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(Lotte operaie nella crisi)

LOTTA DI CLASSE:
RIFIUTIAMONE OGNI ANNACQUAMENTO!

(19 Giugno 2015)

Dal n. 30 di "Alternativa di Classe"

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Da una consultazione elettorale, come quella del 31 Maggio (definita così, a posteriori, dal premier Renzi: “Queste elezioni non hanno valore nazionale”...), non emerge un quadro formale particolarmente cambiato. L'inesorabile aumento del numero dei “non votanti” (circa il 10% dappertutto), che rappresenta senza dubbio il dato di fondo, depone a favore di un sempre maggiore distacco di massa, probabilmente irreversibile, dalle sedi e dalle dinamiche del “potere politico”, ed è un dato il fatto che l'astensione maggiore la si riscontra proprio nelle ex “regioni rosse”. Nella perdurante assenza, però, di mobilitazioni a carattere nazionale da parte dei lavoratori, questo non appare, di per sé, come un dato favorevole ad un miglioramento della condizione, neppure soggettiva, per la nostra classe.
Il calo di voti del principale partito di governo della borghesia, il PD, pur mantenendosi ad un livello fisiologico per una “democrazia imperialista” moderna, è senza dubbio consistente, mentre appare preoccupante il forte aumento numerico reale dei voti della Lega Nord, dovuto, soprattutto, ai luoghi comuni anti-immigrati, diffusi incessantemente ed “a piene mani” tramite i principali media di regime. L'avvento in quel partito di un personaggio come Matteo Salvini, che molto ha puntato anche sull'attacco verbale alla famigerata “Legge Fornero”, lo ha fatto uscire dal ghetto stereotipato di “gruppo locale” antinazionale e della secessione, facendolo assurgere, visti anche i buoni rapporti con “Casapound”, a vero partito neo-nazionalista e populista, con discrete percentuali, insolitamente raggiunte anche in regioni del Centro Italia, come Umbria, Marche e Toscana.
Per quanto riguarda la regione scelta dal PD come “laboratorio”, la Liguria, le elezioni hanno segnato il fallimento della inquisita candidata piddina, Lella Paita, renziana doc, ingannata dai suoi “grandi elettori” del ponente, che hanno, invece, votato Toti, storicamente più omogeneo alle aspirazioni destrorse. Scomposta è stata la reazione di “Lady Alluvione”, come molti ormai la chiamano, e di Burlando stesso, che hanno voluto dare ad intendere che “le colpe sarebbero tutte della “Lista Pastorino”, cioè la “Rete a Sinistra” (coalizione che andava dalla “Sinistra” PD (una contraddizione in termini) a SEL, al “nuovo” PC d'Italia togliattiano, fino a Rifondazione Comunista). Cofferati, trionfante padre della Lista, ha rinviato le accuse al mittente PD, dolendosi di una comune sconfitta: parla di “regione persa”; ma da chi (se governava il PD)? ...ha ragione solo sul fatto che il suo cartello, non raggiungendo nemmeno il 10%, ha portato in Consiglio Regionale solo un ex sindacalista della CGIL, e, per giunta, più allineato di lui...
Anche con queste elezioni si è verificato il solito fenomeno delle dichiarazioni, che vedono “tutti vincitori”. Nel frattempo Renzi, “garantista” verso i numerosi inquisiti del PD, ha rinnovato la professione di fede nella magistratura e “nell'uscita dalla crisi”, che, a suo dire, starebbe avvenendo, mentre Squinzi fa il suo mestiere, dichiarando che nemmeno il “Jobs act” è sufficiente per arrivarci. D'altro canto, dopo la Confederazione Cobas e l'ORSA, anche l'USB sta seguendo la strada dei sindacati confederali, con l'accettazione “tecnica” dell'Accordo (Testo Unico) del 10 Gennaio '14 sulla Rappresentanza: quale senso abbiano queste accettazioni “tecniche” nel tempo in cui viene fatto ricorso a qualsiasi escamotage, anche extra-legge, per limitare il diritto di sciopero, lo sanno solo i vertici di questi sindacatini! …a rimanere sul terreno conflittuale restano, ormai, soltanto pochissime sigle del sindacalismo di base!
Con il dilagare della calura estiva, languono le iniziative di lotta politica e/o sindacale. E mentre la CGIL, in piena crisi di identità e di prospettive, sui territori è alle prese con le Conferenze camerali, in preparazione di quella nazionale di Settembre, che dovrebbe sancire un definitivo allineamento organizzativo interno proprio al Testo Unico di cui sopra, la FIOM di M. Landini si affida ai soliti, inutili, emendamenti al testo ufficiale, lasciando, così, al suo mediatico leader le “mani libere” per l'appuntamento nazionale... Lo stesso Landini, impegnato nella sua “coalizione sociale”, accettando il veto camussiano (per la verità, provvidenziale, visto il ruolo controproducente dei referendum) su di un prossimo referendum sul Jobs act, lancia un nuovo attacco a qualsiasi ottica di lotta di classe, promettendo, per Settembre, l'unità fra lavoratori dipendenti ed autonomi, addirittura “fra le persone”, con il rilancio dell'obiettivo del “reddito minimo di cittadinanza”. Mentre Renzi lo contrasta, in quanto nuova spesa, va ricordato con forza che questa “rivendicazione” è tutt'altra cosa da, perseguibili ed auspicabili, forme di generalizzazione del salario garantito!
Gli argomenti specifici su cui “discute” oggi il Governo Renzi (leggi, cioè, “i settori su cui si concentra l'attacco del Governo”...) sono la Controriforma della scuola ed il “ritocco” alla Legge Fornero. E' importante qui notare come siano divergenti i percorsi fra i due settori: mentre di scuola, grazie alla persistente e forte mobilitazione dei lavoratori scolastici, perfino la ministra Giannini è obbligata a cercare di trattare, abbassando il tiro, sulle pensioni si parla sì di abbassamento dell'età, ma “con disincentivi” crescenti, per mascherare l'obiettivo di inferire l'ennesimo colpo alle pensioni attuali e prossime!
In questo senso, parla chiaro l'economista T. Boeri, succeduto a Treu, e che sembra volere bissare la fama negativa del suo “pacchetto”, proponendo “un sistema unico di calcolo dell'assegno previdenziale con il metodo contributivo”. Applicare questa semplice frasetta (non impossibile, visto che i “diritti acquisiti” non esistono più...) significherebbe produrre un impoverimento intollerabile: il giornale di Confindustria, “Il Sole – 24 ore”, infatti, si è affrettato a fare i conti, “svelando” che la perdita per ogni pensionato sarebbe del 32%: praticamente un terzo della pensione! E' certo che, con questi “chiari di luna”, a scegliere i “disincentivi” sarebbero proprio “mosche bianche”!
Mentre le residue speranze di opposizione complessiva e generalizzata a Renzi sono relegate alla lotta contro la “Buona scuola”, che sta procedendo, nonostante il silenzio di molti media, ed alla possibilità di un suo allargamento ad altri settori sociali, una prospettiva di fondo la si può solo intravedere in quelle lotte che vanno aldilà del “sistema contrattuale”, sempre più messo in discussione dai padroni stessi, e che riprendono le forme organizzative degli scioperi degli albori del movimento operaio. Per contrastare l'equivoco Landini, e l'Area “Democrazia e Lavoro” in CGIL, che sostiene la “Coalizione sociale”, è necessario, comunque, partire, intransigentemente, dalla contraddizione di classe; al di fuori della lotta di classe non vi sono né alternative, né, tanto meno, soluzioni per i proletari!

Alternativa di Classe

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