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Se non le donne, chi?

Se non le donne, chi?

(11 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    Roma: "Siamo tutti comunali"

    L'esperienza di un Collettivo di Lavoratori Capitolini, nel nome dell'unità di classe e contro ogni settarismo

    (7 Dicembre 2015)

    Negli ultimi mesi, abbiamo avuto modo di incontrare il Collettivo Lavoratori Capitolini “Siamo tutti Comunali” praticamente in tutte le iniziative legate alla difesa dei diritti dei dipendi diretti e indiretti e dei servizi esternalizzati del Comune di Roma. Un'"onnipresenza" che ci è sembrata indicativa di una precisa mentalità, volta a superare i particolarismi che ancora contraddistinguono le realtà conflittuali e antagoniste nella nostra metropoli. Per questo abbiamo voluto intervistare Alessandro Mascoli, membro del suddetto Collettivo, che ci ha restituito una progettualità davvero interessante.

    siamo tutti comunali

    Quando vi siete costituiti?

    Il nostro Collettivo nasce nell'estate del 2014, in occasione della festa che il Partito della Rifondazione Comunista ha tenuto alla Montagnola, nella periferia sud ovest di Roma.


    In sintesi, quali sono le vostre caratteristiche?

    Siamo aperti a tutti i lavoratori, a tutte le lavoratrici, che accettino le opzioni antifascista, antirazzista, antisessista quali nostri, comuni valori di riferimento. E che siano disposti e disposte a lottare contro una gestione dei servizi pubblici che strangola quotidianamente tanto i lavoratori, quanto gli utenti; in modo inesorabile e con indubbi “salti di qualità” negli ultimi tempi. Si pensi all'applicazione del “Contratto decentrato” imposto ai lavoratori capitolini al di fuori da ogni mediazione sindacale, e al taglio del “Salario aggiuntivo”, operato in una situazione, che non prevede alcuna vaga intenzione da parte istituzionale di rinnovare i contratti del Pubblico impiego.

    L'idea che i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici comunali siano inscindibili dall'aspirazione dei cittadini e delle cittadine a quei servizi pubblici decenti, che risultano impossibili in un fase di smantellamento del “pubblico” in quanto tale, ci pare centrale...

    Infatti parliamo di uno degli obiettivi principali del nostro Collettivo: coinvolgere gli utenti dei servizi pubblici del Comune nelle nostre mobilitazioni, mostrare che le lotte di noi, lavoratori comunali e delle Municipalizzate, riguardano anche il diritto dell'utenza a servizi pubblici di qualità, a prezzo contenuto, o gratuiti per chi ne abbia titolo e bisogno. Ma è molto difficile “vincere” sul piano della comunicazione, contro il facile slogan “privato è bello, pubblico è inefficienza e spreco”, ripetuto fino alla nausea dai vertici della politica istituzionale e dai principali media nazionali. E contro i ripetuti linciaggi mediatici nei confronti del lavoratore pubblico, rappresentato come “fannullone”, “privilegiato”: si pensi alla violenza delle campagne di criminalizzazione che hanno investito vigili e tranvieri, in due distinte occasioni che avevano in comune il rifiuto, da parte del lavoratore, di svolgere prestazioni straordinarie “obbligate”. O alla montatura costruita ad arte per screditare agli occhi dell'opinione pubblica i custodi del Colosseo, “rei” di aver svolto un'assemblea sindacale ampiamente annunciata e autorizzata. O al recentissimo caso del personale dei trasporti TPL, servizio “esternalizzato” a un soggetto privato, tra l'altro operante nelle periferie cittadine. In questo caso, alla lotta di lavoratori che non percepivano lo stipendio da mesi è stata strumentalmente attribuita la responsabilità di un servizio scadente, ben oltre i limiti della decenza per obsolescenza dei mezzi e scarsa frequenza delle corse. Demonizzazioni a parte, a me preme segnalare che la battaglia dei dipendenti TPL, foriera di risultati positivi, è stata agita in prima persona da tutti i lavoratori, a prescindere dalle appartenenze sindacali.

    Ecco, appunto: qual è la vostra composizione politica e/o sindacale?

    Alcuni di noi sono iscritti a Rifondazione comunista, ma molti non si riferiscono ad alcun partito o formazione politica. Per quanto riguarda le appartenenze sindacali, oltre a persone senza alcuna tessera, abbiamo tra noi iscritti a USB, COBAS, USI, Sinistra CGIL e ASBEL. Voglio chiarire che non ci interessa alimentare gelosie e rivalità tra sindacati: ci poniamo l'obiettivo e il modello delle Camere del Lavoro, in cui lavoratori e lavoratrici siano protagonisti in prima persona. A tale proposito, mi preme sottolineare la composizione del Collettivo per appartenenza professionale: tra noi ci sono vigili, maestre e educatrici delle scuole comunali, tranvieri, lavoratrici e lavoratori Farmacap, di Zetema, del Dipartimento Ambiente, Amministrativi Ufficiali d’anagrafe; e anche lavoratori e lavoratrici dell'Accoglienza, i quali svolgono le loro mansioni in condizioni insostenibili, tanto per essi, quanto per le fasce sociali oggettivamente in condizioni di sofferenza e fragilità di cui si occupano. Parliamo di uno dei settori “esternalizzati” per eccellenza, oggi sottoposto a tagli e recentemente balzato agli onori delle cronache giornalistiche e giudiziarie per gli scandali di “Mafia Capitale”; come sempre, è agli operatori cui, assieme ai loro utenti, che vien fatto pagare, in termini di danno d'immagine e di diritti ulteriormente negati, il prezzo di anni di mala gestione e di corruzione.

