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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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    (Di lavoro si muore)

    Oggi, giorno di lutto cittadino a Livorno…

    (2 Settembre 2015)

    … la Rsu Cobas e i lavoratori e le lavoratrici della Magna esprimono la loro solidarietà ai familiari del lavoratore che mercoledì 26 agosto a Livorno, durante le verifiche della tenuta dello scafo di una nave, ha perso la vita sul lavoro a causa del cedimento di un sostegno del bacino di riparazione.
    E vogliamo esprimere la nostra solidarietà anche agli undici operai feriti, di cui due gravi.
    Mentre la magistratura sta accertando le cause dell’accaduto, è necessario concentrare l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro, per sottolineare come troppo spesso la questione sia affrontata in modo inadeguato e rituale: basta ricordare che nel 2010 un lavoratore perse la vita nello stesso luogo e a marzo di quest’anno un altro è rimasto schiacciato in porto a Livorno.
    È inaccettabile non fare mai più ritorno a casa dalla propria famiglia, dopo una giornata di lavoro, e che se ne faccia risalire la causa a una fantomatica mancanza di “cultura della sicurezza” da parte dei lavoratori: un modo ipocrita, questo, per cancellare le responsabilità dei veri responsabili, cioè le aziende e le loro dirigenze.
    La sicurezza sul posto di lavoro è la cosa primaria su cui lo Stato e le imprese devono intervenire per far sì che, non fra sei mesi, non fra un anno, ma subito non accada più niente di simile a quanto è successo il 26 agosto a Livorno.
    Ci troviamo di fronte a politiche aziendali che, in nome della produttività a tutti i costi, accentuano la precarietà, permettono appalti e subappalti incontrollati, riducono il potere di controllo e di opposizione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, sottoponendoli a pressioni e a intimidazioni.
    Situazione, questa, aggravata dalla libertà di licenziamento offerta dal governo alle aziende col Jobs Act.
    E aggravata anche dalla decisione governativa di ridurre le risorse necessarie alle ispezioni della Direzione territoriale del lavoro, con la conseguenza di lasciare mano libera ai padroni e di assecondare la loro volontà di non fare i necessari investimenti sulla sicurezza, considerati cinicamente solo dei costi.
    È per questo che oggi, giorno in cui si tengono i funerali dell’operaio ammazzato sul lavoro e Livorno è in lutto cittadino, la RSU COBAS lo ricorda con commozione e con rabbia, perché il governo e le aziende devono smetterla di far passare le morti sul lavoro come delle fatalità, e perché nel ricordo si materializzi la nostra partecipazione a questa vicenda e la nostra solidarietà alla famiglia.

    RSU COBAS – Magna

    Fonte

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