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Borgoricco (PD): la Meccanica Parpas chiude e lascia a casa 50 operai

articolo de Il Gazzettino

(11 Maggio 2005)

BORGORICCO Una decisione improvvisa. Lo stabilimento chiuderà i battenti non appena saranno perfezionate le procedure di mobilità
Quattro anni di bilanci in rosso. La Fiom Cgil critica l’assenza di comunicazioni e il mancato ricorso alla cassa integrazione

Sono stati convocati all'improvviso dall'amministratore delegato. I cinquanta operai ed impiegati della Industrie Meccaniche Parpas hanno appreso in questo modo dell'imminente licenziamento. Lo stabilimento di via dell'Industria chiuderà i battenti non appena saranno state perfezionate le procedure di mobilità. Sparisce dalla circolazione un'altra delle piccole e medie imprese del Nordest. La I.M. Parpas era un piccolo gioiello del gruppo imprenditoriale Parpajola-Pasquetto. Sorta nel 1982 come valvola di sfogo della casa madre (lo stabilimento di Mejaniga, con 130 addetti) e delle altre affiliate (l'O.M.V. di Santa Maria di Sala, dove lavorano 150 persone, e la Famu di Reschigliano, con 32 lavoratori), la I.M. Parpas é reduce da un quadriennio di bilanci in rosso. Fatturati in calo, ordinativi in costante diminuzione e sopravvivenza legata in gran parte alle esigenze della capogruppo.

A Borgoricco vengono realizzate macchine utensili di precisione, del tutto simili a quelle prodotte nello stabilimento di Mejaniga. Si tratta di modelli di fresatrici e alesatrici di dimensioni ridotte, adatte alla lavorazione degli stampi. I macchinari a controllo numerico costruiti da I.M. vengono commercializzati direttamente da Parpas. Non solo. L'impresa di Borgoricco ha assunto le funzioni di "serbatoio" cui poter attingere tecnici, elettricisti, impiegati ed operai a seconda delle esigenze della capofila e delle altre aziende del gruppo. Attualmente una decina di dipendenti di I.M. opera nelle società delle famiglie Parpajola-Pasquetto con contratti di assistenza.

È stato il titolare Vladi Parpajola a comunicare alle maestranze la decisione di chiudere i battenti. Un provvedimento che - a detta della proprietà - viene assunto con un paio d'anni di ritardo. In attesa dell'avvio della procedura di mobilità operai e impiegati hanno proclamato un'intera giornata di sciopero.

«Critichiamo l'assenza di comunicazione preventiva al sindacato e alle Rsu - sbotta Manuela Musolla (Fiom-Cgil), - e saremo disponibili a ragionare soltanto in presenza di un piano industriale che coinvolga tutte le imprese del gruppo. I titolari si definiscono imprenditori di sinistra e non hanno mai voluto ricorrere alla cassa integrazione. Non mi sembra abbiano motivi per vantarsene. Coinvolgeremo subito le istituzioni, a partire dal prefetto». All'incontro era presente anche Dante Loi, sempre della Fiom Cgil.

Luca Ingegneri

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