">
Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni (Visualizza la Mappa del sito )
(27 Luglio 2015)
Da contropiano
Lo scorso marzo la corte di appello di Firenze ha emesso una sentenza che, assolvendo sei stupratori, ha invece messo sotto accusa la vita della donna che ha subito violenza. Questa sentenza, che criminalizza la sessualità femminile, fa parte di una lunga serie di sentenze giudiziarie che incolpano le donne in quanto "consenzienti" o "provocatrici". Così vengono rispecchiati i valori della società in cui siamo costretti a vivere, dove tutto è mercificato e la donna è concepita unicamente come "oggetto del desiderio", dove lo stupro non è che uno dei mezzi con cui annientare la volontà delle donne e appropriarsi dei loro corpi, della loro sessualità e della loro libertà di movimento. L'uso strumentale che la politica fa di questo tipo di violenza - unicamente a fini razzisti, repressivi, e di controllo sociale - con i pacchetti sicurezza, la militarizzazione dei territori e compagnia brutta, bandisce l'aggregazione sul territorio e produce un humus reazionario, individualista e fascista che nei confronti delle donne e di tutta la comunità si esprime in termini di maschilismo e violenza. Dopo una sentenza come questa e il modo in cui è stata motivata non
possiamo che ribadire che non è questa la sicurezza che vogliamo e soprattutto che non sono e non saranno le aule dei tribunali a renderci giustizia: questa la si puó ottenere solo sancendo una verità collettiva, rispondendo con la solidarietà, l'aggregazione e l'informazione. Tutta la nostra solidarietà va alla ragazza, la cui lettera mettiamo in allegato, che ci insegna il significato dello slogan: Non contate sul nostro silenzio, ma solo sulla nostra rabbia!
Per questo rilanciamo l'appuntamento di martedí alle ore 21.00 la libertà è la nostra "fortezza" per la manifestazione che partirà proprio dalla Fortezza da Basso.
Centro Popolare Autogestito Firenze Sud
10439