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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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PER IL FUTURO CI ASPETTA UNA SINISTRA UFFICIALE ANCORA PEGGIORE?

(20 Agosto 2015)

Editoriale del n. 32 di "Alternativa di Classe

Passato il Ferragosto, siamo ormai nella fase calante di questa estate, ormai un po' meno calda. Non si sa se è per questo, o perché l'estate è l'epoca delle “scuole chiuse”, ma è sempre in tale stagione che “a sinistra” le “nuove formazioni”, o intenzioni del genere, proliferano....
Tutto, però, va fatto risalire agli anni che vanno dal 2004 al 2008, gli anni che hanno visto la crisi politica del PRC (Partito della Rifondazione Comunista), divenuto ormai soltanto fedele stampella (salvo troppo discusse eccezioni!...) dei governi di centro-sinistra. La crisi è sfociata nell'uscita di tale formazione dal Parlamento nazionale: l'unico vero momento in cui i suoi principali dirigenti la hanno concretamente avvertita!
Senza apprezzabili cambiamenti alla base ed a nessun livello, l'ex ministro di Prodi, Paolo Ferrero, da quel Luglio in poi, ha guidato la Segreteria in una poco credibile “svolta a sinistra”, curando, peraltro, di rimanere, dappertutto o quasi, nelle maggioranze di centro-sinistra dei Consigli locali insieme al PD. Ancora oggi è lui il Segretario...
Durante la crisi politica, già nel 2006, avevano cominciato a fuoriuscire dal “contenitore”, come “Rifondazione Comunista” amava definirsi, prima la componente che diventerà “Partito di Alternativa Comunista” (PdAC) ad Aprile, poi quella che darà vita al “Partito Comunista dei Lavoratori” (PCL) in Giugno, ed infine, in Dicembre, quella da cui nascerà la “Associazione Unità Comunista”. Esattamente un anno dopo usciva dal PRC un'altra corrente che si rifaceva al trotzkyismo, quella di “Sinistra Critica”, oggi “Sinistra Anticapitalista”.
Il 2007 era stato poi l'anno in cui quasi tutti quelli, che avevano continuato a stare all'interno del PRC, avevano parlato di costituire “qualcosa d'altro” fuori, ma senza alcun accordo sul cosa. La debacle elettorale annunciata arrivò nell'Aprile 2008, senza nemmeno più il “simbolo comunista” a fare da “specchio per le allodole”, in una coalizione “arcobaleno” e con, ancora una volta a fare da “candidato premier”, il rovinoso Fausto Bertinotti, mentre si “godeva”, ed “orgogliosamente”, lo status di Presidente della Camera dei Deputati! Il 2008 rappresenta per la “sinistra” un momento storico: l'anno in cui il sistema democratico parlamentare dimostra di non potere più tollerare al proprio interno alcuna forza di sinistra, nemmeno sul piano riformista.
E' proprio nel 2008, infatti, che si sono clamorosamente manifestati i primi segni della più grossa crisi internazionale del capitalismo mai conosciuta. Questi, insieme alla crisi politica del Partito, avrebbero forse potuto “aprire gli occhi” non certo a dei rivoluzionari, quali non erano mai stati, ma almeno a dei sinceri militanti del movimento operaio, che poi, magari, avrebbero dovuto, finalmente, riconsiderare criticamente il proprio “modo di fare politica”. L'esperienza del PRC al governo, durata dal Maggio 2006 fino al Gennaio 2008, aveva segnato, invece, in modo indelebile la credibilità del Partito sul piano degli interessi dei lavoratori! Tanto più che uno dei principali “cavalli di battaglia” dello stesso Bertinotti era stato quello di ripetere, fin dal 2005, il “leit motiv”, che “si sono esauriti i margini del riformismo”. E invece? Era stata solo una trovata, una bella frase ad effetto, ma senza concreto significato, né implicazioni!
Con il 2009 si avviava la scissione di Vendola, appoggiata dal solito Bertinotti, che muoveva verso la nascita di un altro PD, ma “di sinistra”, che poi, nel 2010, si chiamerà SEL, mentre il PRC, senza mai abbandonare il mortifero rapporto con il PD, abbozzava, in pratica, già una prima sorta di “Costituente comunista”, insieme alla sua ex scissione da destra, il PdCI di Diliberto, oltre che a “Socialismo 2000” di C. Salvi (esponente romano in uscita dal PDS), chiamandola “Federazione della Sinistra”. Il tutto si risolverà in una ennesima debacle elettorale...
