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Nessuna fiducia nel sistema bancario capitalistico!

(14 Dicembre 2015)

Il salvataggio da parte del governo Renzi di quattro banche fallite per operazioni speculative ad alto rischio ai danni del “parco buoi” – fra di esse Banca Etruria, l’istituto di credito dove Licio Gelli aveva il “conto Patrimonio”, già diretta dal padre della ministra delle controriforme costituzionali Boschi – ha messo allo scoperto la fragilità del sistema creditizio italiano.
Siamo solo alla punta dell’iceberg e con lo scoppio di nuove bolle finanziarie vedremo sfracelli.
Intanto, assistiamo ancora una volta alla privatizzazione dei profitti e alla socializzazione delle perdite: il salvataggio degli sciacalli dell’alta finanza è stato compiuto con i soldi dei lavoratori e dei piccoli risparmiatori, sacrificati e affamati per la tenuta del “fulcro del sistema economico”. Un modello di “recupero crediti” pienamente appoggiato dalla UE.
E ancora una volta il governo Renzi ha dimostrato la sua vera natura: al servizio di banchieri e padroni, contro operai e lavoratori sfruttati.
Quali proposte circolano per la soluzione dei problemi delle banche?
Da un lato, ci sono i neoliberisti sostenitori di una maggiore privatizzazione delle banche (fra di essi il PD e il governo); dall’altro lato, i neokeynesiani e i riformisti che sostengono le nazionalizzazioni delle banche in regime borghese. Entrambi concordano sul ruolo fondamentale del credito bancario per il buon funzionamento dell’economia capitalistica.
Come la pensiamo noi comunisti?
Nel capitalismo odierno le banche sono grandi aziende che praticano il commercio, l’investimento e l’esportazione di capitale-denaro, produttivo di interesse, il quale necessita di un utilizzo lucroso per l’ottenimento del massimo profitto.
La concentrazione e la centralizzazione dei capitali han fatto sì che il capitale bancario e quello industriale si sono fusi nel capitale monopolistico finanziario, dal carattere parassitario e putrescente. Esso è nelle mani di una famelica oligarchia che domina l’economia e la politica.
Gli operai devono aver ben chiaro il carattere e il ruolo delle banche e non concedere loro nessuna fiducia. Allo stesso tempo deve essere chiaro che questo sistema criminale non può essere riformato, ma solo abbattuto.
Con la vittoria della rivoluzione proletaria ci sarà la nazionalizzazione proletaria delle banche nazionali e locali, di deposito e d’affari, s.p.a e cooperative, con la consegna allo Stato proletario di tutta la riserva aurea, delle valute, dei depositi, ecc. In tal modo il credito potrà soddisfare le esigenze dell’economia socialista pianificata, volta al massimo soddisfacimento delle esigenze materiali e culturali della società.
Dicembre 2015

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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