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(26 Dicembre 2010) Enzo Apicella

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(Il nuovo ordine mondiale è guerra)

Il Pentagono di fronte ad una litania di sevizie

In Iraq, in Afghanistan o a Guantanamo, si moltiplicano prove e accuse.

(23 Maggio 2005)

Washington – Prigionieri colpiti ai genitali, costretti ad afferrare tappi di bottiglia in bacinelle piene di escrementi, o forzati ad abbracciare gli stivali dei loro inquisitori. Due detenuti massacrati fino alla morte, di cui uno è visibilmente un detenuto innocente. Il rapporto d’inchiesta confidenziale, di cui il New York Times ha cominciato ieri la pubblicazione, presenta il racconto minuzioso e sordido delle sevizie inflitte a detenuti, nel 2002, nel carcere militare americano di Bagram, a nord di Kabul (Afghanistan). Il documento descrive giovani soldati, male addestrati, che si abbandonano a ripetuti abusi. E sta imbarazzando ancor più Washington, già alle prese con il clamore della profanazione del Corano nelle sue prigioni. Dall’inchiesta del New York Times, si scopre che il comando militare in Afghanistan ha coperto quelle angherie ed ha mentito ricostruendo il decesso di due Afgani come “morti naturali”.

Inchiesta – La pubblicazione, nel quotidiano inglese Sun, di una foto di Saddam Hussein in mutande è riuscita ad aumentare l’imbarazzo ufficiale. Il quotidiano afferma che la foto gli è stata fornita, insieme a diverse altre, «da fonti militari americane» che intendevano «assestare un colpo alla resistenza in Iraq». La convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra obbliga a «proteggere sempre i prigionieri […] contro le ingiurie e la curiosità del pubblico». Il Pentagono ha aperto un’inchiesta, che promette «tenace», per scoprire e punire coloro che hanno rilasciato quelle foto.

Nel frattempo, i sospetti di profanazione del Corano nella base militare americana di Guantanamo continuano a creare agitazioni nel mondo musulmano. Le smentite pubbliche di Newsweek, che aveva evocato quindici giorni prima il caso di un corano gettato nel cesso, sulla fiducia di un’unica fonte, non sono bastate a calmare le acque. Ieri, ci sono state manifestazioni in Iraq e nei Territori palestinesi. A Nassiriya, città sciita dell’Iraq meridionale, sono rimasti feriti quattro poliziotti e quattro manifestanti.

Offese – Dando credito all’informazione iniziale di Newsweek, il Comitato internazionale della CroceRossa ha riportato che diversi prigionieri avevano menzionato profanazioni, in modo «credibile». Ma, dopo che le autorità americane hanno ordinato, nel 2003, di trattare il Corano con rispetto, non è stato riportato nessuno nuovo incidente. Intanto, Human Rights Watch stima che la polemica non deve far dimenticare che le «umiliazioni religiose» si sono verificate a Guantanamo e altrove. L’organizzazione ricorda che nel 2002 il segretario alla difesa Donald Rumsfeld aveva autorizzato tecniche d’interrogatorio che prevedevano offese per credenti musulmani, come la privazione di oggetti religiosi o la rasatura della barba.

Pascal Riche (Libération, 21.5.05)

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