Va tenuto presente che nel PRC ogni “Area” era (e forse è ancora oggi...) formata dalla somma di tante “areole” più piccole, ognuna facente capo a qualche mezza figura di “leader”, mai assurto, pur ambendovi, ad una vera e propria popolarità nazionale; il dividersi ed il riaggregarsi delle “areole” dai percorsi più “tortuosi” ha significato nel tempo il formarsi di nuove maggioranze, delle quali Paolo Ferrero è poi riuscito, nella maggioranza dei casi, ad essere il vero, unico, “riferimento nazionale”.
A tutto ciò va aggiunta la continua ricerca di rapporti con il giustizialismo di Di Pietro prima ed, alle elezioni del Febbraio 2013, con Ingroia, per poi approdare (è storia recente) all'appoggio diretto, peraltro caricato anche di significati non certamente di classe, al greco Tsipras, inizialmente con SEL a fare da “maestro di cerimonia”. Va ricordato che SEL, grazie all'alleanza elettorale con il PD, per la quale aveva già partecipato finanche al “circo” delle “primarie” del centro-sinistra, ha avuto eletti in Parlamento nel 2013... Per i “poltronisti” di sinistra non è certo un particolare di poco conto, a rendere appetibile quest'alleanza!
Nonostante questa, poco edificante, ma recente storia, tutte le “nuove” aggregazioni in corso usano il PRC come riferimento “in negativo”, sempre nel segno del “riformismo”, dal quale distinguersi, soprattutto in versione ancora più moderata... Il punto in discussione è, pressappoco, sempre lo stesso: come arrivare a “mettere assieme” un aggregato consistente, su di un piano più o meno elettorale, come era stata “Rifondazione Comunista” in un passato, ormai mitico, “quando aveva superato il 10%”!... Nel frattempo, nell'Ottobre '13 è uscita dal PRC anche la sua penultima corrente trotzkyista, denominata “Controcorrente”.
Ultimamente, forse per non smentirsi, la Direzione Nazionale del PRC ha approvato all'unanimità il 3 Luglio un “Appello per una Costituente della Sinistra”, l'ennesima; l'appello è rivolto a SEL, a “Possibile”, il gruppo di Civati, e perfino alla ex “Sinistra PD”, a partire da Cofferati e Fassina: cosa ne potrà uscir fuori è facile prevederlo!...
Solo la settimana successiva vi sono stati gli appuntamenti, più o meno fondativi, di due nuove esperienze, che si propongono, seppure con alcune diversità fra loro, come riaggregazioni a sinistra. Sabato 11 Luglio, significativamente nella sede centrale della CGIL, si è riunita “Sinistra Lavoro”, scegliendo gli organismi principali dell'associazione. Si tratta della ex corrente del PRC guidata da Claudio Grassi, lo storico Tesoriere del Partito; oggi, mentre una parte sta continuando l'esperienza di “areola” in quel partito, un'altra parte, compresi i relativi “giovani”, sta in SEL.
Sull'onda del (malriposto) entusiasmo verso A. Tsipras e Syriza, i convenuti si sono proposti apertamente di “superare le attuali formazioni politiche” della sinistra. Tale associazione dovrebbe “traghettare” varie parti di “un fronte” (della sinistra - ndr), individuate in Italia come interne alla CGIL (perfino “la Segretaria Generale, che ha dichiarato pubblicamente la propria volontà di non votare quel partito” - il PD, ndr – viene vista come elemento positivo!), al PD (la “sinistra interna”), alla lista “Altra Europa per Tsipras”, al PRC, allo stesso “Movimento 5 Stelle” e, soprattutto, a SEL, verso un “nuovo processo costituente”; raggiunto l'obiettivo, l'associazione stessa dichiara che si potrebbe anche sciogliere. Forse per darci motivo di sperare che, invece, non si sciolga?
