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ALTERNATIVA MORALE, ALTERNATIVA POLITICA

(13 Giugno 2015)

In un quadro generale di “modernità negativa” che si sta sviluppando a livello globale e verso la quale è più che giustificata l’espressione di un vero e proprio “pessimismo cosmico”, la società italiana sta precipitando in un vero e proprio pozzo nero di degrado morale, sociale, politico.

Soggetto trainante di questa decadenza progressiva e, almeno in apparenza, inarrestabile è proprio il sistema politico che non riesce più a offrire alternative, modelli, esempi, prospettive praticabili e realistiche.

Ciò che sta accadendo in questi giorni sotto diversi aspetti rappresenta l’esemplificazione di questo stato di cose, di uno sprofondo di incapacità e neghittosità complessiva dell’intero sistema che mai in passato si era presentato in questa dimensione, neppure nei tempi cupi delle atrocità fasciste.

Le immagini che ci arrivano dalla Stazione Centrale di Milano (come da tante altre situazioni, beninteso) appaiono del tutto emblematiche di quest’assenza di volontà politica, di capacità nel presentare le ragioni “morali” di un necessario confronto con la realtà, di una necessaria forza nell’affrontare le difficoltà.

Non si tratta di richiami retorici, per carità, ma del ritrovare in tutti i campi un’idea fondativa del progredire.

Il sistema politico è il vero punto nero di questa situazione: dopo essere stato il punto di forza in tanti difficili frangenti del passato.

Un sistema politico non più percorso da un’ipotesi di “questione morale” da affrontare e da difendere, come fu in tante altre occasioni, a partire da quella Resistenza dalla quale nacque la Repubblica.

Aver insistito perché la “politica” fosse questione esclusivamente del “potere” da reggere in similitudine con le espressioni facilmente vincenti della ricchezza, dell’egoismo, dello sfruttamento, della sopraffazione, senza che si potesse esprimere una “diversità” insieme morale e di presentazione di scenari futuri, certo diversi tra di loro a seconda delle idee filosofiche poste sul piano sociale e anche economico, ha fatto franare l’intera architettura sulla quale si fondava non tanto lo Stato, quanto l’insieme del complesso della convivenza civile.

Su questo punto si è verificata un’omologazione complessiva rivolta verso il basso del consumismo individualistico: un consumismo rivolto a bruciare tutto, anche la stessa immagine dei protagonisti che l’avevano promosso in una ridda di comportamenti tesi all’apparire, alla vanità del quotidiano, all’effimero di qualcosa di inafferrabile che sarebbe sbagliato definire semplicemente come propaganda.

Si pasce la nostra mente di slogan pubblicitari, ai quali si è ridotto anche il linguaggio e il messaggio politico che strada facendo sta sempre di più assumendo le sembianze di un vero e proprio incattivimento, ben oltre il cosiddetto “parlare alla pancia”.

E’ ancora peggio, si parla per suscitare l’istinto animalesco e non si riesce neppure più a immaginare un Leviatano.

Alternativa morale e Alternativa politica dovrebbero marciare assieme come intreccio di idee, progetti, espressione di forza nella loro possibile presenza nella società.

A questo punto è difficile poter affermare che un progetto del genere possa ancora aver diritto di presenza, almeno a livello di idee, all’interno di questo marasma, di questa continua, pesante, espressione di arroganza che ci sta sul collo ogni giorno e produce la drammaticità di questo quotidiano.

Le grandi filosofie politiche dell’800 e del ‘900 avevano comunque prodotto istanze sulle quali era poggiata, tra contraddizioni enormi, una “epocalità del futuro”.

Ripartire da lì, da quelle espressioni oggi accantonate in favore di questa indiscriminata modernità senza principi, potrebbe forse rappresentare ancora una possibilità.

Franco Astengo

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