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(20 Agosto 2013) Enzo Apciella

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Perché la Germania accoglie i rifugiati siriani? Fissiamo alcuni punti fermi.

(9 Settembre 2015)

siria

1. La Siria era un paese industrializzato con una numerosa classe media. Come da noi in Italia, buona parte di questa classe media si è sviluppata nel corso del terzo ciclo di accumulazione capitalistica (dopo la seconda guerra mondiale).

2. Ogni volta che avvengono grandi fenomeni migratori, i paesi di arrivo discretizzano gli immigrati di qualità dagli altri. E’ sempre stato così. Prima di accettare un rifugiato occorre verificare se è di classe A o di classe B, ovvero se è skilled o unskilled volendo recuperare il gergo che si usava negli USA quando erano gli italiani a emigrare. Occorre, oltretutto, scartare quelli in cattiva salute, e quelli più deboli in genere.

3. Quando ci sono grandi guerre non tutti hanno la facoltà di uscire dal paese attraversato dalla barbarie imperialistica. Solo chi ha a disposizioni grandi quantità di denaro, appoggi (che spesso nascono grazie a rapporti commerciali pregressi), e proprietà da svendere riesce a scappare. I proletari quando c’è la guerra si prendono le bombe. Anzi, spesso i quartieri proletari vengono appositamente bombardati per seminare il terrore e far accettare il regime di guerra.

4. Se la Germania vuole i “rifugiati siriani” è perché sa che sta facendo un affare. Alla Germania fanno comodo lavoratori altamente qualificati, mercanti, e lavoratori colti del Medio Oriente. Questo permette all’imperialismo tedesco di pianificare con l’apporto di questi nuovi “tedeschi” una industrializzazione a costo zero (non è la Germania che ha coltivato questi lavoratori, bensì la Siria). Inoltre permette alla Germania di utilizzare questi lavoratori nuovi per procedere con l’esportazione delle proprie merci nei mercati arabi, e in generale conquistarsi un nuovo posto nella regione.

5. Non è vero che i lavoratori siriani che stanno facendo ingresso in Germania serviranno ad abbassare i salari dei lavoratori tedeschi. Questa posizione fintamente “operaista” in realtà va contro i lavoratori, e aiuta soltanto a contaminare la classe lavoratrice con l’ideologia xenofoba e intollerante delle destre. Non è vero perché i rifugiati siriani non sono merce a basso costo: al contrario sono lavoratori altamente qualificati e professionisti. Il rifugiato siriano non toccherà lo stipendio del proletario tedesco, perché non andrà a svolgere le mansioni di un proletario. Inoltre la Germania sa già dove approvvigionarsi di crumiri, e lo ha pienamente dimostrato nel corso della lotta di classe quest’anno. Non dimentichiamoci che molti dei borghesi libanesi fuggiti alla guerra civile che ha imperversato il paese negli anni Ottanta, sono diventati agenti dell’imperialismo francese in Africa, ora riciclati come amministratori delle grandi aziende o funzionari dei regimi fantocci che opprimono le masse in quei paesi.

6. Le tesi esposte precedentemente trovano conferma dal momento in cui sono anni che la guerra imperversa nella regione e libici, malesi, nigerini, nigeriani, ciadiani, sudanesi, egiziani, etiopi, eritrei, somali, yemeniti etc. non sono MAI stati accolti con lo status di rifugiati senza che venga posto un forte limite, e men che mai a suon di palloncini come eroi. Questi, invece, spesso poverissimi e poco qualificati vengono fatti lavorare in condizioni disumane in clandestinità nelle campagne, sotto il ricatto di finire in uno dei tanti campi di concentramento a cielo aperto, i CIE.

7. La solidarietà al solito è di classe. La TV e i giornali borghesi sottolineano la differenza fra immigrati e rifugiati. I rifugiati sono amici, non in quanto fuggono dalla guerra ma in quanto sono di origine borghese o piccolo borghese. Gli immigrati sono proletari e poiché l’Europa non gioca alla carità, devono subire il peggior trattamento per poi esser rispediti a calci in culo nei propri rispettivi paesi, dissuadendo i prossimi.

8. La Chiesa si è fatta avanti soltanto perché si auspica di riuscire a convertire alla religione cristiana i nuovi arrivati, e perché teme che un popolo religiosamente meticcio e sempre più ateo possa accelerare il disaffezzionamento delle pecorelle verso i pastori.

Fino a ieri la Chiesa ha ospitato solo 5000 profughi in Italia, nonostante tutti i soldi che riceve dallo stato e dai contribuenti italiani.

Karim

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