze ancora più dilatate nel tempo, dovrebbe far svegliare tutte-i…ma sono i “misteri” del terzo settore e della sanità privata, questa eccessiva…fiducia nel datore di lavoro perché si chiama Comunità di Capodarco…) e che gli altri problemi sono limitati ad alcuni settori e non siano comuni a tutta la forza lavoro, come detto dai delegati e delegate sindacali e spiegato soprattutto dai dirigenti territoriali dell’Usi (che una una rappresentanza sindacale aziendale abbastanza combattiva), che hanno dovuto a più riprese rilanciare sul fatto che questo è solo un primo passo, ma che altre iniziative dovranno essere messe congiuntamente in campo, per sbloccare una situazione che sta diventando cronica e che potrebbe avere come conseguenza dannosa, la rassegnazione e l’inerzia passiva, di lavoratori e lavoratrici, invece della lotta e della sua estensione a tutta la forza lavoro a Capodarco (circa 250 persone compresi precari e l’Ente di Formazione, scorporato come gestione societaria), anche portando le richieste a Regione e Comune, di rispettare i loro debiti nei confronti dell’Ente, con l’effetto di garantire un pagamento regolare e condizioni di lavoro migliori.

Al termine dell’assemblea, è stata votata all’unanimità dei presenti (nel momento di massima affluenza tra turni smontanti ed entranti del personale) l’indicazione di STATO DI AGITAZIONE SINDACALE e di attivazione delle procedure previste per legge alla Prefettura di Roma e agli organismi di vigilanza.

Oltre alla questione di recupero di SALARI E STIPENDI (ormai tre mesi, decurtati di acconti e anticipi sulle mensilità non pagate), punti di piattaforma e di agitazione L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO e la definizione dei minimi assistenziali di servizio, non più aggiornati da anni, I CARICHI DI LAVORO E LA TURNISTICA NON ADEGUATI E LA PIENA APPLICAZIONE DELLE NORME DI TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO. Tutti i 4 sindacati presenti (Cgil, Cisl, Uil e Usi) hanno dato l’impegno di programmare le varie iniziative future (volantinaggi, comunicazione sociale, assemblee, azioni in sede giudiziaria, rispetto di mansioni e regolamenti interni sui servizi minimi essenziali da garantire) in modo congiunto e di rafforzare l’attività di collegamento tra i vari settori e sedi distaccate dell’Ente. SOLO LA LOTTA PAGA…in attesa CHE LO FACCIANO CAPODARCO, LA REGIONE LAZIO, IL COMUNE DI ROMA CAPITALE…come è loro dovere…

Roma, 7 giugno 2015

A cura di Unione Sindacale Italiana Usi

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