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(19 Giugno 2010) Enzo Apicella
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La cooperativa "Zanon, bajo control obrero", a Roma

Per la prima volta a Roma, una rappresentanza degli operai della fabbrica occupata Zanon d'Argentina.

(24 Maggio 2005)

Seguendo il modello neoliberale degli ultimi 30 anni in Argentina, il tessuto economico, sociale ed istituzionale di paese, si decomponeva inesorabilmente. Il disfacimento economico e politico travolgeva l'Argentina. La crisi sfociava nella rivolta popolare che tra il 20 e il 21 dicembre cacciava dal governo Fernando De La Rua, e che "formalmente si chiudeva" con le nuove elezioni tenute nel maggio del 2003.

Verso la metà del 2001, una fabbrica di ceramiche nella Patagonia, la Zanon, chiedeva il proprio fallimento. La chiusura della fabbrica, è risultato delle strategie imprenditoriali ed industriali dei proprietari, una ricchissima famiglia d'origine italiana, e questo svuotamento, non rispondeva all'effettiva situazione finanziaria e patrimoniale dell'impresa.

Dinanzi all'imminente chiusura ed alla perdita del propri posti di lavoro e più semplicemente, di fronte alla perdita dell'unico mezzo di sussistenza, gli operai decidono di occupare la fabbrica e di continuare a lavorare, gestendo essi stessi la Zanon.

Era l'ottobre del 2001 quando nasceva la cooperativa "FASINPAT": Fabbrica senza padroni (Zanon, bajo control obrero).

Sono passati quattro anni dall'occupazione, e gli operai e famiglie hanno resisto a cinque ordini di sgombero. Hanno subito e subiscono tuttora intimidazioni e veri e propri attacchi fisici e minacce. A prescindere di questi vili attacchi, sono riusciti a costruire intorno alla loro realtà un'importante rete di consensi, sia nell'ambito territoriale, sia nel campo sindacale, sia nelle organizzazioni di difesa dei diritti umani e sia con alcuni settori delle istituzioni politiche provinciali e nazionali.

Quando hanno occupato la fabbrica, gli operai erano in 300, oggi sono diventati 470 che lavorano alla Zanon essi sono inquadrati quali soci della Cooperativa FASINPAT.

La cooperativa, ben posizionata nel mercato nazionale, ha una produzione efficiente, diversamente dal sistema imprenditoriale dei proprietari italiani.

Gli operai della Zanon sono oggi sotto i riflettori dei media nazionali ed internazionali. Rappresentano una realtà ed un esempio di occupazione e produzione. Le unità produttive dimesse o abbandonate dai proprietari sono state recuperate grazie all'impegno ed al lavoro dei propri operai e restituite al tessuto produttivo alla collettività ed ai lavoratori.

La cooperativa attende nelle prossime settimane un pronunciamento dalla giustizia che assegni la fabbrica agli operai. Altresì sperano la promulgazione di leggi, una provinciale ed altra nazionale, che prevedono l'assegnazione delle fabbriche chiuse dai padroni e occupate dagli operai come ha fatto recentemente il governo Chavez in Venezuela.

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