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IL JET RUSSO ABBATTUTO DAI TURCHI ERA IN TERRITORIO SIRIANO. LO AMMETTONO ANCHE NEGLI STATI UNITI.

Salvato uno dei piloti dell'aereo colpito.

(25 Novembre 2015)

jet russo

Uno dei due piloti del Su-24 russo colpito ieri dagli F-16 turchi è stato recuperato e si trova al momento a Hmeymim, una base russa vicino Lattakia, in Siria. Ad annunciarlo è stato il ministro russo della Difesa, Sergei Shoygu, citato dall'agenzia Ria Novosti.
Intanto anche negli Usa sono convinti che il caccia russo abbattuto ieri dalla Turchia sia stato colpito mentre si trovava nello spazio aereo siriano, dopo una breve incursione nei cieli turchi: l'indiscrezione, riferita da un funzionario Usa all'agenzia Reuters, oggi campeggia su molti siti russi, viene rilanciata dalle agenzie di Mosca, ma anche dalla stampa britannica.
Il sito del Telegraph mette in apertura la versione americana, che contraddice quella della Turchia e che è basata, ha detto il funzionario, "sull'analisi della segnatura termica" lasciata dal Su-24 abbattuto poi dall'aviazione turca. Secondo la ricostruzione fatta dalla Turchia, il jet russo avrebbe volato in spazio aereo turco per 17 secondi prima di essere attaccato e colpito mentre ancora si trovava in zona di competenza turca. Mosca tuttavia nega che ci sia stata una vera e propria violazione da parte del suo caccia e fonti non ufficiali ammettono al massimo "un breve sforamento" oltre il confine turco. Il quadro a dire poco incerto avrebbe influito sulla riunione della Nato convocata ieri su richiesta della Turchia. Il capo dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha dichiarato il proprio sostegno ad Ankara - imprescindibile membro Nato alle porte del Medio Oriente - ma ha fatto suoi anche gli appelli alla calma e alla moderazione.
Secondo indiscrezioni raccolte dall'agenzia russa Ria Novosti dopo il meeting Nato di ieri, vari Paesi avrebbero tuttavia evidenziato una "reazione eccessiva" da parte turca.
L'abbattimento del caccia Su-24 da parte turca è stato il primo caso di uno scontro diretto tra Mosca e un Paese membro della Nato dai tempi della Guerra fredda. L'Alleanza atlantica ha a sua volta invocato la de-escalation. Obama ieri sera a fianco del presidente francese Francois Hollande ha a sua volta invitato alla moderazione, ma ha comunque difeso il "diritto" della Turchia a difendere i propri confini.
Il presidente americano Barack Obama e il turco Recep Tayyip Erdogan hanno discusso ieri "sull'importanza di ridurre le tensioni" dopo l'abbattimento di un caccia russo accusato da Ankara di violazione del suo spazio aereo, vicenda che ha rilanciato le tensioni internazionali attorno al conflitto in Siria. I due leader, che hanno parlato ieri sera al telefono "sono d'accordo sulla necessità di far rientrare le tensioni e "evitare nuovi incidenti di questo tipo", ha fatto sapere la presidenza turca.

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