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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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(Memoria e progetto)

Dichiarazione CONUML per il 95° anniversario della fondazione del PCdI

(20 Gennaio 2016)

Per i proletari rivoluzionari celebrare il 21 gennaio significa separarsi definitivamente dai revisionisti e dagli opportunisti per unirsi e costruire un forte Partito comunista della classe operaia in Italia!

Nella storia del movimento operaio del nostro paese la fondazione del P.C.d’I. avvenuta a Livorno 95 anni fa (21 gennaio 1921), ha significato l’uscita dalla fase “primitiva” del suo sviluppo e l’entrata in una nuova fase, nella quale l’obiettivo centrale era la preparazione ideale e materiale alla lotta rivoluzionaria per la conquista del potere, l’instaurazione della dittatura del proletariato e la costruzione del socialismo.
Questo storico e inevitabile passaggio fu possibile grazie alla separazione della parte migliore del proletariato dal riformismo e dal massimalismo, cioè dall'opportunismo di allora, che difendeva gli interessi della borghesia “meglio degli stessi borghesi” (Lenin), e all’adesione ai principi dell’Internazionale comunista.
La borghesia e i suoi servi opportunisti hanno sempre condannato e denigrato “l’errore di Livorno”, la scissione che ha permesso la costruzione del Partito comunista. Hanno tentato con ogni mezzo di ricucire lo storico e insanabile strappo dei comunisti dalle diverse correnti opportuniste, riformiste, socialdemocratiche e revisioniste, di far rientrare il movimento comunista negli schemi del capitalismo e dello Stato borghese, di decapitarlo e sopprimerlo se non si arrendeva.
Il tentativo di chiudere definitivamente con l’esperienza e il patrimonio del comunismo in Italia passa oggi per differenti progetti, tra cui:
- il progetto laburista e socialdemocratico che punta a formare un “nuovo soggetto” della sinistra borghese, che a fianco del ceto politico opportunista includa i militanti che ancora si richiamano al comunismo (sebbene interni a partiti e formazioni che non hanno più nulla di comunista) per assorbire le loro energie e metterle al servizio di una politica di salvataggio del capitalismo “dai suoi eccessi”;
- il progetto dei revisionisti che puntano a rilanciare il “togliattismo del XXI secolo”, giungendo ad usurpare il nome glorioso del PCd’I, pur non avendo nulla in comune con il marxismo e il leninismo, avendo da decenni gettato alle ortiche gli interessi fondamentali del proletariato, rigettato la rivoluzione, la dittatura del proletariato e l’internazionalismo proletario.
I quadri dirigenti di entrambi questi progetti chiamano i compagni sinceri a “dare un contributo“, per rilanciare sulle loro spalle vecchi carrozzoni elettoralisti e opportunisti il cui traguardo non va oltre il centrosinistra borghese. Una politica che ha già portato il movimento operaio del nostro paese a seri arretramenti e gravi sconfitte.
I loro obiettivi, all’apparenza divergenti, sono di fatto identici: affogare la politica rivoluzionaria nella politica riformista, frenare “gli eccessi” proletari in nome del “pragmatismo” piccolo borghese, annullare l’aspirazione al socialismo nella più meschina pratica economicista e parlamentarista, chiudere con il passato “infantile” della rivoluzione per collaborare con la classe dominante, mescolare le carte fra proprietà socialista e “intervento pubblico” nell’economia capitalistica, rinnegare la gloriosa storia dei comunisti per sprofondare nel letamaio della borghesia.
In antitesi a questi progetti socialdemocratici e revisionisti, noi comunisti marxisti-leninisti affermiamo che a distanza di 95 anni dalla storica scissione di Livorno, la rottura politica, ideologica e organizzativa aperta, netta e definitiva dal riformismo, dalla socialdemocrazia e dal revisionismo, l'adozione del marxismo-leninismo e del suo metodo rivoluzionario, mantengono per intero il loro significato e la loro validità.
