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(7 Gennaio 2016)
A distanza di 25 anni dalla prima guerra del Golfo, la situazione internazionale è diventata sempre più minacciosa.
In Medio Oriente, come in Ucraina, si manifesta la disputa tra potenze imperialiste, principalmente tra USA e Russia, con i rispettivi alleati e vassalli, per la ridivisione delle sfere di influenza, la difesa dei propri interessi economici, politici, militari.
Le frasi sulla “esportazione della democrazia”, sulla “lotta al terrorismo jihadista” - che è un sottoprodotto degli interventi armati - vengono smascherate in tutta la loro falsità dai mostruosi crimini di guerra commessi, dalla lotta a coltello dei briganti imperialisti che dilaniano i paesi dipendenti, soffocano i popoli, depredano risorse naturali e proseguono interminabili carneficine.
In questo torbido scenario il governo Renzi sa giocando un pericoloso ruolo interventista e guerrafondaio.
Il mantenimento delle truppe in Afghanistan, Libano, Balcani etc., il folle invio di 450 soldati a Mosul a sostegno di loschi affari, la preparazione di un nuovo intervento militare in Libia, l’aumento delle spese di guerra e della vendita di armi a regimi reazionari sostenitori del terrorismo, l’alleanza col sionismo, assieme alla partecipazione - da vassallo della politica di guerra USA-NATO – alle “esercitazioni” guerrafondaie, all’accettazione delle nuove micidiali bombe nucleari B61-12 sul nostro territorio, ci coinvolgono sempre più nella guerra ed espongono il nostro popolo a rischi enormi.
Gli interessi della classe operaia e delle masse popolari, il loro futuro, esigono la sconfitta della politica di guerra, di terrore e di miseria imposta dall’imperialismo, in primo luogo l’imperialismo italiano, dal suo governo reazionario, dai suoi partiti della guerra, che la classe operaia deve combattere e sconfiggere con la sua politica rivoluzionaria, in cooperazione con i popoli oppressi e aggrediti dall’imperialismo a cui va tutto il nostro appoggio.
Partecipiamo dunque alle manifestazioni contro la guerra del 16 gennaio (a Roma, Milano e altrove), promosse dalla Piattaforma Sociale Eurostop in occasione del 25° anniversario della prima guerra del Golfo, sulla base di una coerente impostazione antimperialista, e non delle geremiadi papaline.
Diamo voce all’opposizione operaia e popolare contro la guerra, con parole d’ordine chiare.
Via dalla NATO, dalla UE e da qualsiasi altra alleanza guerrafondaia, antidemocratica e antipopolare!
Via le basi militari straniere! Ritiro immediato di tutte le truppe inviate all’estero!
No alla frammentazione e alla spartizione neocoloniale dei paesi del Medio Oriente da parte dei predoni imperialisti e capitalisti!
Sostegno alla lotta per l’autodeterminazione dei popoli palestinese e Kurdo!
No allo stato d’emergenza, alla militarizzazione vita sociale, alle misure liberticide, alla chiusura delle frontiere!
Rigettiamo l’islamofobia e il razzismo fomentato dalle forze borghesi e reazionarie!
Drastica riduzione delle spese militari a favore di quelle sociali! No all’esportazione di armi per i regimi reazionari e borghesi, agli F-35, al MUOS!
Cacciamo i governi guerrafondai come quello di Renzi!
Basta con le ingerenze e le aggressioni militari imperialiste, per una politica di pace e collaborazione fra i popoli.
Per un vero internazionalismo proletario, il quale esige che si lotti anzitutto contro i social-traditori del proprio paese!
Estendiamo nei posti di lavoro e nelle piazze la mobilitazione antimperialista, democratica e popolare, creando un ampio Fronte contro l’offensiva capitalista, la reazione politica e le minacce di guerra.
Acquisiamo la consapevolezza che per eliminare l’inevitabilità delle guerre fra paesi imperialisti e capitalisti bisogna abolire con la rivoluzione il sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e costruire la società socialista.
Per adempiere ai compiti odierni e avanzare nel progetto di emancipazione sociale è indispensabile formare l’avanguardia politica del proletariato, il Partito comunista!
Da: Scintilla, n. 65 – gennaio 2016
Organo di Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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