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Salvate la Sanità

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(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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IL BALLETTO DELLE SCHEDE OSPEDALIERE NEL VENETO ORIENTALE

(23 Settembre 2015)

La DGR 70/CR del 18 agosto 2015 mette nero su bianco le intenzioni della nuova giunta regionale sulla sanità dell’Ulss10. Si tratta del definitivo svilimento della sanità pubblica per come l’abbiamo conosciuta finora.

La volonta della giunta è impoverire l’ospedale di San Donà, diminuendo di 12 posti letto di area medica, la perdita della rianimazione e il declassamento a day-surgery dell’attività di chirurgia e ortopedia (dal lunedi al venerdi).

Lo avevamo detto subito che l'argomento “ospedale unico”, sarebbe servito come specchietto per le allodole per far digerire la destrutturazione della sanità pubblica; eppure in molti hanno inseguito l'idea tanto vaga quanto fumosa, perfino tra quei pubblici amministratori che hanno il dovere di governare la "cosa pubblica" senza sperperare inutilmente il denaro di tutti. Negli ultimi due anni Bramezza, Forcolin, Padrin e lo stato maggiore della Lega hanno perseverato col mantra “ospedale unico”; l'irrinunciabilità a questa opera è stata venduta in mille modi, con abile illusionismo mediatico ma altrettanta confusione sui costi e sui benefici in termini di salute!

Lo ribadiamo: deve essere bloccata l'applicazione delle schede ospedaliere, che legittima irresponsabilmente la separazione delle discipline chirurgiche e mediche tra i due ospedali di Portogruaro e San Donà di Piave distanti tra loro più di 30 chilometri e con tanto di strada dissestata. E' urgente il ripristino del primariato di chirurgia a San Donà di Piave, con la reintegrazione dei posti letto esistenti a fine 2014.

Nel sandonatese, territorio abitato da 100 mila persone, a cui si aggiungono i turisti estivi, la drastica riduzione delle funzioni chirurgiche più importanti, porterà ad una diminuzione netta di prestazioni in urgenza, con la probabilità sempre più elevata che, nei casi urgenti-complessi, il paziente venga dirottato fuori ulss 10 o addirittura fuori Regione, con rischi esponenziali per la salute e l' aumento insostenibile dei costi sociali dei ricoveri.

Tra i protagonisti di questa operazione c’è il sindaco di Musile Forcolin che, pavidamente, da vice presidente del Veneto non ha partecipato alla votazione il 18 agosto scorso; pensate, dopo aver fatto il pieno di consensi nel Veneto orientale; dopo aver elargito promesse a destra e manca, l’ex onorevole di Musile non ha avuto il coraggio di votare il provvedimento che ammazza definitivamente la sanità pubblica dell’Ulss10 perché smantella prestazioni e servizi ospedalieri, mettendo a rischio la sicurezza e la qualità dei servizi per la popolazione, anche per quella stessa popolazione che lo ha votato nelle diverse occasioni consentendogli una "fulgida carriera politica e amministrativa".

Se ci trovassimo in un contesto minimamente serio ci sarebbero tutte le condizioni perchè uno così (e non solo lui) rassegnasse immediatamente le dimissioni.

Marina Alfier
Partito Comunista d'Italia Venezia

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