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Libia. Il silenzio della voce del padrone

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(5 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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Sviluppiamo la resistenza alla politica di guerra!

(9 Marzo 2016)

no guerra guernica

Operai, lavoratori, giovani, donne del popolo, non lasciamoci ingannare dalle subdole affermazioni di Renzi sull’intervento militare in Libia, che servono solo a far scemare l’attenzione e l’opposizione popolare alla guerra, prendere tempo e predisporre la più grande operazione militare all’estero dell’imperialismo italiano dalla sconfitta del fascismo ad oggi.
Da 25 anni a questa parte i governi italiani hanno partecipato attivamente a tutte le aggressioni militari USA e NATO, dall’Iraq, all’Afghanistan, alla ex Jugoslavia, alla Libia, etc., calpestando la Costituzione democratico-borghese.  Ed oggi USA e NATO pressano il governo Renzi per fargli rispettare i suoi “impegni” guerrafondai e inviare le truppe sul terreno.
Nel 2011 l’Italia – vecchia potenza coloniale - partecipò all’aggressione militare che ha portato all’assassinio di Gheddafi e trasformato la Libia in un buco nero. In questa situazione si è avvantaggiato il fondamentalismo islamico che agisce per procura dei banditi imperialisti e serve da pretesto per nuove azioni militari. 
Ora gli stessi protagonisti dell’intervento del 2011 si preparano a “stabilizzare la Libia” con le armi, dopo averla disintegrata. La nuova aggressione è mossa dai voraci interessi dei monopoli del petrolio e del gas (Eni, Total, Bp, Shell, Exxon) e delle industrie militari. Mira alla divisione e alla spartizione neocoloniale delle spoglie del paese nordafricano fra USA, Francia, Gran Bretagna e Italia.
L’imminente aggressione militare alla Libia si sviluppa in un contesto di guerra, rivalità e tensioni internazionali sempre più ampio e grave. Un passo dopo l’altro l’imperialismo spinge i popoli nell’orbita di una guerra per una nuova spartizione del mondo, delle sfere di influenza, dei mercati.
Basta passività, basta attendismo, guai a fidarsi di Renzi e Gentiloni che hanno già autorizzato operazioni militari segrete in Libia!
La guerra all’estero è sempre legata alla guerra contro i lavoratori e alle loro organizzazioni. Verrà pagata come sempre dagli sfruttati, con il taglio delle spese sociali, con la riduzione del salario, con maggiore repressione.
Per lunghi anni ci hanno massacrato in nome della politica dei sacrifici. Ora i padroni e il loro governo reazionario ci vogliono portare alla rovina continuando questa stessa politica attraverso la guerra di rapina imperialista.
Gli operai, i lavoratori, i giovani, le donne del popolo non devono assumersi la minima responsabilità della politica di guerra, di terrore e di miseria che grava per intero sulle classi dominanti. Per questo dobbiamo alzare la nostra voce di protesta e scendere in piazza.
Denunciamo la politica di guerra neocoloniale e di miseria portata avanti dal governo Renzi. Rompiamo il silenzio imposto dai partiti e dai media guerrafondai. Partecipiamo uniti alle manifestazioni per la pace indette in numerose città per sabato 12 marzo e allo sciopero generale proclamato per il 18 marzo per sviluppare la resistenza operaia e popolare a questa politica criminale!
Costruiamo un ampio fronte popolare contro la guerra, per il ritiro di tutte le truppe inviate all’estero, per dire basta alle spese militari e alla militarizzazione, uscire dalla NATO e dalla UE guerrafondaie e buttare e mare le basi USA, a fianco della resistenza dei popoli oppressi dall’imperialismo e dalla reazione, per demolire il sistema che genera inevitabilmente le guerre e avviare una politica di pace e collaborazione fra i popoli!
9 marzo 2016

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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