Mentre ritengono importante la ricostruzione di “un tessuto sociale”, nella quale si vedono impegnati all'interno della (già pericolosa di suo) “Coalizione sociale” di Landini, a livello internazionale l'associazione, oltre a Syriza, conta su “Podemos” in Spagna, i bolivaristi di ALBA in America Latina, ed, addirittura, gli imperialismi dei BRICS, come interessanti “alternative al liberismo”!... Questa è la “sinistra politica e sociale”, radicata nel “mondo del lavoro” che vorrebbero riunire!! Stranamente, nemmeno un cenno nel loro documento all'altra “riaggregazione in corso”, qualitativamente non molto differente, quella della “Costituente Comunista”.
Domenica 12, sempre a Roma, l'Associazione per tale Costituente, già operante da tempo, ha svolto la propria Assemblea nazionale; della Associazione fanno parte, oltre ad “intellettuali”, come D. Losurdo e V. Giacchè, l'intero PCd'I (ex PdCI: davvero altra storia rispetto a quello del '21...), che, ad oggi, ne condiziona gli sviluppi, diversi dirigenti e militanti del PRC ed altri compagni, affascinati dall'idea di una ricostituzione, sia politica che organizzativa, in Italia del vecchio Partito Comunista togliattiano. Il nuovo vecchio Partito dovrebbe, programmaticamente, porsi alla guida di una nuova unità “...tra le forze della sinistra, della coalizione sociale e quelle che si battono per la democrazia...”, ma all'interno, si capisce (non poteva mancare il richiamo!... ndr), “...di un fronte popolare e democratico alternativo...”.
Tutti parlano di un “processo aperto” che il “nuovo partito” dovrebbe condurre verso “i comunisti”, ma risuonano discorsi molto vecchi, che continuano a vedere il nemico solo nella NATO (in quanto alleanza con gli USA), e, di conseguenza, ne vengono esaltati i potenziali nemici di oggi, come i BRICS, Paesi imperialisti compresi, ed i bolivaristi latino-americani; con costoro ci si dovrebbe, come minimo, alleare, visto che privilegerebbero rapporti con, ancora più presunte, realtà comuniste nel mondo?... Se poi si parla di “apertura”, intendendo qualcosa di diverso dall'eclettismo praticato dal PRC negli ultimi venti anni, non possono non tornare alla mente le storiche, e ripugnanti, “discriminazioni” del PCI togliattiano, dalla “svolta di Salerno” in poi, nei confronti degli internazionalisti!...
Pare anche difficile, nei rapporti, prescindere dalle concrete collocazioni politiche e sindacali che hanno tenuto compagni reali finora confluiti nella Costituente. Ad esempio, è rimasta negli occhi la collocazione di moltissimi militanti, quasi tutti, del PdCI all'ultimo Congresso della CGIL: dalla stessa parte di Susanna Camusso! Colpisce poi lo schierarsi di molti di loro sul terreno internazionale, con “gli antifascisti del Donbass”, considerati tali solo perché in opposizione alla destra ucraina e/o amici della Russia di Putin!... Non si tratta, nei confronti di queste “nuove” aggregazioni, di abbracciare atteggiamenti dettati solo da “vecchie diatribe storiche”; il problema di fondo è che costoro scelgono, addirittura, un imperialismo, presunto “migliore” (ad esempio quello cinese, con cui affermano di essere già in contatto...), per andare solo contro un altro, quello USA! Altro che il proclamato “antimperialismo”!...
Se la “sinistra ufficiale” che sta emergendo è, rovinosamente, intrisa di questi contenuti, ed oscilla fra il rapporto con il principale partito della borghesia oggi, il PD, e l'appoggio-alleanza con gli imperialismi emergenti, oppure, addirittura, punta a coniugare entrambe le cose, sarà meglio che i compagni reali chiudano ogni rapporto con aggregazioni del genere, per volgersi verso l'opposizione di classe alle politiche del capitale in tutti i Paesi, attrezzandosi per portare avanti lotte concrete, a partire dal rifiuto di sfruttamento ed oppressione vissuti sulla propria pelle, cercando di collegarsi con tutti gli altri sfruttati ed oppressi del mondo, senza sconti a nessun tipo di governo, presente o futuro!

Alternativa di Classe

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