    E' dunque con questo spirito unitario che avete aderito allo sciopero del P.I. indetto dall'USB lo scorso 20 novembre?

    Il Collettivo lavoratori capitolini “siamo tutti comunali” ha sostenuto lo sciopero nazionale del Pubblico Impiego indetto da USB contro le odiose proposte del Governo in tema di rinnovi contrattuali (5 euro al mese !), contro i licenziamenti di Madia e contro la dismissione dei servizi pubblici, invitando a partecipare al corteo del 20 novembre. Abbiamo altresì partecipato allo sciopero sociale del 4 dicembre, contro la precarietà, per il lavoro, il reddito, i diritti sociali, il diritto alla città e all’abitare, e invitato ad esser presenti alla manifestazione tenutasi nello stesso giorno. Il Collettivo sostiene tutte le iniziative di mobilitazione dei lavoratori delle ex municipalizzate e dei servizi comunali in appalto, ovunque collocati: dall’Ama a Farmacap, dalle Cooperative sociali ai servizi di accoglienza, dall’Atac a Zetema. “Siamo tutti Comunali” auspica che gli scioperi e le lotte in generale, nel P.I come ovunque, si ispirino soprattutto al principio dell’unità dei lavoratori e delle loro rappresentanze (RSU e RSA in testa) limitando mobilitazioni “di bandiera” o di puro posizionamento politico che non nascano dai percorsi unitari del sindacalismo di base, conflittuale e di classe. Questi ultimi vanno rafforzati e coordinati con maggiore convinzione ed efficacia, a tutti i livelli, affinché nel prossimo futuro si sviluppino forme di innovazione e radicalizzazione tali da superare la ritualità, motivare i lavoratori alla partecipazione e conseguire gli obiettivi decisi. Tra gli strumenti di cui occorre dotarsi, in quest'ottica, vi sono quelle casse di resistenza che, coprendo in tutto o in parte le relative trattenute salariali, consentano scioperi prolungati, gli unici che spesso sconfiggono la controparte (lo testimonia l'esperienza di altri paesi europei). Il Collettivo sostiene le lotte di tutte e tutti coloro che portano beni nelle nostre case e servizi nelle nostre vite quali, tra i tanti, i facchini della logistica, i braccianti, il personale della sanità e sociosanitario, i ferrovieri, gli operai, gli insegnanti. Il Collettivo “Siamo tutti comunali”sostiene tutte le lotte ….tranne quelle che non si combattono, come recitava il nostro comunicato a margine dello sciopero del P.I. dello scorso 20 novembre.

    E per quanto concerne le vostre iniziative, ce ne puoi accennare qualcuna tra le ultime?

    Il 3 dicembre, abbiamo avuto un incontro molto importante, di cui siamo stati tra i promotori; mirante all'unificazione delle lotte, si è svolto ad Acilia, Piazza Capelvenere 21, presso la sala polivalente del circolo PRC “Pio la Torre”. Tra i partecipanti, noi del Collettivo Lavoratori Capitolini “Siamo tutti Comunali”, USB-Settore educativo e scolastico, COBAS Roma Capitale, USI, ASBEL-CNL, l'Assemblea dei Lavoratori dell'accoglienza, Circolo PRC dell'Atac, USB TPL, Rete per il Diritto alla Città.
    Segnalo peraltro che, proprio con la Rete per il Diritto alla Città, abbiamo avviato - a partire da una precedente assemblea, svoltasi il 24 novembre, in cui è intervenuto Marco Bersani - una discussione su un percorso di inchiesta sul Debito del Comune di Roma, sulle possibilità di scindere la parte di questo che si può e si deve non saldare (segnatamente, i 600 milioni annui di interesse sul debito stesso), nonché sugli scenari inediti che i tragici eventi di Parigi e il corredo di misure emergenziali fanno emergere in Europa: il fatto che, insomma, nella UE di oggi le spese militari e inerenti alla Sicurezza siano state sottratte di autorità al Patto di stabilità. Per noi, ciò costituisce prova evidente che, quando vogliono, i soldi “che non ci sono”, i padroni li tirano fuori...

    Interessante. Ma da quel che vediamo, anche attraverso la rete, il vostro calendario, nei prossimi giorni, sarà particolarmente fitto...

    Per quanto riguarda le nuove iniziative, siamo stati invitati e parteciperemo l'8 dicembre ad un dibattito su Roma Capitale e sul commissariamento da Sinistra Anticapitalista a Via dei Latini, nel quartiere di San Lorenzo: si parlerà delle varie vertenze dei lavoratori e delle lavoratrici comunali e del Commissariamento del Comune e di Roma Capitale. L’11 dicembre, poi, saremo ancora ad Acilia, all'incontro organizzato dal Circolo Pio la torre del Partito della Rifondazione comunista, al Municipio X sala Polivalent : si discuterà della “AGENDA 2030” (documento della Direzione nazionale di Rifondazione per promuovere processi di amministrazione della Città “dal basso”, assieme ai lavoratori).

    A cura de Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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