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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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CE VOREBBE 'NA RIVOLUZIONE!

(12 Luglio 2015)

Grecia tra europadroni, sinistri veri, falsi, tifosi e sacrifici per gli sfruttati.

CE VOREBBE 'NA RIVOLUZIONE!

Propagande politiche e campagne elettorali amplificano intendimenti e risultati.
Chi vi si accoda quando non si illude, tifa e si deprime.

E' il solito cortocircuito di certa sinistra di stato ormai mummificata e di certo movimentismo nostrano alla ricerca dello stato-guida perduto.
Le cantonate non bastano mai, e si cercano lanterne la dove anche le lucciole latitano, scambiando la metropoli iperialista italiana per il Vietnam, poi per la Palestina, per il Kurdistan, e cosi' via sognando per la selva Lacandona etc.
Adesso, con la crisi di moduli e modelli, si torna in Europa tifando per l'euroscetticismo greco, irlandese o spagnolo, organizzando “comitive di sostegno”, resuscitando vecchi arnesi insieme a vecchissimi propositi di ennesime rifondazioni.

Ma la realtà, come i fatti ha la testa dura, e va per suo conto.
Il conto di una crisi e di un comando capitalista sulla crisi che impongono i propri tempi e le proprie ricette “risolutive”, incuranti di “democrazie e di referendum”, peraltro e di per se truffaldine per gli sfruttati.
Sembra quasi un gioco delle parti: da un lato in Grecia Syriza, depotenziate le insorgenze di massa, onora il mandato elettorale indicendo e vincendo il “referendum contro la troika”, dall'altra è costretta ad accettarne il vincolo, criticata ovviamente dalla sinistra della sinistra.
Non poteva che andare cosi', in un mondo nel quale il blocco continentale è la forma storicamente determinata della competizione pluripolare, e della possibilità di “uscita capitalistica” dalla crisi attuale.
E' chiaro, ed è sempre stato chiaro a chi vuole vedere e capire la realtà per quanto negativa essa sia, che peso economico e potenza politica irrisori accompagnati dall'uso di strumenti democratici inservibili non modificano la situazione.
Solo le fumisterie del nostro opportunismo potevano illudersi del contrario, e solo un complice dell'Europa dei padroni potrà riproporre strade simili in futuro.

La verità è che non esistono scorciatoie come non esistono possibilità di ammorbidimento dell'attuale situazione.
Il mondo attuale è un mondo complicato dall'assenza di equilibrio, per quanto precario e temporaneo, tra le potenze e tra i blocchi imperialisti.
E' un mondo pericoloso perchè la ricerca di questo nuovo equilibrio comporta l'intensificazione della concorrenza economica con tutti i mezzi necessari, non escluso quello della guerra militare
ora ancora decentrata e per procura.
Di converso, e dialetticamente, gli inevitabili flussi migratori caratteristici di questa epoca stanno rimpolpando la nostra classe, moltiplicandola numericamente anche in Europa seppur senza coscienza per se.

Occorre passare però dalle parole ai fatti, per recuperare tempo ed organizzazione autonoma, cercando di anticipare il pogrom imperialista.
Al blocco continentale padronale opponiamo l'internazionale operaia.
Alla ristrutturazione capitalista, la rivoluzione sociale!

FARE IN PROPRIO!

Pino ferroviere

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