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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Ruggero Daleno, "Essere skinhead, Birra, boots e Oi!"

Roma, Hellnation, 2015, pp. 79, € 10,00

(6 Dicembre 2015)

essere skinhead

Ruggero Daleno è nato il 5 dicembre 1992, in quel limbo tra la cosiddetta Prima e la cosiddetta Seconda repubblica, mentre l’Italia era alle prese con la Finanziaria di “svolta” (detto drammaticamente) del Governo Giuliano Amato. La prima lacrime e sangue in cui si chiedeva alla gente onesta, ai lavoratori cioè, di pagare i danni causati dall’edonismo del decennio precedente e dalla correlata corruzione endemica della classe dirigente: Tangentopoli. Da un anno esatto la Bandiera rossa sul Cremlino era stata ammainata, tra i rimpianti di molti, oggi, viste le promesse di pace, benessere e prosperità che venivano elargite. Si andavano proprio in quei frangenti gettando concretamente le basi di quel mondo del “pensiero unico”, si diceva così, che noi conosciamo e il solo che l‘autore di questa pubblicazione abbia direttamente conosciuto.

Ventitré anni compiuti, significa essere appena usciti dall’adolescenza secondo l’anagrafe sancita dalla psicologia. Un’esistenza socialmente e politicamente segnata quindi dal neoliberismo e dal riemergere in Europa del neofascismo, sostenuto ora dal revisionismo strumentale, con la riabilitazione dei precedenti regimi nazifascisti e collaborazionisti. E qui entriamo nel vivo dell’attitudine dell’autore, perché il rigurgito dell’estremismo di destra è stato simboleggiato dalla figura del “naziskin”, usurpatore, grazie soprattutto ad equivoci e strumentalizzazioni verificatisi sul finire degli anni Settanta, della vera cultura skinhead, multirazziale e multietnica per origine e vocazione. Una degenerazione di cui si è avuto modo di parlare anche su queste pagine, recensendo lavori di argomento analogo a questo. Ruggero è uno skinhead, erede di quello stile fatto di abbigliamento che richiama l’eleganza operaia, con ai piedi i boots, gli anfibi, la cui colonna sonora è stata composta, nel corso dei decenni, dal reggae, il rocksteady, tutti di derivazione afro - giamaicana, e, infine, dall’Oi!, il punk rock spartano caratterizzato dall’uso massiccio dei cori. Il tutto accompagnato dalla birra, con il netto rifiuto delle droghe sintetiche e pesanti.

Nella pubblicazione c’è un po’ di tutto questo. Siamo dinanzi ad una raccolta di pensieri e propositi scritti durante gli arresti domiciliari cui è stato sottoposto l’autore proprio per fatti di militanza antifascista. Ci sono i tributi ad amici e compagni, la Dusty boots brigade, le citazioni di brani cantati dalle band di riferimento, com’è oggi consuetudine nei post sui social, e la contemplazione del paesaggio e delle caratteristiche della propria città, Barletta, visti dalla finestra del domicilio coatto. Se si vogliono menzionare le celebri uscite in tal senso, viene in mente Col sangue agli occhi, Il “fascismo americano” e altri scritti, della Pantera nera George L. Jackson (Einaudi, 1972), poi eliminata in carcere con le modalità extralegali utilizzate per fare fuori il celebre partito marxista-leninista-maoista-fanoniano.

Un tempo uno scritto del genere magari lo si consegnava alla fanzine o al proprio diario. Oggi è possibile farne una monografia grazie a realtà come la Hellnation, uno store antagonista di cultura di strada (sport, musica etc.) con sede a Roma che, a latere della Red star press, sta divenendo anche esperienza editoriale.

Silvio Antonini

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