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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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    Chi ha paura del movimento che chiede il ritiro delle truppe dall'Iraq?

    (3 Giugno 2005)

    La manifestazione del movimento contro la guerra convocata dall'assemblea nazionale del 15 maggio in concomitanza con la parata militare del 2 giugno, ha riaffernato la richiesta dell’immediato ritiro dei militari italiani dall’Iraq, ma è stata oggetto di una gravissima violazione delle libertà e dell’agibilità democratica nel nostro paese. Il governo aveva deciso che la città di Roma il 2 giugno non dovesse vedere persone che invocano la fine della guerra e il ritiro delle truppe dall’Iraq: Ha avuto il terrore della "contaminazione" di contenuti che il movimento avrebbe potuto socializzare anche a chi magari era andato a vedere la parata militare.

    Questo governo ha ormai paura della sua incapacità nel continuare a gestire una scelta impopolare come quella della guerra in Iraq che sta provcando sempre più lutti tra gli iracheni e tra gli stessi militari italiani.

    Il movimento contro la guerra infatti si sente confortato nei suoi obiettivi dalla maggioranza della popolazione che anche in recente sondaggio (Eures) ha confermato come per il 67% vuole il ritiro delle truppe. D’altro canto il governo è pienamente responsabile dei morti che si stanno accumulando in Iraq solo per far arricchire gli azionisti dell’ENI-AGIP che a Nassyria avevano stabilito le loro concessioni petrolifere ancora prima dell’inizio della guerra.

    Una manifestazione regolarmente autorizzata con un percorso previsto da Porta S. Paolo, via Marmorata, Viale Trastevere, Torre Argentina e che si sarebbe conclusa con un comizio a Campo de’ Fiori dove sarebbe intervenuto anche un medico iracheno di Falluja per testimoniare gli orrori di una guerra ingiusta ed illegale, è stata invece arbitrariamente bloccata alla fine di via Marmorata (dopo appena 500 metri) con il pretesto di uno striscione all’interno della manifestazione.

    Le forze dell’ordine hanno bloccato tutte le strade chiudendo ogni via d’uscita alla manifestazione, dando vita sul lato di Testaccio ad un vero e proprio pestaggio (manganellate violente, gratuite, inaspettate).

    Due manifestanti - tra cui l'assessore dell'VIII Municipio di Roma Gualtiero Alunni - sono stati colpiti con violenza alla testa sono stati ricoverati all’ospedale S. Camillo. Altri sono stati feriti in modo meno grave. Un giovane manifestante è stato fermato e poi rilasciato in seguito alle pressioni dei parlamentari presenti. Una manifestazione pacifica, autorizzata ed estremamente tranquilla è stata così trasformata in uno “scenario da Genova” di quattro anni fa.

    Vogliamo denunciare con forza il sospetto che la cabina di regia di questa violenta, inaspettata e gratuita repressione, sia la stessa che quattro anni fa a Genova decise di stroncare i movimenti sociali per impedirgli di "disturbare" il manovratore Bush. Il servilismo e le difficoltà di questo governo stanno partorendo mostri.

    Il silenzio della maggioranza delle forze del centro-sinistra sulla guerra era già indecente, se non sentiranno il dovere di prendere posizione contro il pestaggio e l'attacco alla libertà d'espressione avvenuta a Roma, dovranno anch'esse assumersi le proprie responsabilità.

    La versione falsa fornita dalla Questura agli organi di stampa cerca di occultare e manipolare quanto accaduto, ma i testimoni c'erano e sono tanti. Questa mattina a Roma si sono consumati fatti gravissimi e lesivi della democrazia nel nostro paese. La guerra è entrata definitivamente dentro casa nostra.

    Roma, 2 giugno 2005

    Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq

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