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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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BRUSHWOOD NON E' ANCORA FINITA.

Il 10 luglio alle ore 17,30, alla Casa Rossa a Spoleto, aspettiamo chi non ha dimenticato e non vuole dimenticare.

(8 Luglio 2015)


Oggi vogliamo dire ciao a FABRIZIO: "Di banda armata m’hanno imputato e per questo m’han carcerato,
poi c’hanno ripensato e assolto m’han dichiarato.
Le scuse e il risarcimento se li son portati il vento
perché la morte mi è venuta a trovare sulla costa vicino al mare."

brushwood

Corteo del 23 novembre 2007

OPERAZIONE BRUSHWOOD – BREVE RIASSUNTO

Primavera 2007, forti proteste contro “l’ecomostro” che fanno registrare il loro apice il 9 giugno 2007 con un grande corto, almeno 600 partecipanti che si conclude in Piazza Garibaldi dove parlano gli organizzatori e tra questi Michele a nome del Gruppo Difesa Ambiente.
I giornali nello stesso periodo riportano in alcuni articoli di danneggiamenti ad alcuni cantieri come a Colle San Tommaso.
Con una azione militare in grande stile il 23 ottobre 2007, i ROS dei carabinieri, 108 uomini armati e incappucciati, scortati da elicotteri, penetrano in una decina di case di Spoleto e si portano via 4 ragazzi ventenni e un loro amico quarantenne.
Per tutti l’accusa è di appartenere ad una associazione terrorista di matrice anarchica, la COOP FAI.
La notizia è sparata in apertura su tutti i TG nazionali per l’intera giornata, tutto studiato, tutto preparato per fare effetto, per dare luce al Generale Ganzer e alla Governante Lorenzetti e per criminalizzare, le lotte ambientaliste e gli anarchici.
I 5 arrestati respingono le accuse, alcuni di loro dichiarano di aver partecipato alle manifestazioni per la difesa dell’ambiente e contro l’ecomostro, Michele rivendica la sua fede anarchica.
Fabrizio dopo due settimane di arresti verrà scaricato fuori dal carcere in piena notte e prosciolto.
Gli altri passeranno lunghi mesi in carcere e ai domiciliari.
Per Michele 400 giorni di privazione della libertà, 3 mesi in isolamento a Perugia, 6 nel carcere speciale a Sulmona, poi ai domiciliari e in semilibertà.
Nel processo di primo grado, alla fine di una accusa sgangherata, piena di amnesie e di errori, nell’attribuire responsabilità, date e luoghi dei fatti oggetto dell’accusa, la PM Comodi chiederà pene pesantissime 9 anni per Michele e tanti anni anche per gli altri, Damiano con la sola accusa specifica di aver fatto una scritta su di un muro, si vedrà richiedere 6 anni di carcere. Il Giudice ridurrà drasticamente le richieste del PM ma farà giurisprudenza da leggi speciali, con una sentenza in cui si riconosce l’esistenza di una associazione terrorista a 2 ( Michele e il suo amico Andrea), primo e unico caso in Italia. Michele avrà una condanna a tre anni e 6 mesi, Andrea a 2 anni e mezzo.
L’appello cancellerà l’Associazione terrorista, non esisteva, era solo un pretesto per il blitz, Andrea viene assolto, torna ad essere ciò che è sempre stato, un amico di Michele, mai impegnato in nessuna attività politica.
Fabrizio e Damiano moriranno prima che il processo abbia termine.
A Michele, anarchico dichiarato, la mente politica dell’associazione secondo l’accusa e i ROS dei carabinieri, autore di vari saggi filosofici e politici, come “Sperimentiamo l’anarchia” e “Il razionale e l’assurdo”, la pena viene ridotta a 2 anni e tre mesi, perché accusato di reati specifici, danneggiamenti e minacce, aggravati da finalità eversive.
La cassazione il 26 giugno 2014 confermerà la condanna.
Cosicché il 10 luglio viene di nuovo prelevato e condotto in carcere, in “Alta Sicurezza” a Ferrara, dove sono rinchiusi Anarchici e NO TAV.
Gli obiettivi di Brushwood erano però come detto, chiari. Da un lato fermare un movimento di lotta per l’ambiente forte e determinato e insieme colpire la frazione anarchica di questo movimento, per evidenti ragioni di natura politica. Dall’altro avvalersi di questa azione per consolidare carriere politiche e militari in crisi. Il Generale Ganzer comandante in capo dei ROS dei carabinieri e Maria Rita Lorenzetti Presidente della Regione Umbria ( il primo inseguito da indagini che riguardavano il traffico di stupefacenti, di armi e per peculato (poi condannato) e la seconda, assai chiacchierata (poi arrestata per i lavori della TAV in Toscana), ) organizzano sorridenti la conferenza stampa sparata su tutte le prime pagine dei TG, per rivendicare, il primo l’azione antiterrorista portata a termine “brillantemente” e la seconda, per fare la parte della “martire” salvata dai carabinieri che esce dall’incubo terrorismo.
Ora, il 10 luglio, è un anno che Michele è in prigione (nel frattempo ogni richiesta della difesa è stata respinta) dopo averne trascorso un altro in carcere a Perugia e Sulmona, dal 23 ottobre 2011.
Come abbiamo promesso il giorno dell’arresto, alziamo in ogni modo la nostra voce per chiederne l’immediata liberazione.

COMITATO23OTTOBRE

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