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(5 Agosto 2011) Enzo Apicella

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Boom di voucher anche nel litorale

(25 Gennaio 2016)

Dagli ultimi dati Inps e Cgil, raccolti al termine della stagione estiva, si conferma il trend della stagione estiva 2014, ovvero il boom dei voucher, i buoni lavoro per prestazioni occasionali.
71 milioni di voucher nei primi 8 mesi del 2015 , un salto avanti del 74% rispetto all’anno scorso. Nel settore turistico sono passati dai 193 mila del 2009 a 11 milioni nel 2015 .
La realtà, dietro questi numeri impietosi è una sola: centinaia di migliaia di lavoratori sono stati allontanati da una occupazione regolare, come l’abbiamo conosciuta da sempre!
I voucher, in mano a imprenditori disonesti, sono uno strumento per non pagare i contributi e occultare il lavoro in nero.
Come può essere definita un’amministrazione comunale che non tutela chi lavora nel settore più redditizio della sua economia, ma che avvalla forme di lavoro flessibili, ritagliate sulle necessità dei singoli imprenditori, costringendo chi lavora ad accettare compromessi sempre più al ribasso?
Alcune organizzazioni sindacali hanno abbandonato da tempo ogni ipotesi di conflittualità e di difesa dei diritti dei lavoratori! l’esplosione del precariato è stata determinata dalle politiche economiche liberiste, in cui il Pd dimostra di credere fedelmente. Del resto i segnali c'erano già: Pacchetto Treu e riforma Biagi sono figlie di un' unica ideologia, che sulle riforme del lavoro viaggia alla stessa velocità e nella stessa direzione: sono di destra!

I voucher furono introdotti dal ministro Sacconi. I governi Monti e Renzi li hanno confermati e estesi.

Come spesso succede, la nuova “riforma” venne venduta come strumento utile a far emergere il lavoro nero. Il Capitalismo, il padronato invece, si erano creati lo strumento adatto ad istituzionalizzare il precariato! coi voucher, il lavoro che prima era tutelato dal contratto, è sprofondato nell' irregolarità. Chi lavorava in nero è rimasto in nero; chi prima, veniva assunto con un contratto da precario, si è visto togliere i pochi diritti garantiti che aveva perché col voucher il padrone non è più responsabile di chi lavora per lui.
Il mantra è sempre lo stesso: precarietà nel nome del profitto; precarietà che serve ai padroni per innescare il ricatto e la paura della perdita del posto.

Col voucher il padrone compra una prestazione e lo fa quando serve a lui. Assume lavoratori sottopagati nel momento del picco della produttività, tanto poi ha la garanzia di licenziarli appena la “produzione” rientra nei livelli di normalità.

Lo spettro del licenziamento e della disoccupazione sta diffondendo ovunque lo sfruttamento più selvaggio e lesivo della libertà; queste persone vengono pagate 7,5 euro l’ora, pur essendo sempre a disposizione; il padrone aumenta gli orari, ritmi e tempi di "disponibilità" , in nome della flessibilità e della produttività, senza alcuna garanzia e senza rispetto per la salute e per la qualità di vita; da questo punto di vista i lavoratori e in particolare le donne pagano un prezzo fin troppo alto; si è disponibili a comando; festività e riposi non sono assicurati, ma guai ad ammalarsi!

Non è accettabile che la crisi sia l'alibi per il ricatto, per cui pur di lavorare bisogna accettare di tutto.

Le città del Veneto orientale che si affacciano sul litorale, non hanno mai affrontato e discusso, in consiglio comunale, i meccanismi di sfruttamento che caratterizzano l'economia turistico/balneare, con l'obiettivo di stilare un odg contenente le proposte per sostenere i lavoratori. Tali proposte, dovrebbero andare a reprimere il fenomeno, ma soprattutto dovrebbero portare alla promozione della cultura della legalità, della giustizia sociale, del rispetto del ccnl del turismo.
24 gennaio 2016

Alberto D'Andrea, Partito Comunista d'Italia Veneto orientale

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