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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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8 anni e una settimana dopo quel 23 ottobre 2007, domani 30 ottobre, la vicenda Brushwood giunge al suo ultimo atto. Michele torna libero

(29 Ottobre 2015)

brushwood

Corteo del 23 novembre 2007 contro l'operazione Brushwood

Molte cose sono accadute in questo tempo infinito, Fabrizio e Damiano sono morti, Andrea è lontano, l’accusa di terrorismo con cui si giustificò l’operazione, caduta definitivamente per tutti, a Michele non ha portato la libertà ma ancora carcere, poiché ogni “spesa” va giustificata.

Le luci della ribalta che ebbe Brushwood quando fu mandata in onda a “reti unificate” su ogni TG nazionale, 8 anni fa, non sono spiegabili certo con le azioni di ribellione sociale di 4 ventenni. Come negli antichi miti coloro che siedono “dalla parte della ragione” diventano eroi se hanno da combattere un nemico (il male) assai cattivo, e chi più cattivo c’è oggi nell’immaginario collettivo del terrorista?

Dalla “parte della ragione” sedevano il poi condannato per spaccio di stupefacenti, peculato e associazione a delinquere comandante dei Reparti Operativi Speciali dei carabinieri Generale Ganzer, la condannata per la Sanitopoli umbra e inquisita per la TAV toscana, governante Lorenzetti e i Giudici. “Dalla parte del torto” sedevano Michele e i suoi compagni.

Ma come si sa, i potenti, coloro che escono vincitori nelle guerre per bande dei quartieri alti della società e i loro servitori, in galera non andranno mai. La Giustizia resta Giustizia di Classe, strumento di parte che non giudica i reati ma chi li fa.

Perciò se sei anarchico, hai venti anni e ti condannano a 2 anni e tre mesi, ti farai fino all’ultimo giorno di galera, in regime speciale di isolamento. Se invece sei Generale e sei condannato a una montagna di anni di galera che ti possono seppellire vivo, non farai un giorno di prigione e continuerai a comandare il tuo Reparto fino alla pensione.

Perciò in questo momento di felicità che vogliamo condividere con i tantissimi che si sono battuti per la libertà di Michele e dei suoi compagni, vogliamo far sapere che il Comitato 23 Ottobre non si scioglie ma rimane attivo come Osservatorio sulla repressione.

I morti nelle mani dello Stato, come Cucchi e Aldrovandi, stanno davanti a noi a ricordarci come non si può mai abbassare la guardia e occorrono sentinelle attente, altrimenti, picchiatori in divisa accuratamente nascosti e uomini in divisa condannati per omicidio di gruppo che continuano a fare il loro mestiere, rimarranno la regola.

Liberare tutti coloro che siedono “dalla parte del torto” sarà l’obiettivo a cui vogliamo contribuire, perché la ragione è dei potenti e il torto delle loro vittime.

Spoleto 29 ottobre 2015

Comitato 23 Ottobre

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