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Le dimissioni del ministro Guidi

(2 Aprile 2016)

Intrallazzi fra capitalisti nostrani, grandi monopoli internazionali, faccendieri, ministri e parlamentari della borghese Repubblica italiana.

Si è dimesso il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. E' già il quarto ministro del sempre più incrinato e traballante governo Ronzi che è stato costretto a lasciare l'incarico.
Prima della Guidi si erano dimessi Maria Carmela Lanzetta, ministro degli Affari Regionali; Federica Mogherini, ministro degli Esteri; Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture.

Due sono i protagonisti della vicenda odierna:
1) Federica Guidi, leader per quattro anni dell'Associazione dei Giovani Industriali e figlia di Guidalberto Guidi, patron della Ducati Energia e per dieci anni vicepresidente della Confindustria.
2) L'imprenditore lucano Gianluca Gemelli, titolare di due società, convivente della Guidi e indagato dalla Procura di Potenza per «corruzione e traffico di influenze illecite» (art. 346 bis del Codice Penale: nuova norma inserita per combattere la corruzione dilagante).
Secondo l'indagine giudiziaria in corso, il Gemelli, al fine di entrare nella lista degli
appaltatori della Total (il grande monopolio petrolifero francese che gestisce il ricco giacimento "Tempa Rossa" in Basilicata) e accaparrarsi un appalto, avrebbe chiesto alla Guidi di inserire nella
Legge di Stabilità 2015 un emendamento che avrebbe favorito la Total.
La Guidi, violando la riservatezza a cui era tenuta come Ministro, avrebbe detto al convivente che l'emendamento modificatore era stato inserito. Esso fu approvato dal Paramento il 20 dicembre 2015, e così venne sbloccato un appalto di oltre 2 milione mezzo di euro, a beneficio di una delle società del Gemelli. Per Renzi la telefonata della Guidi al Gemelli “non è stata opportuna” ma il ministro “non ha commesso alcun reato”, chiarendo una volta di più che il suo governo è all’esclusivo servizio dei monopoli capitalistici.
Ma l'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale di Potenza e durata due anni, è andata ben al di dà del caso Gemelli e coinvolge attualmente 60 indagati per una serie di reati, con arresti riguardanti anche dirigenti del PD e dell’ENI: le accuse sono di corruzione, concussione, peculato e truffa aggravata.
Operai, lavoratori! Non è ora di liberarci da tutta questa gente, con la forza di un fronte
unico di lotta proletaria e la formazione di un blocco di forze sociali rivoluzionarie guidate da un Partito comunista su salde basi marxiste-leniniste?
Per un GOVERNO OPERAIO!

2 aprile 2016

Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia

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