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Il fumo uccide

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(18 Agosto 2012) Enzo Apicella

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NUOVE CONTRADDIZIONI CAPITALISTICHE
E MOVIMENTO OPERAIO

(25 Luglio 2015)

Dal n. 31 di "Alternativa di Classe"

massatossica

Massa: la nube tossica del 1988

Il capitalismo, così come rapina le risorse umane, distrugge la natura e altera l'ambiente. Il capitalismo è dissipazione e putrefazione ambientale. Sotto il nome della democrazia, la follia produttivista, i morti sul lavoro sacrificati al profitto, una umanità falcidiata da continue guerre, diventate sempre più atroci ed, in prospettiva, la distruzione di ogni possibilità di vita, alla quale pare non potersi porre rimedio.
Ma la "vecchia talpa", evocata da Marx, scava ancora, minando le fondamenta del mondo borghese, per riportare d'attualità il progetto di una umanità liberata: la rivoluzione comunista. Questa prospettiva terrorizza borghesi, come il proprietario di una delle più grandi società di gioielli del mondo: Cartier. Johan Rupert ha recentemente esternato le sue preoccupazioni parlando al Financial Times, precisando che il pensiero di un futuro sconvolgimento sociale lo fa stare sveglio la notte.
"Secondo la concezione materialistica, il movimento determinante della storia, in ultima istanza, è la produzione e la riproduzione della vita immediata. Ma questa è, a sua volta, di duplice specie. Da un lato, la produzione di mezzi di sussistenza, di generi per l'alimentazione, di oggetti di vestiario, di abitazione e di strumenti necessari per queste cose; dall'altro, la produzione degli uomini stessi: la riproduzione della specie (da “L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato”, di F. Engels)”. Il processo sociale della produzione va saldato con le condizioni più generali della riproduzione: la natura. L'ecologia è un aspetto essenziale della battaglia anticapitalista e antimperialista. La dimensione planetaria delle contraddizioni ecologiche pone la necessità di un coerente internazionalismo.
Da Marzo gli abitanti della Regione di Arequipa, in Perù, protestano contro la costruzione di una miniera di rame a cielo aperto. Quattro morti, decine di feriti, la dichiarazione dello “stato di emergenza” da parte del governo e l'invio dell'esercito nella zona del conflitto. Il governo peruviano vuol costruire la Tìa Marìa, una miniera per l'estrazione del rame nella valle del Fiume Tambo, a mille chilometri a sud di Lima. La miniera, che è un progetto della multinazionale “Southern Copper”, di proprietà del Grupo Mexico, dovrebbe costare 1,3 miliardi di dollari e produrre circa 10mila tonnellate di rame al giorno. La popolazione locale critica i costi ambientali della miniera, che distruggerebbe l'agricoltura della zona. Le proteste sono cominciate il 23 Marzo e, nonostante l'intervento della polizia peruviana, non si sono interrotte, anzi si sono estese a tutto il Sud del Perù, ed il 28 Maggio anche a Lima. Nella capitale ci sono stati blocchi stradali e scontri tra polizia e manifestanti.
Recentemente in Sardegna operai, insegnanti e studenti, sono scesi in piazza contro la possibilità che l'isola venga scelta per il deposito nazionale delle scorie radioattive. Sirene, suonerie di telefoni, striscioni; tutti sdraiati a terra per simulare le conseguenze di una catastrofe nucleare. Il traffico è rimasto bloccato per ore e, anche fra gli automobilisti, c'erano molti simpatizzanti del movimento di protesta.
Il sistema capitalistico continua a rapinare risorse naturali ed a produrre inquinamento. Secondo vari studi pubblicati da istituti di ricerca sul cambiamento climatico, la Cina risulta il Paese più inquinato al mondo. La Cina da sola combina più carbone dell'intero aggregato capitalistico mondiale. Negli ultimi 40 anni, l'economia a carbone cinese ha trasformato un Paese a vocazione agricola nel più grande produttore mondiale di gas inquinanti. Dal 2000 al 2013 il consumo di carbone in Cina è passato da uno a quattro miliardi di di tonnellate all'anno, creando seri problemi ambientali, e condizioni disumane nei centri urbani.
