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LA BUONA SCUOLA BORGHESE SI ABBATTE E NON SI CAMBIA!

(24 Giugno 2015)

Oggi le riforme, della scuola come del lavoro o delle pensioni, le fanno i governi, comunque colorati.
Le fanno questi servitori dei padroni europei, impegnati come automi nel lavoro sporco di scarnificazione di diritti e libertà, al servizio del vincolo europeo.
Dopo aver adeguato e ridotto in schiavitu' il pubblico impiego a seguito della disintegrazione operaia, tocca alla scuola, ai suoi impiegati maestri, ed alle vittime studentesche.

Si vuole una scuola adeguata ai tempi della competizione tra blocchi imperialisti, capace di allevare tecnici controllabili plurifunzionali e privati di libero arbitrio.
A questo scopo occorre sviluppare una genia di formatori capaci alla bisogna della peggiore selezione come dell'ideologizzazione individualista, allenata al dominio ed alla concorrenza interpersonale dalla scuola azienda e dai suoi presidi manager.legittime rivendicazioni
La metifica influenza familistica, col suo corollario di dominio e corruzione, fa il resto, imprigionando intere generazioni nelle caserme degli yes-man e della cooptazione dei fatti.

Scuola, professori, presidi, famiglie: tutti contro studentesse e studenti, ormai usate come materiale da forgiare sull'altare del massimo sfruttamento, del massimo profitto e del minimo conflitto.

Per questo è improponibile ogni fronte comune tra chi opprime e chi è oppresso, tra chi dovrebbe studiare e chi è studiato e controllato, tra chi dovrebbe crescere e sviluppare la propria criticità e chi gliela impedisce, o gliela rende ininfluente, inutile.

Senza nulla togliere alle legittime rivendicazioni sindacali di maestri e professori, si conferma in pieno, per l'oggi ma soprattutto per il domani, il loro ruolo oggettivo e coercitivo di “educatori controllori e repressori” al servizio della ristrutturazione sociale e dell'intero impianto di diffusione e riproduzione dell'ideologia dominante.

Cosi' come ogni maestro cosciente del proprio ruolo dovrebbe orientare la propria lotta in contraddizione col proprio essere sociale, cosi' studentesse e studenti dovrebbero smettre di chiedere a chissà quale istituzione un “migliore funzionamento” della scuola, perchè questo “migliore funzionamento” altro non è che l'affinamento dell'oppressione culturale fino all'odierno soffocamento.

Al contrario, studenti e maestri coscienti potrebbero trovare un vero terreno unitario di lotta adeguandosi al movimento reale intento ad accelerare la fine delle vecchie istituzioni di riproduzione ideologica insieme al superamento della società che le produce.

Capirlo è un primo passo per non continuare a lucidare le nostre catene, cercando spesso inutilmente di difendere lavoro salariato e scuola borghese.

Pino ferroviere

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