La fondazione del P.C.d'I. nel 1921 dimostra che finché si hanno nelle proprie file i rappresentanti dell'opportunismo di destra e di “sinistra” non è possibile uscire dalla debolezza, dalla confusione e dalla dispersione che caratterizza oggi il movimento operaio, non è possibile dar vita a una coerente
politica di classe e non si può seguire nessuna prospettiva di trasformazione rivoluzionaria della società.
Dunque oggi come ieri lo smascheramento, il distacco e la separazione dei comunisti nei confronti delle correnti borghesi e piccolo borghesi esistenti all’interno del proletariato italiano, si presentano come una necessità assoluta per riprendere la via della lotta rivoluzionaria per il socialismo e il comunismo. Non solo: essi sono indispensabili anche per portare avanti la lotta coerente per la difesa delle stesse condizioni economiche e culturali oggi attaccate a fondo dalle politiche dell’oligarchia finanziaria.
Nella situazione italiana a questa condizione, se ne deve accompagnare obbligatoriamente una seconda.
Stante l’attuale frammentazione delle forze comuniste, la ripresa e la riorganizzazione devono necessariamente realizzarsi dentro un processo unitario con le esperienze dei partiti, organizzazioni e gruppi che si sono mantenuti fedeli ai principi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, e che da anni lavorano per contribuire alla ricostruzione in Italia di un forte Partito comunista ed alla lotta per una società socialista.
Il compito odierno è quello che indicava con grande chiarezza Gramsci nel 1926: “Prima dividersi, ossia dividere l'ideologia rivoluzionaria dalle ideologie borghesi (socialdemocrazia di ogni gradazione); poi unirsi, ossia unificare la classe operaia intorno all'ideologia rivoluzionaria”.
La classe operaia ha bisogno dell’unità dei sinceri comunisti, non dell’unità tra i marxisti-leninisti e i travisatori del marxismo-leninismo, cioè gli opportunisti e i neorevisionisti.
Questo, secondo noi, richiede la drammatica situazione attuale, caratterizzata dal perdurare della crisi e dell’offensiva capitalista, dall’aggravarsi della reazione politica e dei tentativi di distruzione delle elementari conquiste democratiche dei lavoratori, dalle minacce sempre più acute di guerra imperialista.
Attualmente siamo in una situazione nella quale nessuna realtà comunista è abbastanza forte per proclamarsi l’unico reparto di avanguardia effettivo del proletariato italiano, perciò bisogna moltiplicare gli sforzi per costruirlo.
Il Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) è nato due anni fa proprio per favorire e sviluppare il processo di aggregazione ed unificazione delle varie realtà autenticamente comuniste del nostro paese, sulla base della lotta ideologica e politica contro i partiti e le correnti borghesi e piccolo borghesi presenti all'interno del movimento operaio e la riaffermazione dei principi del marxismo-leninismo.
E’ anche l’offensiva imperialista e capitalista che ci obbliga a rafforzare e ampliare l’unità d’azione e strategica dei comunisti e dei sinceri rivoluzionari, a compiere passi decisi nella lotta e nell’unità per la ricostruzione di un forte Partito comunista, sicura guida della lotta per abolire con la rivoluzione il criminale sistema capitalista ed edificare il socialismo.
Chiamiamo le forze sane del movimento comunista, le realtà genuinamente rivoluzionarie, i migliori figli del proletariato, i militanti organizzati e quelli dispersi, i giovani rivoluzionari, a stringere i contatti per rafforzare le fila del CONUML e sviluppare insieme l’azione politica di classe e rivoluzionaria. In questo modo potremo avanzare collettivamente verso un forte e combattivo Partito indipendente e rivoluzionario del proletariato.
Manifestiamo con le bandiere rosse al vento nel 95° anniversario della fondazione del P.C.d’I, che mantiene per intero il suo significato, la sua importanza e la sua validità!

Roma, 21 gennaio 2016.

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA
Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Visita il sito web www.conuml.weebly.com

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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