Nel mese di Luglio del 1988, a Massa i cittadini si svegliarono con una densa nube nera che ricopriva la città. Dalla Farmoplant Montedison si scatenò un incendio a causa dell'esplosione di una cisterna di 40 metri cubi, contenente Rogor e Cicloesanone, sostanze chimiche altamente tossiche. Ci fu una grande fuga, molte famiglie lasciarono la città di Massa e si rifugiarono sulle Apuane. Si calcolarono circa 200 intossiccati solo il primo giorno. La nube tossica seminò terrore. Esplose la rabbia e tante furono le manifestazioni spontanee. Ci furono cariche della polizia e feriti. Sono passati 27 anni e nelle città di Massa e Carrara la mortalità per tumore è superiore del 15% rispetto alla media nazionale.
Le emissioni inquinanti continueranno a crescere nei prossimi anni in tutti i Paesi imperialisti. E' intorno al meccanismo di sviluppo non più del capitalismo, ma della rivoluzione proletaria, che va richiamata l'attenzione del lavoro pratico. Non esistono modelli, la storia delle esperienze passate ci serve per liberarcene. Dobbiamo partire da una seria analisi scientifica. Il punto di partenza è nella scoperta di certe forme di lotta dei lavoratori che provocano contraddizioni nello sviluppo capitalistico. Da queste esperienze bisogna scegliere soggettivamente i punti nevralgici in cui è possibile colpire il rapporto di produzione capitalistico.
Il problema è come far corrispondere in modo permanente un'organizzazione rivoluzionaria a queste nuove lotte. Questo lavoro pratico, articolato su base aziendale, per funzionare sul terreno del rapporto sociale di produzione, ha bisogno di essere continuamente mediato da un livello politico che lo generalizzi. E' intorno ad un livello politico coerentemente classista ed internazionalista, che vogliamo far vivere questo nostro giornale. Il giornale può diventare il punto di autocontrollo collettivo sulla validità strategica delle singole esperienze di lotta.
Dare continuità all'organizzazione di classe è cosa complessa: solo con la lotta di classe e la fantasia intellettuale del proletariato è possibile respingere il tentativo di confondere le acque. Confondono le acque, ad esempio, iniziative come la “Coalizione sociale” di Landini, subito utilizzata dai capitalisti, nonché da burocrati ed intellettuali borghesi. Con il progetto di Coalizione sociale i lavoratori più combattivi rischiano di essere l'oggetto di manovre tattiche contraddittorie: questo certamente crea sfiducia in larghi strati di lavoratori. Prima di tutto una sfiducia generale nel sindacato.
Di fronte ad una funambolica capacità di passare dalle posizioni più contraddittorie nelle idee, alla ingiustificata immobilità sulle questioni fondamentali, a cui non è estraneo un calcolato opportunismo. In una parola, spaventa non tanto l'inconsistenza teorica, quanto l'opportunismo portato nella militanza nel movimento operaio. Le contraddizioni fondamentali del sistema si acutizzano. La borghesia, operando cambiamenti nella organizzazione della produzione, semina confusione. Se la teoria della lotta di classe corrisponde alla realtà, è evidente che troveremo nell'analisi della realtà i motivi della nostra opera rivoluzionaria. E' vitale la presenza fisica nelle lotte proletarie.
Il giornale vuole coordinare, legare, fondere insieme, almeno nella misura del possibile, le lotte più avanzate. Per noi non si tratta di dimenticare la vita del proletariato, per orientarsi verso cenacoli mediatici, non si tratta di abbandonare o ignorare le lotte operaie, ma di attribuire ad esse il vero significato. E di porre sempre davanti alle masse l'alternativa "o con il capitalismo, o contro di esso". Noi siamo contro la democrazia borghese e contro quanto oggi si vuol dire con la parola “sinistra”. Siamo impegnati nelle lotte e nello studio critico del momento presente e della evoluzione del regime capitalistico, con i suoi contrasti e crisi imperialiste. Dalla lotta di classe nascono i motivi che sostengono la nostra azione politica.
Anche nel nostro Paese il Parlamento sta perdendo d'importanza per lo sviluppo dello stato capitalista, cresce LA SPINTA VERSO LA FORMA DITTATORIALE. Ciò che il marxismo rivoluzionario ha scoperto sin dagli inizi. Gli istituti elettivi borghesi vanno esaurendosi, nonostante il protagonismo di Sindaci e Governatori regionali, piegandosi verso una deriva “dittatoriale”, contro cui ha da esercitarsi l'azione del proletariato rivoluzionario.

Alternativa di Classe

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