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Grillo e Renzi a braccetto dell'Italicum

Grillo e Di Maio gettano la maschera a sostegno dell'Italicum di Renzi

(4 Novembre 2015)

dimaio e renzi

Ricordate le filippiche senza fine del grillismo “a difesa della Costituzione”, “contro la riforma istituzionale fascista”, “contro il duce di Rignano”, con l'immancabile occupazione simbolica delle aule parlamentari “a difesa della libertà e della democrazia”? Pagliacciate ipocrite, come (solo) il PCL le ha sempre qualificate.

A confermarlo nel modo più clamoroso ci ha pensato Beppe Grillo. Il quale si è scagliato contro la proposta di un parlamentare della minoranza PD (Lauricella) che vorrebbe cambiare la legge elettorale voluta da Renzi eliminando il premio di maggioranza per il ballottaggio, e conservandolo solo al primo turno per chi prendesse almeno il 40% dei voti. Come si vede è una proposta che non mette in discussione il profilo reazionario e inaccettabile della legge elettorale approvata (il premio di maggioranza antidemocratico), ma ne attenuerebbe la portata. Apriti cielo! Beppe Grillo grida ai quattro venti che “il PD vuole cambiare la legge elettorale perché ha paura della vittoria del M5S”. E minaccia barricate... a difesa dell'Italicum. Ecco: il comico milionario è davvero nudo. Altro che lotta per la democrazia! Grillo ha confessato una volta tanto la verità: al M5S la legge elettorale reazionaria voluta da Renzi - premio di maggioranza per la lista vincente - va proprio bene com'è. Anzi, è la legge elettorale ideale per il M5S perché è l'unica che può davvero portarlo al potere. Basta prendere un voto in più del PD nel probabile ballottaggio. Una lista che prendesse il 17% dei consensi al primo turno, ma vincesse al ballottaggio per un solo voto, avrebbe il 55% del Parlamento! Peggio della legge fascista di Acerbo (1923) che prescriveva la soglia del 25% per accedere alla maggioranza dei seggi.

Nella sua megalomania da Bonaparte, Renzi ha confezionato una legge che, a certe condizioni, può rivelarsi un boomerang per il PD, a tutto vantaggio di Grillo e Casaleggio. I quali, sondaggi alla mano, l'hanno semplicemente capito. E siccome della democrazia se ne fregano, esclamano solennemente “viva L'Italicum” con la stessa disinvoltura con cui l'avevano definito “fascista”. Il grillismo non ha né principi né cultura di riferimento. Ha solo un progetto di conquista del potere per costruire una Repubblica plebiscitaria fondata sulla rete. Ed è disposto a cavalcare ogni causa per realizzare questo progetto reazionario.

A tutte le sinistre che continuano ad accreditare il grillismo come forza “democratica” chiediamo una volta di più: volete arrendervi alla realtà?

Partito Comunista dei Lavoratori

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