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Grecia: la forza del popolo

(10 Luglio 2015)

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di Ângelo Alves* | da www.avante.pt


Un impiegato di 35 anni, di nome Thodoros, ha detto a un giornalista portoghese, mentre celebrava la vittoria del NO in Piazza Syntagma, quanto segue: “Dite ai portoghesi che in Grecia lottiamo anche per voi”. Il significato internazionalista e solidale di questa frase è rilevante e illustra bene l’ampiezza dell’esperienza politica che si sta vivendo in Grecia. Le parole dignità e orgoglio sono state ripetute nella notte della vittoria del NO, e a ragione. Sono degne di rilievo la consapevolezza, la determinazione e la serenità con cui il popolo greco ha risposto alla spudorata e terroristica campagna di ricatto politico ed economico che gli è stata scatenata contro.

Al di là delle analisi politiche sulla situazione in Grecia e nell’Unione Europea, al di là delle differenti opinioni sull’opportunità e la necessità del referendum greco, al di là della riflessione sul ruolo, il percorso e la posizione del governo di quel paese – non esente da contraddizioni, cedimenti ed esitazioni – l’importantissima risposta popolare che è stata data – associata alla risposta rappresentata dalle elezioni del 25 gennaio – ha costituito, indipendentemente da ulteriori sviluppi, un’importante avanzata nella lotta per la sconfitta delle teorie della paura e del conformismo.
Il risultato del referendum è prima di tutto una notevole dimostrazione di coscienza politica. Questo fatto, insieme alle reazioni popolari e democratiche in Europa, è un contributo evidente a smentire nella pratica la menzogna, costruita per decenni, secondo cui Europa significa Unione Europea e Unione Europea è sinonimo di “solidarietà e coesione”. Questi valori esistono, si, ma tra i popoli e non negli uffici di Bruxelles, come è stato appena dimostrato.

Se c’è qualcosa da ricavare dal processo relativo alla Grecia è il fatto che lo scontro di classe che sempre è stato presente nel processo di integrazione capitalista è oggi molto più chiaro e presente nella coscienza collettiva dei popoli e in particolare dei popoli della cosiddetta “periferia” dell’Unione Europea. Oggi è molto più evidente che da un lato stanno il grande capitale, le grandi banche, il capitale finanziario, le “istituzioni europee” – con i loro corrispondenti “nazionali” e le forze politiche al loro servizio – e dall’altro stanno milioni di lavoratori, popolo he produce ricchezza tutti i giorni e la cui unica arma è ciò che hanno conquistato con la lotta – diritti, democrazia e sovranità e… la coscienza della propria forza in quanto motore di trasformazione sociale.

Il referendum, indipendentemente dalle ragioni e gli obiettivi che hanno indotto il governo greco a convocarlo, non è stato merce di scambio né “Asso vincente”, ma una poderosa dimostrazione di qualcosa di molto più profondo che ci porta inevitabilmente a guardare al centro del processo di trasformazione sociale. E’ ovvio che il referendum in Grecia è avvenuto in un contesto molto specifico, ed è anche ovvio che l’obiettivo del governo che lo ha convocato era quello di ottenere una posizione più forte e sicura di fronte all’intransigenza del direttorio delle potenze e delle cosiddette istituzioni. Ma la realtà sociale è molto più ricca di ciò. E’ molto più ricca di un “semplice” processo “negoziale” tra l’Unione Europea, completamente infeudata agli interessi del grande capitale, immersa nelle sue contraddizioni, che distilla odio, disprezzo e arroganza sui più elementari diritti dei popoli, e un governo, che confrontandosi con la sofferenza del suo popolo, insiste a condurre la battaglia in un campo le cui frontiere sono definite dal “nemico” del popolo che rappresenta.

No! Il popolo greco ha espresso un’opinione molto “semplice” e chiara. Vuole decidere il proprio futuro collettivo. Fa capire che il paese è il suo popolo. E non la “liquidità” dei regali delle banche o l’opinione delle agenzie di rating. Ha dimostrato che la realtà è qualcosa di molto palpabile che non si misura in milioni di euro, ma in dignità, vita e speranza. E tale consapevolezza ha assunto una forma: quella dei processi di lotta che da molti anni si sviluppano impetuosamente in quel paese. E’ sarà la forza di quel popolo, insieme ad altri, che determinerà il corso degli eventi, anche in Portogallo. Sappia lo stesso governo greco interpretare questo importantissimo messaggio.

*Ângelo Alves è membro della Commissione Politica del CC del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

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