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(10 Gennaio 2011) Enzo Apicella

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La Direttiva Bolkestein

(20 Maggio 2005)

La direttiva Bolkestein prende il nome dal (ex) commissario europeo che l’ha proposta. In ultima analisi si tratta dell’ennesimo colpo di grazia a quel poco di stato sociale che è rimasto in Europa.

L’intento del sig. Bolkestein è legato al tentativo di ridurre i vincoli alla competitività nei servizi al mercato interno. Nella pratica si tratta di una liberalizzazione selvaggia degli stessi. Infatti per servizio si intende «ogni attività economica che si occupa della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica».

Di questa direttiva c’è un aspetto che colpisce che è definito all’art. 16 della stessa e cioè al principio del paese d’origine.

Vuol dire che una impresa non è sottoposta alla legislazione del paese dove opera, ma al paese dove ha sede la propria azienda. Non solo; gli stati membri dell’UE devono ridurre al minimo i vincoli burocratici per l’insediamento dell’aziende cioè limitare le condizioni poste all’autorizzazione di insediamento di una attività di servizio.

Possiamo tutti immaginare cosa voglia dire una tale direttiva soprattutto se rapportata all’allargamento a 25 stati dell’UE. Se poi ci aggiungiamo la proposta di portare per legge la settimana lavorativa europea a 65 ore e se pensiamo a tutti gli effetti negativi che già si sono visti e che conosceremo meglio in futuro “grazie” alla legge 30, detta anche legge Biagi, beh, crediamo che noi lavoratori avremo ben poco da essere contenti.

E’ l’ennesimo tentativo da parte dei padroni di restare a galla sui mercati mondiali senza rinunciare neanche ad una piccola fetta dei loro lauti guadagni giocando ancora una volta sulla pelle di noi lavoratori sia sul versante dei salari, sia sul versante dei diritti e in ultima analisi sul diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Pensiamo che questa sia una ulteriore dimostrazione della difficoltà in cui versa il capitalismo e nello stesso tempo l’impossibilità, oggi più che mai, di riformare questo sistema. La brevissima esposizione fatta della direttiva Bolkestein porta con se l’elemento di guerra tra i poveri che scatenerà per accaparrarsi un posto di lavoro seppur insicuro e mal retribuito.

Anche se ad alcuni sembra una parola d’ordine lontana nel tempo, forse un po’ desueta o addirittura vetera, a noi sembra più che mai attuale: lavoratori di tutto il mondo unitevi !

P.S. Sapete che il signor Bolkestein era commissario nella commissione presieduta da Romano Prodi?

Angelo Raimondi

Fonte

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