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IL 25 GIUGNO DI 65 ANNI FA
LA COREA DEL NORD INVADEVA IL SUD

(23 Giugno 2015)

Dal n. 30 di "Alternativa di Classe"

Syngman Rhee

Syngman Rhee, presidente-fantoccio della Corea del Sud

La fine della Seconda Guerra Mondiale aveva definitivamente affermato le due nuove superpotenze globali: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica; gli accordi di Yalta sulla spartizione delle aree d'influenza avevano previsto anche la spartizione della penisola coreana. Poco prima, infatti, quando la Germania nazista era stata definitivamente distrutta dalle truppe sovietiche, Stalin aveva mandato ingenti truppe in Estremo Oriente, con l'intenzione di occupare il più possibile i territori lasciati liberi dall'esercito giapponese in ritirata, per poi assalire il Giappone direttamente.
L'antefatto è che in precedenza, nel 1931, il Giappone aveva invaso la Manciuria creando un governo fantoccio, e mantenendovi delle truppe, l'armata Kwantung. Le mire espansionistiche dell'Impero del Sol Levante verso l'Asia erano palesi, ma il 10 Maggio del 1939 avevano subito una grave battuta d'arresto, nella battaglia di Khalkhyn Gol, in Mongolia, con una grave sconfitta ad opera delle truppe sovietiche e mongole, guidate dal generale Georgij Zukov, colui che, poi, sconfisse i nazisti.
Tutto ciò aveva portato, il 13 Aprile del 1941, ad un trattato di non aggressione tra il Giappone e l'URSS, con scadenza nel 1946; il Giappone rispettò il trattato, (anche perché aveva indirizzato le sue mire espansioniste al Sud-est asiatico ed al Pacifico), ma anche l'URSS aveva avuto vantaggio da esso (spostando a Mosca buona parte dell'armata asiatica di stanza in zona, nel momento più critico dell'avanzata nazista), e lo rispettò fino al 8 agosto del 1945, quando, invece, dichiarò guerra al Giappone. Truppe dell'armata sovietica, così, partirono, sia dalla Mongolia, che, contemporaneamente, da Vladivostok, ed invasero in poche settimane la Manciuria, peraltro trovando poca resistenza; occuparono, quindi, anche la Nord-Corea, e la guerra finì poco dopo, vittoriosamente, il 2 Settembre 1945.
E' per questo che nel 1945, quando i giapponesi, sconfitti, si erano ritirati dall'intera Corea, dopo un'occupazione di ben 35 anni, la lasciarono divisa in due aree: al nord vi erano le truppe sovietiche, ed al sud quelle degli USA, subentrate ai nipponici; in queste aree di occupazione militare non poterono poi che svilupparsi, ovviamente, le politiche degli imperialismi antagonisti occupanti.
Nell'estate del 1947, le due zone di influenza erano divenute ufficialmente due Stati distinti, divisi lungo la linea del 38° parallelo. Il 15 Agosto del 1947 fu eletto a Seoul il Presidente della nuova Repubblica di Corea (nel Sud); si chiamava Syngman Rhee, ed era un dittatore fantoccio degli USA, presto artefice di una politica ultra nazionalista e coinvolto in gravi episodi di corruzione. Il 9 Settembre dello stesso anno, nel Nord nasceva la Repubblica Popolare Democratica di Corea, con capitale Pyongyang. Fu messo a guidarla un altro fantoccio, questa volta di Stalin, il presidente Kim Il Sung, fautore di un rigido regime ad economia statalista.
Tra il 1948 e il 1949, le truppe sovietiche ed americane si ritirarono dai rispettivi “Stati amici”, non senza fornire, comunque, grandi aiuti, soprattutto in armamenti. Tra le due nuove nazioni tra il 1949 ed il 1950, gli attriti e gli scontri di frontiera andarono, com'era prevedibile, ad aumentare.
C'è da sottolineare un fatto importante: nel 1949 vi era stata la nascita della Repubblica Popolare Cinese, ed il fatto che la Cina era il colosso asiatico, che, ottenuta la Manciuria dall'URSS, confinava con la Corea del Nord e che, storicamente, da sempre aveva influenzato, anche con invasioni, la penisola coreana, non fu un dato di fatto indifferente per le cose che poi avvennero l'anno seguente.
La Corea del Nord del 1950 era più industrializzata di quella del sud, era armata con moderne armi dall'Unione Sovietica e, con alle spalle la Cina, non accettava i trattati di Yalta e voleva la riunificazione della Corea; la Russia di Stalin, protagonista di quegli Accordi, però, non intendendo affatto esporsi direttamente, anche per non essere accusata di non rispettarli, “lasciava fare”, in sostanza, al bellicoso Kim il Sung.
Gli USA, sornioni, stavano aspettando; non avevano ancora smobilitato completamente le truppe del Pacifico, presenti nel vicino Giappone, avevano ancora gli arsenali pieni di armi e di carri armati, che erano stati prodotti in eccedenza, ed inoltre dovevano provare nuove armi tra cui gli aerei a reazione. Avevano poi lasciato la Corea del Sud con l'esercito locale poco addestrato e male equipaggiato.
Fu così che, 65 anni fa, approfittando della situazione favorevole, il 25 Giugno del 1950 truppe nord-coreane invasero, con sorprendente rapidità, la Sud Corea, ed in breve tempo le truppe sud-coreane si ritrovarono relegate nell'estremo sud della penisola, in una sacca intorno al porto di Pusan.
Gli USA, allora, con la benedizione dell'ONU, intervennero altrettanto rapidamente sotto la guida del Generale Douglas MacArthur. La mossa vincente fu lo sbarco dei marines a Inchon, dietro le linee nemiche, tagliando loro i rifornimenti; quindi MacArthur passò il 38° parallelo, invadendo con le truppe USA e sud-coreane lo Stato del nord, avvicinandosi anche alla frontiera cinese.
La Cina, allora, interessata a non tollerare alcuna supposta “minaccia”, intervenne subito con l'imponente invio di 180 mila soldati “volontari”, in quanto ufficialmente non era stata dichiarata guerra; seguirono poi un numero imprecisato di truppe, tanto da fermare prima, e costringere ad arretrare poi gli americani, che ritornarono, così, al 38° parallelo, dove si stabilizzarono, fortificando le linee. Costoro, grazie all'enorme superiorità di mezzi corazzati, respinsero i successivi attacchi cino-nordcoreani del Marzo 1951.
MacArthur venne rimosso dal Presidente USA, Herry Truman, che cominciò le trattative di pace con la Corea del Nord il 10 Luglio 1951. Il 27 Luglio del 1953, a Panmunjeom, la fine del negoziato riportava il confine esattamente dov'era prima della guerra: sul 38° parallelo.
All'armistizio raggiunto, tuttora in vigore, la “Guerra di Corea” era costata complessivamente: 1.027.409 morti e 1.474.717 feriti tra i militari, più almeno 1.500.000 tra morti e feriti, ma tra i civili. Anche questa volta, come sempre avviene nelle guerre imperialiste, erano morti prevalentemente proletari, soprattutto coreani.

Alternativa di Classe

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