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Padova - Il PRC e la Giunta Zanonato: una storia che deve finire, a maggior ragione dopo i fatti del Portello

Ordine del giorno delle minoranze, non approvato dal Comitato politico federale del Prc di Padova 11 maggio 2005

(13 Maggio 2005)

Il CPF di Padova condanna la decisione del Sindaco Zanonato di far intervenire i carabinieri ed i poliziotti nella vicenda del trasferimento di una famiglia dall’ appartamento che aveva occupato al Portello.

I problemi sociali non devono mai essere trattati come problemi di ordine pubblico.

Non è accettabile il ricorso alla forza pubblica in nome di una legalità astratta al di fuori di ogni contesto ed i fatti del Portello dimostrano che, nel contesto dato, l’atto del sindaco è stato soltanto decisionista, non necessario né dovuto: un segnale di garanzia ai poteri forti. Un atto gratuito e censurabile che di fatto pone l’istituzione allo stesso livello dell’azione strumentale dei disobbedienti.

La conseguente rottura che si è prodotta nella coalizione di centro-sinistra con l’uscita dei Verdi dalla maggioranza, si inserisce in un quadro non positivo dell’esperienza di governo della città anche per quanto riguarda il PRC.

Una esperienza che ha visto il partito istituzionalmente marginalizzato – anche se poi nel giudizio dell’opinione pubblica è coinvolto e corresponsabile – in importanti e decisive scelte varate dalla giunta per la città: dalla privatizzazione delle farmacie comunali, alla variante Mariani, dalle torri dell’Arcella al Grande raccordo anulare (orbitale), al più recente aumento dei biglietti dell’autobus. Tutte scelte che, insieme alla privatizzazione della fiera e della cessione del 5% dell’APS, sono andate e vanno in direzione opposta agli interessi delle classi che il PRC intende tutelare e rappresentare.

Il CPF, purtroppo, non vede allo stato la possibilità che questo indirizzo dell’amministrazione Zanonato possa mutare nel prossimo futuro e nello stesso tempo non vede come il PRC possa rinunciare alla rappresentanza della sue classi di riferimento.

Per queste considerazioni, sia pure con rammarico, il CPF prende atto che non esistono più motivi politici sufficienti per continuare la collaborazione con l’Ulivo nell’amministrazione di Padova. Pena il venir meno al rapporto di fiducia con i propri referenti sociali e al mandato da questi ricevuto ed intrinseco nel progetto politico sociale che sta alla base della esistenza del Partito.

Il CPF impegna perciò il gruppo consigliare comunale ad uscire dalla maggioranza e la segreteria provinciale ad illustrare con apposite iniziative la decisione del CPF alla città, alle associazioni ed al corpo attivo del partito impegnandolo a rafforzare il radicamento e la capacità di iniziativa politica nei luoghi di lavoro e nei quartieri.

Padova 11 maggio 2005

(Ordine del giorno proposto dalle mozioni congressuali "Essere comunisti", "Per un progetto comunista", "Un'altra rifondazione è possibile", "Rompere con Prodi preparare l’alternativa operaia")

NON approvato: voti a favore 10 voti contrari 18

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