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La grande vittoria operaia e popolare del No è il prologo di quella che si annuncia come la battaglia decisiva

(7 Luglio 2015)

Comunicato di Dea – Sinistra Operaia Internazionalista

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1. Il trionfo del NO, con dimensioni superiori alle previsioni, rappresenta una grande vittoria operaia e popolare. Le persone hanno letto correttamente la posta in gioco: approvazione o rigetto della politica d’iper-austerità, tale quale è stata formulata nei protocolli (Memorandum) che i creditori esigono nuovamente. La risposta indica le vere intenzioni della società “dal basso”, mostrando la dinamica dei rapporti di forza tra le classi, tale quale si è sviluppata nel corso degli ultimi anni in Grecia. La Grecia della crisi profonda e della grande resistenza sociale.
2. Nel campo del No si sono raggruppati, evidentemente, i lavoratori urbani e rurali, i disoccupati, i poveri. La classe lavoratrice si è espressa con fermezza, assumendosi grandi rischi: aveva già subito le conseguenze della chiusura delle banche, affrontato la minaccia di massicci licenziamenti, le intimidazioni secondo cui il suo atteggiamento avrebbe condotto probabilmente alla rottura dell’euro. Si scontrava con una propaganda inaudita che parlava di carestia, di mancanza di medicinali, di carburante, …. . La massiccia fermezza nei confronti del No rappresento un esplicito mandato di rottura con l’austerità. Nel campo del SI si sono ritrovati la classe dirigente e l’alta classe media. Ossia, tutti coloro che hanno interesse in un accordo “a qualsiasi prezzo” (i sacrifici per gli altri) con i creditori.
3. Questa chiara distinzione di classe è emersa politicamente. L’anima del NO era la sinistra radicale, cosa che nel futuro comporterà conseguenze cruciali. La direzione di Syriza, che ha trovato la forza di rifiutare la firma incondizionata richiesta dalla direzione dell’Ue e di indire un referendum per far esprimere la volontà del popolo, è la grande vincitrice.Le forze di Antarsya,nella loro particolare configurazione politica e nelle loro diversità, si sono riunite attorno al campo del NO. Hanno così creato nuove relazioni con i settori di Syriza, di relazioni che saranno importanti nelle lotte future.Al contrario, il Kke (Partito comunista) con la sua linea di ripiego – l’inaccettabile voto nullo – ha rifiutato di schierarsi con coloro e contro coloro con cui si colloca. Un orientamento che, nonostante non sia stato seguito da una gran parte dei suoi militanti e della sua base, la sua direzione proseguirà ancora per un lungo periodo.

4. Il risultato paralizza le forze politiche borghesi. Le dimissioni di Antonis Samaras dalla direzione di Nuova Democrazia1– qualche giorno dopo le dimissioni di Venizelos dalla direzione del Pasok2– a testimonianza che la classe dirigente dei memorandum (2010 – 2012), identificata con i creditori, è rimasta priva di una forza politica alternativa all’interno del paese. I social liberisti “post-politici” di Potami (il fiume) non sono e non possono essere una risposta a questo problema. La trascrizione di questa situazione nelle urne, in occasione di questo cruciale referendum, crea una grande possibilità a Syriza, ma esercita anche pressioni senza precedenti al suo interno.

5. La grande vittoria popolare e delle lavoratrici/lavoratori in occasione del referendum, in una condizione di strangolamento del sistema bancario e di ricatti padronali senza precedenti, rende ancora più cruciale il periodo a venire, che vedrà in un primo momento misurarsi i rapporti di forza: durante la ripresa dei negoziati con i creditori.

Noi comprendiamo le pressioni e i dilemmi con cui è confrontato il governo; e in particolare il ricatto su grande scala dei creditori con la minaccia che pesa sul sistema bancario. Minaccia con la quale si può rispondere attraverso la nazionalizzazione delle banche attraverso il controllo pubblico democratico e dei salariati, in questo settore così decisivo per il funzionamento dell’insieme dell’economia.

Il No ha messo in luce l’esigenza non negoziabile del ribaltamento dell’austerità. Si tratta di un appello indirizzato a Syriza affinché attui in modo deciso il programma della sinistra radicale, prendendo così tutte le misure economiche, politiche e monetarie necessarie.

Il governo e Syriza non possono discostarsi da questo orientamento.

Un accordo, in sostanza simile a quello sottomesso a referendum, creerebbe delle condizioni di logoramento, di liquidazione della vittoria del No. Permetterebbe al personale politico borghese di riorganizzarsi e di contrattaccare con l’obiettivo di rovesciare il governo il prima possibile. Perché, come l’hanno dichiarato i rappresentanti delle istituzioni europee, un governo di sinistra oggi, in un momento di crisi così profonda, è incompatibile con le politiche in vigore, tanto su scala europea quanto su scala nazionale.

In questa situazione, occorre sottolineare la solidarietà internazionalista con la classe operaia e la sinistra in Grecia. Essa si è manifestata e si manifesta suscitando emozione in un numerosi angoli del mondo intero.

Non abbiamo il diritto di deludere questa prospettiva. Ciò comporta alcuni doveri capitali per il governo e alcuni compiti essenziali per i membri di Syriza, ma anche per tutte coloro e tutti quelli che hanno lottato per il NO.

I prossimi giorni saranno decisivi per il consolidamento e lo sviluppo di una grande vittoria elettorale.

Dea – 6 luglio 2015.

1La sera stessa del 5 luglio, l’organizzazione giovanile di Nuova Democrazia aveva chiesto le dimissioni di Samaras sui canali televisivi. Così come Dora Bakoyanni, figlia di Constantinos Mitsotakis. Vangelis Meimarakis ha assunto la direzione provvisoria (red.A L’Encontre).

2Evangelos Venizelos è stato sostituito alla testa del Pasok da Fofi Gennimata in occasione delle votazioni organizzate il 14 giugno 2015. È riuscita ad ottenere il 51% dei voti. Proveniente da una famiglia di politici, è stata ministro della sanità e dell’istruzione sotto il governo di Georgie Papandreou tra il 2009 e il 2011, poi ministro degli interni sotto il governo provvisorio di Lucas Papademos tra il 2011-2012.

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